Visto oggi, essendo M.S. probabilmente il mio regista preferito (o quantomeno nella mia lista di film preferiti una grossa parte sono suoi) avevo molte aspettativa ed hype. Ancora non so bene cosa pensare, però.
I protagonisti eccezionali: Di Caprio, De Niro e Gladestone. In rete inoltre leggo molti dibattiti per il ruolo di Brendan Fraser, cosa che trovo curiosa essendo il suo ruolo di fatti un cameo.
Visivamente fantastico ed, ovviamente, epico
Però, però, però…
A differenza dell’ultimo (The Irishman) questa volta ho sentito decisamente l’imponente durata (3h e 30) ed ho trovato la trama priva di mordente a lungo andare, che se fosse durato una mezz’ora in meno sarebbe andato bene e forse anche meglio.
Risposta estemporanea che esula dall’analisi o dal giudizio del film in sé.
In generale ritengo che qualsiasi regista (a meno che non sia un regista indiano ) che concepisca l’idea di fare un film (dedicato ai circuiti commerciali - non stiamo parlando di underground o autori con ambizioni unicamente festivaliere) di tre ore e mezza si sia davvero montato la testa…
Premetto che “The Irishman” mi è piaciuto di più. E che, a differenza di un “Oppenheimer”, di primo acchito non ho subito voglia di rivederlo. Però. Però, si tratta comunque dell’opera di un Maestro. Di un regista che forse, a 81 anni, continua a non avere rivali, quando “ci dà dentro”. Quando ha una certa storia da raccontare, apparato tecnico impeccabile, cast all’altezza. E a proposito, se Di Caprio è ottimo, ma alle prese con un personaggio monocorde (e troppo ingrugnito, va detto), il pezzo forte resta De Niro. Il vecchio Bob, pure lui 80enne,rimane un campione di finezza recitativa, a cui basta piegare un po’ la bocca per esprimere stati d’animo. E con un carisma, ideale se deve fare il boss, tale da cancellare gli altri attori presenti. E se magari non tutti i 199’ di durata sono indispensabili, non lamentiamoci. Ogni 4 anni, uno Scorsese “ottimo e abbondante” sazia il vero cinefilo. Ringraziamolo a prescindere…
P.S. Geniale il finale “radiofonico”. E terribilmente amaro…
è quello che mi ripeto sistematicamente a ogni suo film da dopo casinò a oggi, eccezion fatta per shutter island. la maniera prima, la caduta sempre più libera poi. tanto più che ho mollato i remi con gli ultimi 5. e a meno che non mi diciate in 10 che qua siamo agli stessi livelli qualitativi di un casinò, non esiste davvero che mi ci metto.
Schramm. Detto con rispetto e simpatia. È meglio per te se “ti ci metti”. Scorsese è Scorsese. Registi come lui, non ce ne sono più. Quindi, fai lo sforzo. Ti conviene. Perché se l’alternativa ha da essere , chesso’, un film italiano… bè, poi non frignare!!
a parte che le mie prioritarie alternative a quest’ultimo scorsese non vanno sicuramente incontro ai film italiani e che quindi non ho nulla di che frignare, resta il come sopra. solo se qualitativamente siamo dalle parti di un casinò. della beneducata maniera intrapresa nella fase successiva di china non so che farmene. se poi è pure stretchata a 3 ore e mezza, peggio mi sento.
perdonami, ma scorsese è scorsese non vuol dire niente. impossibile essere acritici: scorsese di quei bravi ragazzi e scorsese di the aviator non è lo stesso risultato e livello. scorsese di taxi driver e scorsese di gangs of new york son pianeti estremamente differenti e lontani tra loro.
