Paganini (Klaus Kinski, 1989)

Titolo: Kinski Paganini
Regia: Klaus Kinski
Anno: 1989
Paese: Italia/Francia
Genere: drammatico/storico ?
Durata: 82 minuti (versione cinematografica) / 95 minuti versione originale
Cast: Klaus Kinski, Debora Capriogliuo, Eva Grimnaldi, Nikolai Kinski, bernand Blier, Tosca D’Aquino, Dalila Di Lazzaro
Produzione: Président Films/Augusto Caminito

Credo che il film vada in questa sezione (girato in Italia, prima del '90 e con co-produzione italo/francese), altrimenti per favore spostatelo nella sezione più idonea.

Kinski Paganini ridefinisce il concetto di onanismo autocelebrativo. Non è un biopic, non è un documentario…aggettivi come “pazzoide”, “megalomane”, “allucinato” (e allucinante), “farneticante”, “smanioso”, “assurdo”, “folle”, “febbrile”, “inconcepibile”, “invasato”, “demenziale”, “sconclusionato”, bastano appena a dare un’idea della visione delirante che ci aspetta.

Quella in mio possesso è l’edizione tedesca doppio disco della SPV, che contiene sia la versione cinematografica “kinofassung” (82 minuti) che quella originale, diciamo così “uncut”, approvata dall’autore (95 minuti), oltre ad una lunga serie di extra comprendenti scene mai viste, il making of, interviste e speciali vari. La differenza tra le due versioni del film è notevole, non solo perché molte sequenze (ovviamente le più hard) vengono spazzate via negli 82 minuti, ma anche perché c’è un diverso montaggio, tant’è che la versione originale ha tutto un altro inizio (vagamente più sensato da un punto di vista logico) rispetto alla “kino fassung”. Ora, parlare di montaggio per Kinski Paganini è come parlare della corda in casa dell’impiccato, poiché la prima cosa che salta all’occhio è che il film sembra “non montato”, le sequenze si susseguono non dico random, ma poco ci manca, e presumo che quell’ordine cronologico sia semplicemente quello che a Kinski piaceva nei 5 minuti immediatamente successivi alla fine delle riprese. Giustamente il Dizionario Stracult parla di film “non girato”, “non costruito”, “senza storia” e “senza testa” (e molto probabilmente “non montato”). Dice la Grimaldi che si girava senza trucco e senza luci

L’identificazione tra Kinki è Paganini è totale, a cominciare dal titolo. Tutto quello che nel film si dice di Paganini è attribuibile a Kinski e viceversa (e c’è pure un po’ di Nosferatu dentro). Sul set si circonda di attrici da stuprare (e non è un eufemismo), abbiamo nell’ordine: Dalila Di Lazzaro, Tosca D’Aquino, Debora Caprioglio (in Kinski), Eva Grimaldi, oltre ad una serie di figure femminili en passant.
Forse ancora più divertente del film è la serie di documentari, in buona parte con audio italiano poiché, trattandosi di una produzione italiana, sul set si parlava anche italiano. Come era prevedibile, Kinski cazzia tutti, senza problemi, canate e secchiate di sterco come se piovessero, e tutto perché non si collaborava fattivamente alla creazione di un film “extraordinario”, come lui stesso fa umilmente notare al popolo bue.

Nel documentario, la povera D’Aquino, alle sue primissime esperienze cinematografiche, manca poco piange per tutto quello che Kinski le dice e le fa; con la sobrietà che gli è tipica le ripete davanti a tutta la troupe che la sua recitazione nella scena d’amore fa schifo, dopodiché decreta il ciak e attacca a leccarle la passera come un san bernardo affamato da settimane. Immaginatevi voi 'sta povera donna cosa deve aver provato dentro di sé in quei lunghi interminabili giorni di “grande cinema”.
La sensazione è che il girato sia stato 10 volte tanto il “montato” (termine, come detto, da usare con le pinze); Kinski gigioneggia mostruosamente, ed il suo campionario di facce, camminate zoppe e gesti eclatanti, rimane indimenticabile.

La scena della morte di Paganini, con sonata ultra luciferina che affoga nei miasmi di sangue del violinista, è degna della Corazzata Potemkin, c’è la scalinata, gli occhi del bambino, la vestaglia damascata.

Devastante il commento sonoro; ok, è Paganini (suonato da Accardo) direte voi. Ma intendo, quanto dura il film, 82 minuti? Ecco, per 82 di minuti, nessuno escluso, c’è il violino di sottofondo, sempre, ininterrotto, sempre!!! I dialoghi poi sono tutti da inquadrare nella loro giusta ottica; Kinski gira e fa dimenare gli attori, poi sopra ci monta pezzi di frasi, le interrompe come e quando vuole, non le mette in sincrono con la recitazione, anticipa o posticipa i discorsi rispetto alla presenza degli attori in scena, e soprattutto riempie di parlato sequenze dove nessuno parla. Anche per questo l’idea che il film non sia stato montato si fa abbastanza plausibile.

Unico film di Kinski regista e ultimo film di Kinski, che morirà due anni dopo (e c’è pure Donatella Rettore).

