Into the Wild di Sean Penn

Il tema del film era si affascinante. La capacità registica di Sean Penn è si di alto livello per scelta di inquadrature, resa visiva del narrato e capacità di dirigere gli attori. Ma la figura centrale del film ovvero il suo protagonista è quanto di più irritante abbia visto (un’idealista che gira a vuoto con un rifiuto assolutamente qualunquista dei simboli della civiltà) oltretutto mal supportato da una sceneggiatura dai dialoghi letterari e velleitari.

dal punto di vista fotografico è difficile sbagliare quando si riprendono i grandi scenari naturali americani. sono lì, perfetti e fotogenici e basta che li inquadri che il tuo film ne trae beneficio. Sean Penn cerca anche delle inquadrature originali. Ma poteva fare di meglio.
A volte sento dei giudizi su questo film che puntano proprio sulla fotografia.
Ho letto (non qui su GdR) “fotografia meravigliosa, incredibile”, “l’immensità della natura è resa perfettamente”…

John Ford “usava” la Monument Valley, e lo aiutava di certo nel suo lavoro, ma cazzo, non l’ha costruita lui! Nel mio filmino turistico è uguale! non bisogna essere dei geni per fotografare certi scenari. Poi John Ford aveva molto altro.
E così Into the Wild ha molto altro, ma la gente non ne tiene conto.
E’ questo “altro” che bisogna giudicare secondo me. E in Into the Wild questo “altro” è decente ma non meraviglioso.

Il messaggio del film. non c’è un messaggio del film. semmai c’è un messaggio nella storia del tizio che l’ha vissuta. semmai c’è un messaggio nel libro da cui è tratto il film. ma stiamo giudicando un film, non il libro o la vicenda di McCandless. Io la vedo così. In molti giudizi invece si confondono le cose.

non so se sono stato chiaro… forse mi sono incasinato un po’ con le parole…

Non giudico il libro ma il film, che pure se tecnicamente molto valido mi è sembrato tuttavia mai originale e piuttosto ruffianesco sia in termini visivo-auditivi che contenutistici, niente a che vedere con l’epica antispettacolarità di un Malick, e ancora meno con il lirismo di un Peter Weir, per citare due evidenti modelli del regista. I dialoghi poi, mi son sembrati veramente troppo debitori di pagine già scritte… E l’attore protagonista un fichetto poco credibile.

Certo, nel confronto con le robette che sfornano oggigiorno gli italiani diventa una lezione di cinematografia e gusto magistrali…

Ho apprezzato molto, devo dire, dinamica d’uso e realizzazione dei flashbacks.

Si ma quando intendo “resa visiva del narrato” nn mi riferisco solo alle inquadrature degli scenari che è vero sono bellissimi già di per se. Ma al gusto e alla scelta di ogni singola inquadratura, al montaggio a come rendere tutta la storia sullo schermo per immagini.

non so perchè ma appena uscito dalla sala mi è venuto da fare una considerazione simile anche a me.
ho pensato “certo che un film così, che dopotutto non deve essere costato nemmeno l’ira di dio, in italia ce lo scordiamo…”
una volta, quando Leone andava a girare in arizona, si pensava in grande, oggi sta cazzo di provincia italiana, che manco la rappresentano fedelmente, ha rotto davvero i bàl. ma questo è OT.

Decisamente un capolavoro.
E’ incridibilmente emozionante e magico… colonna sonora azzeccata e fotografia impeccabile. Non mi sono assolutamente accorta della durata del film… mi ha completamente catturato.
Il finale lo considero un lieto fine.

10 anni per preparare questo film…S. Penn ha dosato i tempi giusti, non ha avuto fretta per fare uscire questo film, e alla fine il capolavoro ha preso forma!
L’unica cosa che rimpiango, è di non averlo visto al cinema…sarebbe stato ancora più entusiasmate!

io sento tutti quanti dire “la fotografia è bellissima, spettacolare”.
allora o non è chiaro a tutti cosa sia la fotografia oppure ci si spiega meglio.
secondo me qui si confonde un paesaggio spettacolare con una fotografia spettacolare. in certi posti chiunque posizioni la mdp in un qualsiasi punto ottiene un’immagine spettacolare. bisogna che si riconoscano i meriti del regista per certe cose ma per quelli che non sono suoi meriti non iniziamo ad incensare gratuitamente.

quando sono stato nella monument valley ho fatto delle riprese identiche ad alcune di sentieri selvaggi o di c’era una volta il west senza averli mai visti.
me ne guardo bene dal dire che a livello di inquadrature e fotografia sono bravo come Ford o Leone, quando il posto dice la sua non ci sono cazzi che tengano, e in un film sulla natura selvaggia come into the wild grazie al cazzo che ci sono dei paesaggi belli, il giovane chris mccandless era andato a zonzo in dei posti mozzafiato mica a tor pignattara!e se proprio devo dire la mia, sean penn poteva ottenere mooolto di più da certi luoghi, credo sia stata una scelta registica quella di non dare immagini troppo da cartolina.

