La destinazione

Anno 2002
Durata 124
Origine ITALIA
Colore C
Genere DRAMMATICO
Produzione I.C. SIRE, RAI CINEMA
Distribuzione MIKADO (2003)
Data uscita 09-05-2003

Piero Sanna
Attori
Roberto Magnani Emilio
Elisabetta Balia Giacomina
Salvatore Mele Efisio
Toto Mele Costantino
Sebastiano Brotzu Cortes
Vanni Fois Brigadiere Fontana
Raffaele Ballore Maresciallo Ledda
Salvatore Porcu Procuratore Capo

Curiosità sul film riportate dal sito del comune di Mamoiada e i brani della colonna sonora

http://www.mamoiada.org/destinazione.htm

FILM DICHIARATO DI INTERESSE CULTURALE NAZIONALE, FINANZIATO CON IL FONDO DI GARANZIA DEL MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA’ CULTURALI - DIREZIONE GENERALE PER IL CINEMA.

http://www.cinematografo.it/pls/cinematografo/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=12096&url_target=http%3A//www.cinematografo.it/bancadati/consultazione/schedafilm_2009.jsp%3Fcodice%3D42699%26completa%3Dsi

Arruolatosi nell’Arma dei Carabinieri, Emilio, un ragazzo romagnolo (Rimini), si trasferisce per l’addestramento a Roma dove conosce un ragazzo sardo, Costantino, taciturno e severo. Al termine del corso Emilio viene destinato a prestare servizio in un piccolo paese della Barbagia. Il suo primo incarico è quello di indagare sull’omicidio di un pastore ucciso davanti al figlioletto Efisio che, nascosto da un cespuglio, ha potuto vedere in faccia il sicario…

Opera molto interessante del regista Piero Sanna, uscito nel 2003 e disponibile in dvd (oltre che in vhs per la collana del cinema sardo uscita in edicola)
La collaborazione del regista con Ermanno Olmi ha lasciato inequivocabili tracce in questo film. Mirabile ritratto di una Sardegna completamente diversa dalle sterotipate immagini destinate al grande pubblico (con l’espediente del ragazzo continentale mandato a prestare servizio nella sconosciuta Barbagia)

Esempio di denaro pubblico ben speso

http://film-dvd.dvd.it/dvd-drammatici/la-destinazione/dettaglio/id-182897/

eh dura la sardegna tradizionale eh???l’abbiamo visto in 2 quindi???

Siamo in tre.

Rivisto ieri sera per la seconda volta (ho la mia copia su VHS): il soggetto è sicuramente interessante, però il film, dai 60 minuti in poi, diventa abbastanza confuso e soprattutto, per più di un quarto d’ora perde il il punto di vista del personaggio principale (Emilio) per svolgere una trama gialla della quale si fa carico direttamente l’istanza narrante. Assolutamente scarna e inconsistente la storia d’amore tra Emilio e Giacomina. Un punto interrogativo sul personaggio di Costantino (chi è, che ruolo ha?) anche e soprattutto per come viene introdotto ad inizio-film. Molti personaggi in scena e situazioni non sempre gestite al meglio in sede di montaggio: probabilmente, a causa della durata della pellicola, sono state eliminate alcune scene (qual’ora risultassero effettivamente girate dal regista) che come raccordo sarebbero state utili a rendere più omogeneo il film.

Insomma, non direi: giovani pastori intrappolati dal destino in un paesino (Coloras: un nome=un programma) della Sardegna centrale, frustrati che non riescono ad immaginare altro futuro che non sia l’abigeato e il delinquere…e il “continentale” che non si racapezza in una simile società, è costretto a fuggire…

Non è poi molto chiara la tesi del regista: sono forse l’isolamento e la disoccupazione a generare la violenza nei giovani sardi? O è un’eredità culturale scolpita a livello genetico - quel famoso “pocos, locos y mal unidos” - a renderli unu populu de tzerachos, come dice, malinconicamente, Costantino nel finale del film? C’è forse un rimprovero del regista ai suoi conterranei, a leggere tra le righe del dialogo tra Emilio e Giacomina seduti su una bellissima spiaggia deserta:


