La cameriera nera - Mario Bianchi, 1976

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ven, 10/3 - 23:05, 7 gold

Italia
Anno 1976
Regia :: Mario Bianchi

Interpreti :: Magda Konopka
:: Gianni Dei
:: Al Capri
:: Femi Benussi
:: Carla Brait

Durata 100’

Di nuovo su 7 Gold venerdi 12 gennaio ore 23.15

In onda stasera.

Dvd in arrivo per la Perseo:

http://www.kultvideo.com/scheda.asp?item=18685&type=DVD

Commedia sexy assai misera e modesta, col grave difetto di non far ridere. Personaggi poco significativi, piatti, mediocri; tra gli uomini non si salva quasi nessuno, giusto qualche momento di Franco Latini (il portiere), e dello psicologo tedesco (Elio Stefanizzi?), talmente kitsch e sopra le righe da sfiorare il surreale. Per il resto, il comparto comico de La Cameriera Nera è da dimenticare; avvilente, finisce con il legittimare chi ha sempre visto nelle commedie sexy dei pretesti per mettere in mostra tette e culi, col contorno di battute e situazioni comiche da scuola media. Da segnalare comunque la presenza di Gino Pagnani, celeberrimo doppiatore anche di cartoni animati, assieme a Latini.

Manco a dirlo, si salvano solo le attrici; bellissima Femi Benussi, spesso a seno nudo, assieme alla coprotagonista, la cameriera nera appunto Carla Brait (dotata di un fisico a mio parere troppo scolpito e muscoloso, e di un seno anonimo). Pure Magda Konopka si mostra generosamente, belloccia e ben in carne. Infine ci sono Ria De Simone, sexy e fascinosa però sempre vestita, e Luciana Turina…vabbè.

Tra le righe ci sono accenni razzisti; non solo quelli espliciti di Eolo Capritti, nostalgico della campagna d’Africa, ma anche quelli messi in bocca alla Benussi che, ad esempio, per denigrare la Brait, rivale in amore, l’appella come “nipote del Negus”. Inoltre il fascino della nuova cameriera deriva esclusivamente dall’essere nera, come se questo di per sé la qualificasse come donna nonché oggetto sessuale…sai come ci devono essere andate a nozze le femministe e i Morandini dell’epoca!

Dozzinale anche la colonna sonora; a tal proposito, ridicola la scena in cui la Brait viene invitata da Capritti a danzare un “ballo africano” (si dà per scontato che lei sia africana, come se l’America, l’Inghilterra, la Francia, l’Olanda, etc., non fossero popolate da persone di colore), in nome dei vecchi tempi della campagna del Duce. Capritti dice di avere “la musica adatta”. Fatto partire il giradischi, la Brait (che era ballerina per davvero) inizia a danzare scompostamente su una canzone che pare una sigla di un cartone animato dei Cavalieri del Re, e pure il vestito che indossa (che presumo nelle intenzioni dovesse evocare il Continente Nero), pare più una carnevalata che altro. La “coreografia” naturalmente non ha alcunché di africano, e non è nemmeno chiaro perché dopo 30 secondi la Brait debba essere in topless (ma si sa, le donne delle tribù non si formalizzano mica…).