J. Edgar - Clint Eastwood, 2011

Titolo: J. Edgar
Regia: Clint Eastwood
Anno: 2011
Genere: biografico/drammatico
Durata: 137 minuti
Paese: USA
Cast: Leonardo DiCaprio, Armie Hammer, Naomi Watts, Judi Dench
Produzione: Malpaso/Image/Wintergreen

Link IMDB

Possibile non esista un thread sull’ultimo Eastwood? Appena visto in dvd e, “a caldo”, sono rimasto un po’ deluso. Molto bella e interessante la vicenda umana dei personaggi, e segnatamente Di Caprio/Hoover, Armie Hammer/Clyde Tolson e Naomi Watts/Helen Gandy, gli approfondimenti sulla presunta omosessualità di Hoover, il rapporto morboso con la madre, le luci e le ombre della sua personalità.

Mi aspettavo qualcosa di più anche sul versante della contestualizzazione socio-culturale e politica; si ok, si dice cosa Hoover, il suo regno quasi cinquantenario ed i suoi metodi hanno significato per l’America, ma rimanendo sempre su un piano didascalico, illustrativo, un po’ indistinto. Eastwood sceglie legittimamente di rimanere estraneo al giudizio, di “mettere in scena” e basta, concentrandosi sull’uomo Hoover, più che sul capo dell’FBI Hoover, ma alla fine, complice anche un plot un po’ ingarbugliato e inconcludente, non partorisce l’ennesimo capolavoro. Comunque regia di classe ed elegante come al solito, e Di Caprio veramente in forma.

Molto delicata la mano del vecchio Dirty Harry nel dipingere il rapporto - che durò una vita intera - tra Hoover e Tolson. Discutibile invece il trucco, che non pare riuscitissimo soprattutto sugli “anziani” Armie Hammer e Naomi Watts.

Mi e’ piaciuto molto, soprattutto perche’ ha mostrato piu’ Hoover uomo, personaggio incredibile, che una rassegna storica di eventi che per evidenti ragioni di spazio sarebbe comunque risultata monca. Il tocco di Clint e’ lieve e mostra piu’ le debolezze che la forza del protagonista. Cast notevole, anche se la Watts parrebbe un po’ sprecata per una parte cosi’ defilata. Concordo che il suo make-up e quello di Hammer risultano in piu’ di una inquadratura un po’ troppo grotteschi. Ottimo, in tuttii sensi, Di Caprio. BD eccezionale, la fotografia livida, vintage, e’ resa in modo magistrale. Sul discorso omosessualita’, ad oggi c’e’ ancora molto poca certezza, con vari “esperti” ancora divisi tra il si’ e il no…

Sperduto a metà strada tra Citizen Kane e The Aviator, quest’ultima fatica di Clint proprio non mi ha convinto.

Il vecchio cowboy è sempre molto accorto nella scelta dei soggetti e nella messa in scena, quindi le due ore scorrono, ma J. Edgar è un film piatto, schiacciato da una montagna di voice over in cui le parole del protagonista descrivono inutillmente ciò che già si vede sullo schermo, quando non ne prendono proprio il posto. La fissa dei commenti didascalici Clint ce l’ha da un po’, ma mentre in Million Dollar Baby è un contrappunto che esprime il terzo punto di vista sulla vicenda (quello di Scrap/Morgan Freeman) qui è solo inutile e invadente.

Ma parliamoci chiaro, è proprio il personaggio di Hoover - perlomeno come ce lo presentano Eastwood e Di Caprio - a essere poco interessante. Un burocrate paranoico e represso che si rivela tale già dopo cinque minuti di film e che tale rimane fino alla fine. L’idea di centrare il film sulla sua persona, piuttosto che sulla sua attività, non è stata molto azzeccata. Si fosse trattato di un personaggio alla Charles Foster Kane o Howard Hughes, con le loro imprese titaniche, trionfi e cadute, relazioni controverse e incidenti di ogni tipo, allora la cosa avrebbe funzionato. Qui sarebbe stato meglio raccontare le le tre o quattro imprese più significative di Hoover, lasciando che fossero le azioni del personaggio a esprimerne il carattere, e non i commenti fuori campo. Non a caso la parte più interessante è l’indagine sul rapimento di Baby Lindbergh, dove si recupera un po’ di suspense e si esce per un po’ da uffici e archivi.

Sulla fotografia: a me cominciano a stufare le color correction fatte a colpi d’accetta. I toni sono sul verde/blu scuro molto contrastato per tutto il film, sia al tempo presente che nei flashback, interni o esterni, e anche questo elemento contribuisce alla monotonia del racconto. Idem per la colonna sonora di Eastwood, le solite notine di piano sparse su tappeto d’archi.

Buona la prova degli attori, anche molto convincenti nelle movenze da anziano. Il problema, come già detto, è il make up: quello di Hoover/Di Caprio funziona a metà, secondo il taglio di luce e dell’inquadratura, quello di Tolson/Hammer è da galera. Possibile che da trent’anni a questa parte i migliori make up del genere siano ancora quelli di sua maestà Dick Smith? Se il risultato è questo, tanto valeva optare per un intervento CG in stile Benjamin Button.

Per chiudere, sulla “presunta” omosessualità di Hoover mi pare si sia usata la mano pesante. Quì c’è ben poco di presunto.