Stupendo, anche se non il migliore di Thompson.
L’assassino che è in me è il miglior Thompson di sempre, senza tanti “se” e “ma”. Un villain affascinante e al contempo ripugnante nella sua corruzione, un finale calibratissimo, la lunga confessione in prima persona di un’esistenza scellerata ma intrisa di un insolito candore, perchè lo sceriffo omicida della vicenda non è responsabile della propria pazzia… di bei romanzi l’autore ne ha sfornati, ma questo resta ineguagliato.
Non è affatto vero.
A parte che, si potrebbe discuterne con ben altri presupposti, non mi piace chi liquida i discors con una “è così perchè lo dico io”. Poi, nella fattispecie, reputo romanzi come “Vita da niente”, ben superiori a “L’assasino che è in me”.
Quello su cui si potrebbe discutere semmai è il superamento dei confini del genere verso l’attracco alla letteratura con la “L” maiucola, cosa che all’autore è riuscita più volte…
A parte il fatto che trovo io risibile esordire con un dogmatico “non è affatto vero” salvo poi lamentarsi per il presunto assolutismo delle opinioni altrui (che per dirla eastwoodianamente son come i testicoli; ognuno si tiene le sue e a chi non va bene s’attacchi a quel che vuole), non mi sembra proprio che il pur pregevolissimo Vita da niente sia superiore a L’Assassino che è in me, reputato il suo capolavoro non solo da me (ma anche qui, ovviamente, siamo nella sfera delle opinioni personali). Del resto, mi pare che L’Assassino che è in me non faccia eccezione, nell’ambito del superamento dei limiti angusti della narrativa di genere; se poi vuoi smontarlo/sminuirlo/analizzarlo criticamente con argomentazioni valide, son tutto orecchi. Ho aperto un topic apposta, no?
Mi riservo una riposta precisa e articolata appena ho un minuto di tempo.
Per me il miglior romanzo di JT è “POP.1280” - (COLPO DI SPUGNA), un romanzo che intrigò molto anche Tavernier, ma questo è un altro discorso.
Per ritornare all’ ASSASSINO … lo trovo un po’ debole nel finale buttato giù così di fretta dopo tanta bella carne al fuoco. Ma si sa i creditori di JT erano sempre prepotentemente a bussare alla sua porta e quindi non gli davano tanto tempo per rifinire i suoi romanzi.
In POP.1280 addirittura manca il capitolo finale (probabilmente per il motivo su citato) ma comunque questo libro lo preferisco a tutti gli altri (e naturalmente ho preso in considerazione anche Getaway).
Beh, ma a me proprio il finale ha colpito parecchio. Non sai se il protagonista si salverà o no (vabbè, so che poi è ricomparso in un sequel letterario che non ho mai letto) e ti viene perfino da fare il tifo per lui, condividendone il senso di panico e di consapevolezza della fine imminente… del resto, non mi viene in mente un solo romanzo di Thompson brutto. Ma forse son troppo di parte io.