La cultura della destra

http://www.libreriauniversitaria.it/BIT/884207215X/La_cultura_della_destra.htm

Leggetelo, è illuminante.

Sicuramente sarà brevissimo, praticamente un bignami

veneziani da sempre non mi sembra un luminare, visto anche ciò che ha fatto in RAI con gli altri cialtroni del CDA

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Non l’ho letto, di lui ho letto Di padre in figlio e i Vinti della Globalizzazione, mi propongo di comprarlo quanto prima.

Mah,io Veneziani non lo trovo così sottosviluppato.A dirla tutta,una certa preparazione dimostra di averla.Proprio per questo trovo irritante questo suo prestarsi ad ignobili giochini di potere,son cose da cui un vero intellettuale(o presunto tale)dovrebbe astenersi.Quanto alla “cultura di destra”,è un mito altrettanto epocale di quello sulla “cultura di sinistra”:la vera cultura non ha padroni e non suona il piffero di nessun partito,come giustamente notava un celebre scrittore italiano del secondo dopoguerra.

Penso che Veneziani utilizzi il termine “cultura” nel senso di “dottrina”, cioé, come da dizionario Garzanti:

1. patrimonio specifico di conoscenze e nozioni organicamente legate fra loro che un individuo (o, in questo caso, una categoria di persone - NdSlog) possiede, e che contribuiscono in modo sostanziale alla formazione della sua personalità

In questo senso il libro rischia di essere sul serio una lettura molto interessante, soprattutto vista la confusione che routa intorno a questo supposto ‘patrimonio condiviso’: come la piccola sinossi del link di Aflow lascia intuire, esiste una notevole differenza tra la concezione di destra che può avere la maggioranza dell’elettorato centrodestrista rispetto a quella che può avere la destra più radicale, o quella tradizionale, o quella nostalgica, sino al cosiddetto nazionalcomunismo. Mille sfaccettature che alla fine risultano in modi di pensare parecchio differenti tra loro, e che a mio avviso spesso faticano a stare sotto lo stesso ombrello. Sarebbe appunto interessante leggere l’opinione di Veneziani in proposito.

Guarda Slogo,a me è capitato spesso in passato di leggere le opinioni di Veneziani sulla cosiddetta “cultura di destra”.Prenderle per buone equivale a farsi l’idea di un elettorato omogeneo,composto da persone della stessa estrazione sociale e con le medesime idee.Il che è utopia pura,appunto;senza contare che l’attuale destra è un calderone che mescola di tutto,dal partito-azienda di Berlusconi al federalismo della Lega.Il medesimo equivoco l’ho visto fare spesso anche a sinistra.Non c’è dubbio che chi vota Rifondazione Comunista o Buttiglione in linea di massima condivida con altri elettori determinate ideologie;ma a questo punto diventa riduttivo parlare di “destra” e “sinistra”.Senza contare che tanti cianciano sull’argomento con idee preconcette e spesso sballate su cosa si debba intendere per “destra”.Ad una minus habens che tuonava contro la destra chiesi che intendesse per “destra”:lei mi ha risposto che ne sapeva più di me in quanto suo nonno era un SS.Giusto per dire quali cazzate uno debba sorbirsi.C’è gente convinta che il Partito Liberale non fosse destra in quanto non condivideva le idee reazionarie del Movimento Sociale;a nessuno di loro viene in mente che la Destra Storica esisteva prima di Mussolini,ed era composta da Liberali come Sella e altri post-risorgimentali.Del resto,lo stesso Berlusconi alimenta equivoci confondendo nelle sue farneticazioni i concetti di liberalismo e liberismo,che son cose completamente diverse.A dirla tutta,molti ignorano il pensiero politico liberale e giungono all’erratissima equazione liberale=tollerante,democratico.I Liberali dell’Italia ottocentesca avevano ideologie che con la democrazia non c’entravano una cippa,mica l’hanno voluto loro il suffragio universale.Ma erano comunque distanti anni luce dall’ultranazionalismo dell’estrema destra mussoliniana,che è altra cosa ancora.

si può avere un sunto?

Esatto! E’ un interessantissimo saggio/manifesto su quel che è la destra secondo Veneziani.