ho appena visto che avevo già scritto le stesse cose… beh, le ribadisco…

Capolavoro, capolavoro, capolavoro… ma de che? Boh a me è parso una mediocre ruffianata, pur con un ottimo cast. Ma è tratto da una storia vera!! E chi se ne frega? Cioè questo un po’ mi dispiace, ma in fondo sono problemi di quel coglione che è morto come un topo su un vecchio pullman abbandonato nel bel mezzo del nulla; in ogni caso ha fatto una scelta e l’ha portata fino in fondo.
Il film è strapieno di situazioni improbabili rese malamente, inquadrature ricercate a tutti i costi, momenti di montaggio estenuante (mi ha ricordato il peggior Oliver Stone, che almeno queste cose le spingeva fino all’eccesso diventando quasi accettabile) e così via. Poi diciamo la verità: in quelle condizioni la Stewart ce la saremmo passata tutti, altro che No hai solo 16 anni… vuoi il ritorno alla natura? E allora zompale addosso porco giuda…

Ruffianata “anti-sistema” quasi a livelli Michael Moore. Bah.

sì anche io quando lo vidi ci rimasi malissimo
un film che veniva giudicato un capolavoro all’unanimità, visto con aspettative spropositate, che si rivelava semplicemente ridicolo
il tizio, se la storia è fedele, era un emerito idiota altrochè libertà, ma per favore
mentre la scena dove lascia lì la tipa a gambe aperte sul letto la si può spiegare unicamente col fatto che fosse gay
perchè non penso che l’imbecillità arrivi a tanto

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Ecco bravo, se fosse stato gay niente da dire: cioé è chiaro che un gay la Stewart non se la vuol fare in nessun caso, mi pare logico. Invece lui la mette sul Tsè, sei solo una ragazzina, non voglio approfittare di te perché sono un gentiluomo come se lui avesse 68 anni, mentre nel film ne ha 23! Boh, comunque resta una cosa marginale in un film che non mi ha convinto proprio nel suo complesso…

Ah , dopo 4 anni tornando sulle mie perplessità sull’improbabile finale ho recentemente parlato della cosa con una collega che ha appena visto il film e letto il libro e pare che la storia vera andò effettivamente così in quanto non l’ignoranza ma lo sbandamento a cui è stato soggetto il ragazzo dopo tutto quel periodo in giro in condizioni selvagge gli ha fatto disconoscere le famose bacche velenose… :confused:

Ripensandoci a distanza di qualche tempo, ho compreso meglio il finale. Almeno credo.

Il tizio ha mangiato le bacche velenose di proposito, dopo aver realizzato cosa si era perso con la Stewart.

Nella realtà non è stato proprio così, e nel film non ho mai avuto l’impressione di un “suicidio per amore”…
P.S. A suo tempo lo definii “QUASI capolavoro”. Non so se dopo oltre 8 anni sarei ancora così generoso. Ad ogni modo pienamente d’accordo con Renato: fossi stato nel protagonista (appunto 23 anni, e ne dimostrava 16…), davanti alla Stewart sedicenne che mi offre “il più sacro dei suoi buchi” (grazie, Quentin…), avrei…accettato l’offerta! Senza pensarci due volte, che cazzo…

Rivisto qualche giorno fa riscoprendolo su netflix.

Sono parzialmente ritornato sui miei passi, molto meno coinvolgente e molto meno capolavoro di quanto lo inquadrai oltre 10 anni fa. Rimane nel complesso un buon film per carità ma la mia attenzione , sarà che sono (MALE)invecchiato è stata catturata da alcuni aspetti :

Sono rimasto questa volta parecchio infastidito in primis dall’aspetto “parassita” del protagonista che dopo avere rinunciato a un sacco di soldi bruciandoli letteralmente o sotterrandoli, cioè che avrebbe potuto devolverli in beneficienza ma il vile denaro va punito, vero ritardato?.. va a farsi la scampagnata sulle rapide ben sapendo che deve avere un permesso e che viaggia a scrocco sui treni merci. Capisco la ribellione e la voglia di libertà ma non capisco perché tramutarsi in un fuorilegge, cosa che nemmeno i personaggi più “ai margini”, e ve ne sono davvero tanti, che incontra sul suo cammino si riducono a fare.

Capisco il discorso della ruffianata detto da Renato. Verissimo, a livelli insopportabili.

Le scene del due di picche alla Stewart rimarranno inspiegate nei secoli, temo.

A me 'sto film non mi ha fregato, nella prima e unica volta che l’ho visto.

Mi ricorda una frase pronunciata da Gabin in Pepé le Moko:
“Ci sono pendole che segnano le 2, suonano le 4 e sono le 3 e 15”.