Johanna [2005 Mundruczò]

da film.tv.it

L’ungherese Johanna prodotto da Béla Tarr, è un esperimento molto ambizioso: un’opera lirica in panni moderni che sposta su una tossicodipendente i dolori di Giovanna d’Arco. Rischiata la morte per overdose la ragazza si scopre santa e indossato il camice di infermiera guarisce i suoi pazienti con il sesso. Nessun dialogo ma solo arie cantate sulle sinfonie di Zsófia Tallér; il risultato è a tratti straniante, anche se è sempre evidente, alle spalle, un’idea portante che fa del simbolismo la propria filosofia. Il finale espressionista dimostra che il regista Kornél Mundruczó ha classe da vendere. In alcuni momenti le sue visioni da incubo rasentano le inquietudini dell’horror, con gli spettrali lampi di luce della fotografia a illuminare la lotta disperata tra inquisitori e martire.

Sulla carta si presentava in maniera parecchio interessante. Il trailer mostrava una fotografia suggestiva e delle immagini accattivanti. Visione obbligata letta anche la trama ma… il tutto è girato come se fosse un’opera lirica. I dialoghi sono cantati, i testi sono ovviamente adattati al cantato lirico. Un pò poetico, un pò tragico.

Esperimento curioso e coraggioso ma mi ha lasciato piuttosto deluso.