Il verbo “suonare” (in italiano) è ancora più polisemantico del suo cuginetto anglosassone.
Porto un esempio.
Un bel dì anche io - proprio come Fedrico - ero in treno e stavo disquisendo di musica con un’amica di mia sorella (curioso perchè son figlio unico) quando lei mi fa: “Ma tu suoni ancora?”. E cari miei vi posso assicurare che non sono mai stato un musicista e che manco avevo mica dietro i piatti, i dischi o roba simile neh?
In quanto ai “dj”… in giro si trova di tutto ma è indubbio che chi è pagato da un locale per “suonare” e riesce ad accontentare un fetta di pubblico, è altro rispetto a chi semplicemente accende un elettrodomestico.
Parecchi di questi ragassuoli che vedo nei locali milanesi, se non altro, se non altro hanno speso palanche di euro in anni di acquisto vinile/cd. Non si può negare che manchino di una certa cultura musicale. Poi ci sono diversi “gradini”. C’è chi è solo un “selector” (magari dai gusti raffinatissimi, però) e poi c’è chi segue una band rock’n’roll e spinna dischi dal vivo miscelando il suo lavoro con quello del chitarrista, del drummer etc. etc., proprio come riportato dall’energumeno un po’ più sopra.
C’è gente come Madonna che venera alcuni dj/producer e che li paga a suon di bilioni di dollari solo perchè gli infiocchettino l’ultimo suo pezzo. E siccome Madonna si cura gli affari suoi ed è pure molto brava a capire cosa “frutta” e cosa no, non credo che sia proprio tutta “aria fritta” 'sto lavoro di alcuni spinna-dischi.
Se frequentate un poco il mondo del drum & bass e roba simile, se frequentate quel mondo lì incrocerete pure gente che suona ed ama il jazz.
Non è - come ho già scritto prima - non è roba che si capisce facilmente se non si ha una certo bagaglio di cultura e vita da club.
Io poi pago lo scotto di essere vecchio ed infarcito di anni sessanta e settanta. E così, quando mi sono imbattuto nelle prime serate di techno dura e pura, ho esibito quello stesso genere di dubbio/sconforto che un “housettaro”, nato nei novanta, potrebbe provare quando mi becca in ginocchio davanti ad una esibizione a video di Janis Joplin.
E’ anche un fatto generazionale, di “suoni” ed “ambienti” con cui sei cresciuto. Chi ha 20-25 anni meno di me ed è venuto su con certe sonorità e magari s’è passato le vacanze andando al Pacha o al Co-cò-ric-chiò, ha metabolizzato tutta una serie di cose che sono un poco esterne alla mia cultura, alla mia scala valoriale ed ai miei gusti di “vecchio”.
Per molta di questa gente “giovane”, chi muove i dischi e si prodiga nel far muovere il culo ad una sala intiera, è visto come io potrei vedere un Tom Jones a Las Vegas o i Miracle Workers al Bloom.
Devo comunque dire - per onor del vero e della virtù di molti - che fra alcuni dj di “club” c’è una apertura mentale e conoscenza musicale sconosciuta a molti “rockettari”. Ne conosco personalmente uno che tiene in casa più vinili di garage (“garage rock” non “deep garage” eh?) lui di parecchi tizi intortatissimi con la psichedelia.
Come al solito non è che da una parte ci stanno i buoni e da un’altra i cattivi.
E non fate troppo l’errore di concentrare il vostro disappunto su un semplice “strumento”. Un piatto non è una chitarra etc. etc. Nemmeno un secchio è un pennello e pure c’è chi ha fatto dell’arte con l’action painting.
La nobiltà dello strumento è una cosa, la nobiltà del risultato un’altra neh?
E non siate sempre così rigidi neh?