È corretto quanto dici, ragionando “retrospettivamente”. Ma bisogna anche essere pragmatici, e guardare la situazione cinematografica attuale, a livello mondiale. In tale contesto, appunto, dico a voce alta e chiara “Scorsese è Scorsese”…
P.S. Quella sul cinema italiano, era una evidente, anche gratuita se vuoi, boutade…
In tutto questo vorrei sapere il senso di presentare fuori concorso un film ad un festival per poi distribuirlo solo cinque mesi dopo (ed è Scorsese. Pensate che fine farà POVERE CREATURE). Infatti sta andando maluccio (a parte lo scorso fine settimana ma poi s’è rapidamente afflosciato) e non si può neanche ‘prendersela’ con la durata visto che OPPENHEIMER di ore ne dura tre.
È un film Apple. Se ne sbattono degli incassi in sala. Ormai Scorsese si fa finanziare dai gruppi multinazionali (4 anni fa, Netflix…). Che tanto, economicamente non vanno in perdita. E a livello di immagine, è questione di prestigio. Tutti tronfi e compiaciuti, possono dire al mondo “Eh, noi finanziamo Scorsese…”. Ma per un Scorsese prodotto, c’è anche un bel po’ di puttanate realizzate, ovvio.
In linea di massima sono assolutamente d’accordo con Zardoz, specialmente per quanto riguarda il finale “radiofonico”, De Niro e la considerazione di Scorsese.
Tralasciando però chi sia o chi non sia o cosa abbia fatto e concentrandoci sul film in questione, proprio il fatto (sempre per citare Zardoz) di non avere voglia di rivederlo subito è per me un segnale che forse MS non ha raggiunto in pieno le aspettative.
Ripeto tutto il pacchetto è sontuoso e bellissimo da vedere (i colori, la ricostruzione del periodo e voglio anche sottolineare una - secondo me - straordinaria colonna sonora)… però… la storia ha poco di mistero o plot twist (ok si, è una storia vera non un giallo) e specialmente l’ultima ora l’ho trovata troppo trascinata per le lunghe perciò la durata mastodontica davvero non gioca a favore. Poi ovviamente è solo una mia opinione, tuttavia considero quest’ultima (sebbene assolutamente epica) opera di MS un capolavoro mancato, magari as un’eventuale seconda visione mi ricrederò (d’altra parte anche the Irishman alla prima visione non mi aveva convinto del tutto, poi amato nelle re-visioni)
Ti dò ragione, in buona parte. Ho come l’impressione, anche a distanza di giorni, di aver assistito a un film che è soprattutto “da ammirare”. A differenza, appunto, di “Oppenheimer”, che “si fa amare”. E di conseguenza, invita volentieri a più visioni. Comunque, il cinefilo vero ha ancora bisogno di opere simili. Non posso, e non voglio sminuire il lavoro di uno come Scorsese. Che, ripeto, ha i suoi 81 anni…
Ma ciao che mezz’ora, fai anche una bella ora in meno! Personalmente mi è sembrato veramente interminabile, certo la storia è bella e gli attori sono dei grandi, ma in sala ho già iniziato a guardare l’orologio dopo un’ora e mezza…
Peggio ancora. L’ultimo, lo diresse a 104(!!!). Se si fosse ritirato almeno 30 anni prima, una moltitudine di cinefili in tutto il mondo, avrebbe festeggiato. Urlando un gioioso "Vaffan…!!!"
Simpatico l’aneddoto che girava sul fatto che ormai Scorsese e Di Caprio (sei film insieme) erano diventata la nuova coppia di fatto di Hollywood generando la gelosia di De Niro (con cui invece ne ha fatti nove). Anni fa in un festival si sono presentati mano nella mano come due bravi fratellini. D’altra parte il buon Martin ha sempre avuto muse ispiratrici della grazia di De Niro, Keitel e Pesci.
De Niro non deve essere geloso, ci mancherebbe. Anche da ottantenne, quando ha ruolo e regia giusti, lo mette in quel posto a chiunque, attorialmente. Credo lo sappia benissimo. E se la ride, con quella mezza smorfia che ben conosciamo. E amiamo. Da una vita…
P.S. Perfino Stefano De Sando, sua voce dalla scomparsa di Amendola, quando ha a che fare con un film diretto da Scorsese, pare più convinto e impegnato, nel doppiarlo. Coincidenza? Non credo proprio…,