[SIZE=2][FONT=Tahoma][FONT=Tahoma][SIZE=2][FONT=Tahoma][SIZE=2]E.: “Voi sardi non avete iniziativa!”
G.: “…Perché siamo tutti divisi”
E.: “Noi invece ci siamo uniti e abbiamo fatto le cooperative!”
[/SIZE][/FONT][/FONT][/SIZE]

Però, poco dopo, sembra scoccare una frecciatina nei confronti di una certa mentalità romagnola votata unicamente al business:


[FONT=Tahoma][SIZE=2]E.: “Nelle spiagge di Rimini c’è una fila di stabilimenti, la spiaggia è piena di ombrelloni, sedie-sdraio e tanta di quella gente da non rimaner spazio nemmeno per uno spillo. Perché c’è vita!”
G.: “…E il mare?”
E.: “… (silenzio) …”
[/FONT][/SIZE]

[/SIZE][/FONT]Sanna possiede buone capacità come regista, però anche lui ha (o aveva) il viziaccio del 90% dei registi sardi di raccontare storie ambientate in una Sardegna rurale contemporanea ma rimasta ancorata alle convenzioni sociali di 200 anni fa con i tanti (troppi) stereotipi di una Sardegna come lo spettatore se la immagina (e ricordiamo che il film è del 2002, non certo del 1970).
Oggi, nomi quali Efisio, Maria Antonia, Gavino e Costantino, sono via-via sostituiti dai vari James, Marika, Asia, Mirko, etc., come nel resto d’Italia, mentre i ragazzi fuggono dalla campagna per inseguire il sogno (o l’incubo, a seconda del punto di vista) del milionario ad ogni costo, del “berlusconismo”, della bella vita a suon di dollaroni, cocaina, champagne e bonazze siliconate disposte a tutto.
Ecco questa è una tematica attuale che sarebbe interessante mettere in scena: la spersonalizzazione del popolo sardo e la sua incapacità di rinnovarsi pur mantenendo i lati positivi delle tradizioni arcaiche, dato che certe tradizioni sono del parere sia meglio perderle che mantenerle in piedi. Sanna racconta ancora di pecore, di omertà, vendette, isolamento culturale…nell’epoca di Internet!

Non sono convinto…
Posso assicurarti che nei paesi dell’entroterra (ma non sono lì) continuano a nascere i vari Efisio, Bachisio, Gavino, Maria Bonaria… E posso anche assicurarti che tematiche come quelle dell’abigeato, delle faide e dell’omertà sono ancora attualissime.

Ah, non escludo che certe situazioni si verifichino ancora, sia chiaro: mi sembra però che anche la Sardegna attraversi una fase di mutazione del tutto simile a quella nazionale (immigrazione, crisi economica generalizzata, nuove tendenze sub-culturali), cioè anche la violenza in Sardegna mi sembra cambiata, più legata al traffico di droga e/o al giro della prostituzione piuttosto che al furto di bestiame. Poi, ovvio, non è qualcosa che cambia così, di botto.

Sardegna non è solo Barbagia così come Toscana non è solo Maremma: ci sono esempi di ottimi film ambientati a Cagliari (Pesi leggeri di Pau: ottimo!) e a Sassari (Un delitto impossibile: un altro film molto carino) e chissà quanti altri…

Da De Seta a Cabiddu, Columbu, Mereu e lo stesso Sanna, vedo film tematicamente molto simili. Che, per inciso, non è un male. :wink:

Stesso discorso lo si potrebbe fare per la Sicilia: quanti film sul sicilianuzzo ottuso e mafioso sono stati prodotti?

Ecco, sarebbe bello se i registi sardi si dedicassero a narrare una storia d’amore ambientata in Sardegna o un film di fantascienza ambientato in Sardegna, oppure ancora un noir e via dicendo.