La controfigura (Romolo Guerrieri, 1971)

cavolo, ma se a tutti piace la Aulin perche’ il buon Sorel muore di passione per la fascinosa mammina???;);):wink:

Ti diro’ a parte la aulin,a me non dispiace neanche la bose’.

Devo dire che da certi pareri letti qui mi aspettavo un film interessante e di un certo livello. Nonostante tutto sono rimasto piusstosto deluso. Il film non è assolutamente un giallo e per quanto difficile da catalogare lo farei rientrare tra i thriller morbosi (tipo i primi di Lenzi ma questo lo trovo parecchio inferiore).

Di tensione ne ho patita davvero poca, il finale che in diversi acclamano come eccezionale, io l’ho trovato altamente prevedibile: insomma si capisce benissimo come era andata la storia da circa 10 minuti dalla fine. Percui nessun gran colpo di scena finale.

L’unica cosa che ho apprezzato del film sono stati gli attori strepitosi (a cominciare da Sorel) e la metodologia di narrare la storia a suon di flashback. Quest’ultimo nota abbastanza innovativa per film di questo genere e di quegli anni. Per il resto, a mio modesto parere, fa fatica ad arrivare alla sufficienza.

… e si vede che non apprezzi ciò che rende questo film unico e, a mio parere, un piccolo capolavoro. Lenzi le soluzioni linguistiche adottate da un Guerrieri quasi Nouvelle Vague se le sogna la notte. In fondo non è questo il cinema moderno?

Che il film sia più impegnato e forse tecnico e innovativo dei thriller lenziani non lo metto in dubbio. Ma un film non può e non deve essere solo questo. La controfigura è un film che non parte mai, aspetti qualcosa che non accade e come storia lo trovo banale. Non citerei nemmeno lontanamente questo film come “quasi Novelle Vague”, sarebb eun insulto ai veri capolavori del genere.
Poi ovviamente i gusti sono gusti, non c’è niente di male, evidentemente tu trovi qualcosa in questo film che io non trovo. Se volessi spiegare più accuratamente cos’è questo “qualcosa” te ne sono grato. Ciao

Ti dico solo 3 cosette altrimenti scriverei 1 epigrafe:

  1. utilizzo del ralenti in funzione diegetica e non descrittiva e/o gratuita.
  2. uilizzo di flashback e flashforward in un contesto, come il giallo italico, in cui questa procedura non si era ancora vista, neanche nei capisaldi del genere pregressi (es: una sull’altra, il dolce corpo di deborah)
  3. montaggio ellittico (e qui mi permetto di dire che Guerrieri è 1 Maestro totale).

Per non parlare della bellezza delle inquadrature nelle sequenze “erotiche”. A mio avviso questo film non solo fa sfigurare molti “capolavori” della Nouvelle Vague (basti paragonrlo ad alcuni gialli che nel periodo sfoderava Chabrol), ma deve essere considerato un vero gioiello della nostra cinematografia.
e poi, ripeto, cinema moderno: i primi 10 minuti di questo film valgono almeno 4 film di Lenzi. E non deve succedere per forza qualcosa di eclatante per farti apprezzare i film. Per me basta il triangolo fidanzato-amante.
Poi ovviamente, come dici tu, i gusti sono gusti…

Come già scrissi, appunto, ho apprezzato e valutato parecchio questa tecnica a flashback (vedi sopra).

“montaggio ellittico” non so cosa sia. Se hai tempo potresti spiegarmi brevemente di cosa si tratta?

Sono d’accordo che in un film non ci deve essere per forza qualcosa di eclatante per essere apprezzato, e sono più che sufficienti tecniche, fotografia, giochettini innovativi ecc… tuttavia queste cose le apprezzo in altri film (Bava, Antonioni,…).
Qui ci saranno anche queste cose, ma non mi hanno colpito eccessivamente, e anche la storia secondo me deve essere un minimo avvincente. E questa non mi ha entusiasmato troppo!
Ma è ovvio che è un parere soggettivo… tu evidentemente riesci ad apprezzare aspetti diversi dai miei. :wink:

Non un capolavoro, ma certamente un buon film. L’ho ri-visto ieri sera nella copia da rete 4.
Quello che mi ha sorpreso è il ritratto molto veritiero della figura dell’architetto…(Guerrieri dimostra di conoscere a fondo l’ambiente…).
Beh, la Bosè è 10 spanne sopra la Aulin, in fatto di bellezza, fascino e classe…
Jean Sorel ha la solita espressione di marmo…
Sul dossier Nocturno dedicato al regista, lessi che Guerrieri era pentito di aver utilizzato il flashback: io, onestamente, non l’ho trovata poi malaccio come idea.

Mi confermate che tutte le registrazioni TV sembrano avere l’audio con un ronzio in bassa frequenza che lo fa sentire piuttosto basso? Sarei felice se qualcuno potesse smentirmi e naturalmente fornirmi una copia con una buona qualità audio in caso, in quanto un buon master (pur cut ma comunque integrabile) è spuntato fuori finalmente :smt033

//youtu.be/lzoT-OvKeDE

Naturalmente farebbe assolutamente lo stesso se si facesse avanti qualcuno con comprovate conoscenze in audio editing per migliorare la traccia in italiano nell’ipotesi più pessimistica.

Il film nasceva già nel 1968 per la regia di Giulio Paradisi che ne aveva scritto la sceneggiatura insieme a Libero Bigiaretti e Renato Nicolai con esterni da girare in Tanzania a Dar Es Salaam.
Doppiaggio:
Jean Sorel: Luciano Melani
Ewa Aulin: Lorenza Biella
Silvano Tranquilli si doppia da solo
Marilù Tolo: Daniela Nobili
Antonio Pierfederici: Renzo Palmer

Lo trasmettono su Iris alle ore 7.10 venerdì 11.

Visto che è molto raro e mi pare non girino copie decenti, consiglio di registrarlo (e magare fare girare :wink: ).

Io l’ho trovato molto particolare, davvero inaspettato per essere un film di Guerrieri. La Bosé splendida, si capisce bene lo sturbo di Jean Sorel :smiley:

Non ho ben compreso il senso del titolo…

Concordo in toto con i vecchi commenti dell’utente Rassimov, per me siamo ai limiti del capolavoro qui…di certo lo stesso Guerrieri non saprà fare
Meglio in tutta la sua filmografia.

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