Insider - Dietro la verità (Michael Mann, 1999)

Un ex dirigente della Brown & Williamson decide di rilasciare un’intervista nella quale svela i retroscena che stanno dietro alla produzione ed alla manipolazione chimica del tabacco. L’uomo diventa il testimone principale di un importante processo contro le multinazionali del tabacco. La sua vita viene distrutta e solo un giornalista gli resterà accanto per aiutarlo a svelare i suoi segreti. Tratto da una storia vera.

Film a mio parere molto molto bello, che affronta in modo a tratti documentaristico una questione delicata e di importanza internazionale, ovvero il torbido mondo che sta dietro all’industria delle sigarette (ed in special modo la dipendenza da nicotina, considerata vera e propria droga). Protagonisti della vicenda Al Pacino nei panni di un giornalista con solidi principi e famoso per le sue inchieste scomode e Russell Crowe (che per la verità non ho mai apprezzato in maniera particolare), che interpreta un coraggioso ex dipendente di un’azienda del settore, che decide di diventare testimone in un processo contro le industrie multinazionali del tabacco.
La pellicola è molto “pesante” e lenta e lo svolgersi dei fatti mette quasi un senso di oppressione e disagio, specie se ci si mette nei panni del testimone, ma il film non annoia e anzi regala qualche momento di tensione e smarrimento specie nella scena “del procione” o della stanza d’albergo in cui il muro si distorce.
Regia di Mann, come già detto prima, dal tocco documentaristico e fotografia di Dante Spinotti volutamente fredda e particolare, ma totalmente funzionale al film.

Bel film, ma non molto accattivante per lo spettatore a mio parere. Il personaggio di Pacino è convenzionale (Io me ne fotto delle regole! ecc.ecc.) mentre quello di Crowe è più interessante con le sue contraddizioni.

Nel film le donne fanno tappezzeria (nel caso di Gina Gershon una gran bella tappezzeria): soprattutto la moglie di Crowe non ci fa una gran figura, abbandonando il marito nel momento di maggior difficoltà.