La Dolce Vita (Federico Fellini, 1960)

30/12/2009 (7:40) - COMPIE 50 ANNI LA PELLICOLA CHE DIVISE L’ITALIA
La dolce vita? Un film cattolico
Il capolavoro di Fellini usciva nel febbraio 1960. Attaccato dalla Chiesa, difeso dalla sinistra ma a sorpresa stroncato da Pasolini e Calvino

http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/spettacoli/200912articoli/50810girata.asp

Non mi pare che fu criticato da Pasolini, anzi lo difese moltissimo arrivando persino ad autolicenziarsi dal giornale per il quale scriveva, in disaccordo con le sue idee. E poi collaborò al film.
E disse che si trattava di un film troppo importante per essere discusso con i canoni classici di discussione di un film.

Questo film mi è sembrato attualissimo nei contenuti…ma non vi sembra quasi come se parlasse di oggi???Bellissimo e indimenticabile film,grande Fellini, grande Mastroianni!

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Il redattore che ha scritto sto sommario forse non ha nemmeno letto l’articolo, in cui si riporta testualmente la posizione di Pasolini:

soltanto i clerico fascisti romani, soltanto i moralistici capitalisti milanesi, possono essere così ciechi da non capire che con La dolce vita si trovano davanti al più alto e al più assoluto prodotto del cattolicesimo di questi ultimi anni.

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Non so, parla di sempre. Non riesco a capire come certa gente possa parlarne male. E il finale, soprattutto la faccia di Marcello, è la cosa più emozionante che abbia visto in vita mia.

Comunque vorrei sapere chi è il ‘‘Pappagallo’’ (vedi caso Ladri di Biciclette) che ha scritto il sommario.

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Rivisto per intero dopo diversi anni, spinto dalla recente visione de La grande bellezza di Sorrentino.

Non lo trovo il miglior Fellini, anche se certe parti sono bellissime (l’incontro con i nobili nella villa in provincia, tutta la sequenza con il padre di Marcello). Qua e là però la lunghezza si avverte. Bellissimo il finale, questo sì.

Per me Otto e mezzo gli resta 1000 volte superiore.

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Ahahahah grande Andrea siamo gente di parola noialtri, sto aspettando che mi arrivi il BR in questi giorni e procederò anche io alla revisione. Hai poi trovato punti in comune tra i due film ?

Siamo Uomini di parola casomai :smiley:

Comunque sì, diversi punti di contatto, anche un’inquadratura specifica che non avevo notato guardando il film di Sorrentino, e cioé la tromba delle scale ripresa dal basso… qui è nella casa di Steiner, si vede quando Marcello arriva dopo il fattaccio, mentre nel film di Sorrentino è nella casa di Jep Gambardella. Ma al di là di questo, ci sono diverse sitazioni richiamate nel suo film che vengono da qui…

Rivisto anch’io casualmente, in tv, tutta la parte finale ambientata nella villa di Garrone. Quoto parzialmente Renato: non sarà “1000 volte superiore”, ma certo “8 e 1/2” rimane preferibile. “La dolce vita” è un film fortissimamente legato a un determinato periodo, e soprattutto ad alcuni ambienti (l’aristocrazia romana, o presunta tale, per esempio), indi appare certo più facilmente invecchiato e perfino “datato” su alcune cose. “8 e 1/2” invece, nonostante gli indubbi riferimenti autobiografici, è invece più “universale” (le nevrosi e le crisi di un artista, i ricordi d’infanzia…), e infatti sulla lunga distanza regge meglio, e ha influenzato vari autori e relativi film (un titolo per tutti: “Stardust memories”. Un Allen ancora oggi sottovalutato…). Poi, certo, abbiamo immagini indelebili e la coppia Mastroianni-Ekberg è “eterna”, ma nel complesso è un film “generazionale”, e infatti per molti spettatori oggi settantenni rimane tra i “film della vita”.

con la morte di Anitona il film è stato ridistribuito in edicola, in una edizione targata Mustang: nelle note di copertine è riportato il formato 1,85:1! Non so se sia un refuso o se hanno cambiato il master scegliendone uno “a tutto schermo”. Quindi attenzione all’eventuale acquisto anche in videoteca dato che l’edizione Medusa dovrebbe essere fuori catalogo.

sul versante Bluray qual’è l’edizione migliore? Quella italiana com’è?

Il film più famoso di Fellini(soprattutto a livello internazionale, ma stranamente non vinse l’Oscar per il film ma per i costumi)

Film di passaggio dall’Italia anni 50 a quella del boom anni 60.

Ha lasciato nell’immaginario collettivo la figura del “paparazzo”(giornalista d’assalto) e la famosa scena della fontana di trevi con Anita Ekberg.

Ottimo Mastroianni che Fellini scelse al posto di Paul Newman voluto all’inizio da De Laurentiis che doveva produrre il film(lo produsse poi il Cummenda Rizzoli e Peppino Amato)

Scritto da Fellini,Flaiano,Pinelli e Rondi con la collaborazione, nell’episodio della prostituta, anche da Pasolini.

Ottime musiche di Nino Rota.

Vinse la Palma d’Oro a Cannes.

Via Veneto fu interamente ricostruita a Cinecittà tanto che lo sforzo produttivo di Rizzoli lo indusse a farne anche una parodia con Totò e Peppino De Filippo dal titolo Totò,Peppino e la Dolce Vita diretto da Sergio Corbucci.

Paolo Sorrentino col suo la Grande Bellezza ne ha fatto una sorta di Remake del film di Fellini.

Io ho proprio l’edizione Medusa a due dischi.

Complessivamente, il master (rapporto d’aspetto di 2.35:1: dovrebbe essere quello originale) è molto buono, nonostante qualche difettuccio qui e là: non parlo solamente della presenza di qualche graffio e di qualche puntino che, probabilmente, non è stato possibile eliminare del tutto ma anche di un’altra piccola anomalia come un’improvvisa e istantanea asimmetria dell’immagine che si verifica per due volte nella prima parte del film, non so se da attribuire all’età del negativo originale o a un eventuale difetto del disco; ma ad essere problematica è la parte audio del DVD: si tratta di una versione mono che dovrebbe ricalcare quella originale ma il fatto è che si passa da alcune fasi di dialogo del tutto inintelligibili da quanto il volume risulta basso ad improvvise esplosioni che mi hanno portato più volte a dover adoperare il telecomando dell’impianto audio (stereo).

L’ascolto in cuffia sicuramente migliora la situazione ma siccome abbiamo (ri)visto il film in due, abbiamo usato i diffusori… Visione un po’ rovinata con conseguente esperienza negativa, soprattutto per madame che generalmente non apprezza i film… “antichi”.

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Tra l’altro in piano mentre la vera strada, che in realtà si chiama via Vittorio Veneto, è in pendenza. Un’altra cosa è che la parte ricostruita sta fra quelle che all’epoca erano le due edicole. Nella realtà la strada prosegue, supera l’ambasciata americana (e l’hotel Excelsior) e dopo un curvone va a finire a piazza Barberini

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in questa riproposizione estiva ne compieva 14

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da notare il v.m. ai 16 anni, che scomparve attorno alla fine degli anni 60. evidentemente per la reprise estiva del 74 venne direttamente ristampato il flano d’epoca.

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