Un documentario assurdo, più accattivante e coinvolgente di un film di fiction, pieno di colpi di scena e capovolgimenti di fronte, cambi di registro inaspettati ed eventi imponderabili che intervengono a cambiare le sorti del film e del soggetto stesso che viene trattato.
Con l’avvento delle piattaforme streaming il più grande videoclub di New York, Kim’s Video, chiude i battenti. Si tratta di una collezione di vhs e dvd enorme, più di 55.000 titoli, messi insieme in anni ed anni di fervente passione e febbrili ricerche, andandosi a procurare titoli ovunque, anche al di fuori degli USA (e ben prima dell’avvento di internet), anche attraverso richieste ad ambasciate o viaggi in nazioni vicine o lontane appositamente per acquistare titoli irreperibili sul mercato statunitense, a prescindere dalla presenza di sottotitoli o meno. Una collezione dal grandissimo valore storico ed artistico, ineguagliata da qualsiasi altro cineclub al mondo.
Il proprietario decide di fare un bando pubblico, cederà gratuitamente la collezione a qualsiasi ente, pubblico o privato, che garantisca di continuare a tenere vivo il materiale, costruendo attorno ad esso un progetto e consentendo la fruizione al pubblico per motivi di studio o di intrattenimento. Una clausola inoltre è quella che gli attuali membri del videoclub devono aver diritto vita naturldurante a fruire dei film in questione gratuitamente, a prescindere da dove venga infine collocata la collezione.
Ed è qui che entra in campo Sgarbi, all’epoca sindaco di Salemi, il piccolo comune della Sicilia che egli dichiarava di voler far rinascere come esemplare polo culturale.
L’amministrazione comunale propone un progetto grandioso che prevede festival ed iniziative culturali che dovrebbero nascere intorno al fondo di titoli in home video proveniente dall’America, facendo diventare il palazzo che li ospita il centro culturale dedicato al cinema più importante di tutta la Sicilia.
Il signor Kim ci casca e spedisce tutto quanto a Salemi in numerosi container.
Poi per anni non se ne sa più niente.
Il regista David Redmon, vecchio tesserato di Kim Video, non riesce a darsi pace. Non si capisce che fine abbiano fatto i film, non si riesce a trovare nessuna informazione in merito, niente di niente. Testardo, vuole scoprire a tutti i costi che fine abbia fatto quel patrimonio culturale magnanimamente devoluto ai cittadini italiani e decide di far valere il suo diritto di fruizione vita naturaldurante della collezione. Senza avere nessuna pista da battere non si lascia scoraggiare, prende un aereo per la Sicilia, arriva a Salemi e cerca indefesso di ottenere qualche risposta, facendo domande alla gente per strada, agli impiegati comunali, ai tassisti, riprendendo il tutto con la sua fedele videocamera. È così che scopre che sotto l’amministrazione di Sgarbi il comune è stato commissariato per mafia, tutti i progetti millantati sono stati accantonati e le decine di migliaia di film giacciono in stato di abbandono in un magazzino fatiscente, in balia di infiltrazioni di pioggia, muffa, sporcizia e quant’altro.
Ma tutto questo è solo l’inizio di un’avventura incredibile, nella quale la determinazione e l’amore per il cinema di una persona riuscirà a portare a sviluppi imprevedibili, epici, grotteschi, sbalorditivi, che saranno in grado di cambiare il destino di quella che sembrava l’ennesima storia di malversazione all’italiana, contro tutto e contro tutti.
Un film che intrattiene, emoziona, stupisce, pieno di svolte narrative inattese e formidabili, poiché quello che accade sotto i nostri occhi altro non è che la realtà, e non una vicenda di fiction.
Secondo me è imperdibile.