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Il film non sono mai riuscito a finirlo, anzi ora che ci penso credo di essere arrivato sì e no a mezz’ora, non di più. Ricordo però molto bene la sequenza (negli extra) di cui parlavi tu, quando la D’Aquino si fa ispezionare per bene da Kinski…

'Sta meravigliosa edizione crucca prima o dopo vorrei “gustarmela” (parola grossa…). Il film lo vidi 12-13 anni fa nella vhs allegata a “Panorama”…film, ho detto? Mannò, è appunto un videoclippone demente e demenziale, con Kinski convinto di giganteggiare come fosse Welles o Laurence Olivier. Sceneggiatura? Direi proprio “non pervenuta”, forse addirittura mai scritta. Insomma, una ROBA che se presa per il verso giusto te la puoi anche guardare, ma il cinema è davvero da un’altra parte. Ricordo poi un servizio fotografico apparso su “Ciak” nel maggio o giugno '88 (quindi un paio di anni prima di raggiungere le POCHE sale italiche…), col caro Klaus intento a sollazzarsi fra le poppone dell’allora sua compagna Caprioglio. Bè, dite quel che volete, ma al momento della dipartita quest’uomo se n’è andato con dei bei ricordi, poche balle…
P.S. E chi ha voluto (DOVUTO?) finanziare codesta sciaguratissima impresa? Bè, un produttore con BOSCAGLIE di pelo sullo stomaco quale Augusto Caminito! Responsabile, vedi un pò il caso, anche di “Nosferatu a Venezia”…

Ma anche di “Grandi cacciatori”

Bravo, esatto. Si vede che Kinski gli era simpatico. PRIMA di cimentarsi nella “paganinata”…
P.S. L’ho detto in un’altra occasione: è mai possibile che nessuno abbia mai fatto una bella “intervista carriera” a Caminito? Ne avrebbe di cose da raccontare, proprio stile “io ne ho viste cose…”!

Il film ho provato a vederlo ma confesso di non essere mai riuscito a superare l’ora…sembra proprio un film alla deriva più completa, affascinante proprio per il suo totale rifiuto di qualsiasi rigore cinematografico ma allo stesso tempo troppo pesante da reggere, con Kinski onnipresente in tutte le scene o quasi.

COmunque segnalo che il doppio DVD tedesco (che ho) è stato ristampato anche dalla MYA…presumo sia identico visto che contiene entrambe le versioni

Forse il Kinski-Paganini assume la sua forma proprio nella coabitazione tra versione cinematografica+versione uncut(?)+backstage, perchè davvero sembra impossibile racchiudere in un film montato quello che Kinski aveva in testa. Questo pacchetto mi ha affascinato, ho provato comunque emozione in alcuni passaggi dei film e del dietro le quinte, vedendo all’opera un grande attore, un uomo complicato e un artista non all’altezza della sua vulcanica autodistruzione.

Vederlo maltrattare future ‘cagne’ ( in senso ovviamente recitativo, non ho nulla contro la persona) come Tosca d’aquino è la vittoria di un cinema sanguigno e urgente contro quello dei futuri volti televisivi da raiuno e del cinema anestetizzato mad in Italy.

Rimane un Ufo,e comunque è bello pensare che un tempo si producessero simili astrusità.

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Che non sia privo di un suo morboso fascino te lo concedo, proprio per la sua “unicità” a cui tu fai riferimento, nel bene e nel male (e soprattutto nell’assurdo). Tuttavia ci andrei piano con le romanticherie; la D’Aquino, per dire, non è che venga maltrattata per la sua “cagnesca” recitazione di un monologo del Riccardo III, il problema è solo che lei non apre abbastanza le cosce a favore di camera, affinché sua maestà Kinski possa rigovernarle a dovere le pudenda…

Chiaro. Ovviamente la mia era una considerazione da spettatore distante 20anni da quelle riprese, anche se suppongo che Kinski fosse contemporaneamente attratto dalla fisicità della D’aquino, quanto disgustato dalla sua pochezza di interprete, e che quindi godesse doppiamente nel farle quello che le ha fatto.

Incredibile ma vero: è uscito pure da noi, label Mustang! Visto in videoteca, prezzo 14,99 euro, durata indicata 81’, formato video 1,33. Mi sa che è lo stesso master dell’edizione tedesca…

E pure di “Oltre l’oceano” di Gazzara…

Tutti filmoni…della minchia!
P.S. Neppure il film di Gazzara passò nelle sale. In compenso, venne presentato al festival di Cannes '90.

Qui c’è una recensione del dvd italiano:

Possiedo l’edizione cut.
Potremmo condividere il contenuto delle scene tagliate? Ricordo di aver visto delle foto di scena - le cui immagini non compaiono nella mia versione - con un KK inginocchiato davanti alla Caprioglio in topless.
Qualcuno conferma?

Grazie per le info a tutti…

Il finalone della storica conferenza stampa di Kinski a Cannes:

Qui una versione più lunga:

Visto. Senza parole. Mi ha fatto pena la Caprioglio, poveretta: tenta di sorridere, è calma, ma pare un cucciolo smarrito, finito NELLE FAUCI DELLA FOLLIA (di Kinski)…

NO, la Caprioglio cucciola smarrita no. Tutto, ma non questo.

Citando il sommo De Sica potrei chiosare con un bel “Timida, cara? Co’ sta faccia da zoccola?”

FISICO da zoccola, anche sì. Faccia, no. E in quella conferenza stampa, ripeto, mi è proprio dispiaciuto per lei, accanto a quella belva scatenata e senza ritegno…

Leggetevi il libro di Stefano Loparco, uscito da poco, dedicato al film e a Kinski. Ci sono anche parecchie testimonianze recenti, tra cui, appunto, quella della Caprioglio.

In un’intervista anni fa la Caprioglio non era affatto pentita della sua relazione col ben più vecchio Klaus. Diceva che era un uomo di gran fascino. Nel frattempo ha cambiato opinione?