La Isla Minima (Alberto Rodriguez, 2014)

Bellissimo thriller spagnolo dalle molteplici chiavi di lettura. Lo si può considerare come una classica storia gialla con due poliziotti sulle tracce di un serial killer ma anche come uno spaccato drammatico e realistico della vita alla fine della dittatura franchista, quando si cercava di riprendere una vita normale.
È una storia che in un certo senso ricorda la prima stagione di True Detective (ma in meglio, nel senso che a me TD ha fatto schifo mentre questo film è bellissimo) anche se a me ha ricordato (come atmosfere) lo splendido Memories Of Murder.

Ci sono due personaggi molto forti, due poliziotti molto diversi tra loro che collaborano insieme a un caso che li vede alla ricerca dell’assassino di alcune ragazze molto giovani. Uno dei due faceva parte delle milizie franchiste, l’altro invece stava dalla parte opposta ed è stato mandato a indagare su questi delitti di provincia per punizione dopo aver scritto su un giornale una lettera che non è piaciuta ai suoi superiori.
Nella loro indagine incontrano un sacco di personaggi, è un film molto corale ma non è mai confuso, è appassionante e ha anche diversi momenti di grande tensione (tipo il bellissimo inseguimento al buio).
Sullo sfondo restano tante metafore che possono anche essere trascurate proprio perché fanno parte del contorno. A me però hanno interessato molto e mi è piaciuto molto come il regista ha contestualizzato la storia “crime” in un preciso periodo storico (il film è ambientato nel 1980).

Tecnicamente è girato benissimo, con parecchi interventi in CGI assolutamente invisibili (o meglio: li nota solo chi è del mestiere o che comunque sa della loro presenza) mostrati molto bene in un bel rullo dedicato ai vari VFX che si trova tra gli extra. C’è anche una buona featurette con interviste ed immagini backstage. Dura una ventina di minuti.

La qualità audio/video del blu ray è eccellente.

Il film ha fatto incetta di premi Goya in Spagna, ne ha vinti 10

Consigliato

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Visto al cinema, bellissimo senz’ombra di dubbio. Appena lo vidi il mio pensiero corse a Il segreto dei suoi occhi, stilisticamente parlando.

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Concordo sui giudizi positivi, ed aggiungo solamente che per me il finale è veramente di altissimo livello.

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Concordo sullo spessore del film. Un’ottima sceneggiatura e un ritmo cadenzato coi fiocchi. Sconcordo sul giudizio verso TRUE DETECTIVE che a mio parere è una delle serie migliori degli ultimi anni.

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Grandissimo giallo, riesce a raccontare anche un mondo, un tempo, la complessità della transizione di una nazione. Memories of murder è un riferimento dichiarato, così come la fotografia di Atin Aya. La scena del fenicottero rosa mi ha ricordato quella celebre della morte del bandito nel Desperate hours di Cimino, hai detto niente.
Da avere, da riguardare.

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Bel film, su questo c’è poco da dire, ma mi aspettavo qualcosa di diverso.
Concordo con chi dice che ricorda per certi versi la prima stagione, che a me piacque un sacco, di True Detective (atmosfera in primis, ma ovviamente anche tematiche), anzi, mi ha proprio dato l’idea di essere una serie TV compressa in 100 minuti di pellicola. Sarebbe stato infatti figo approfondire meglio le varie strade solo tracciate durante lo svolgimento degli eventi, come il passato dei due protagonisti o, più banalmente, tutto quello che stava dietro ai rapimenti e alle uccisioni delle ragazze che mi è sembrato buttato un po’ là.
Anche io, come Brass, ho apprezzato un sacco l’inseguimento notturno:

nel momento in cui l’auto del detective arriva a culo della Dyane 6 del sospettato ed illumina per una frazione di secondo l’interno, mostrando il volto della ragazza rapita ho messo in pausa e mi sono rivisto la scena 4-5 volte.
Azzeccata infine la scelta dell’ambientazione e del contesto storico, ma anche lì sarebbe stato bello un approfondimento maggiore in merito, che però per ovvi motivi di tempo non poteva essere sviluppato in un film di nemmeno 2 ore.

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Questo si che è un #jbsoa! Filmone assoluto, non posso che condividerne l’entusiasmo, finale bomba.

Bello di come alla fine quadri tutto sulla personalità di Juan, sul suo passato, di come fosse indifferente alla violenza e il disgusto, della bella vita, l’odio sviscerato verso i giornalisti, IL CORVO… final-1.

Segnalo il film su #primevideo, così può vederselo anche @lollauser.

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Visto qualche tempo fa :wink: peraltro al momento non ho Prime attivo quindi nisba :sweat_smile:
Concordo abbastanza su quanto scritto nel thread, ma con qualche riserva. Perchè a me il finale ha lasciato un po così. E’ tutta la parte poliziesca del film che non mi ha convinto, mi è sembrata un po una parabola discendente.

Non c’è una vera indagine sul caso, di fatto i poliziotti non combinano quasi un cazzo, e tutti gli indizi gli arrivano per caso, o per rivelazioni volontarie di altri personaggi…fino al finale che ho trovato loffio e poco convincente.

Tutto il contorno invece mi è piaciuto molto, dalla messinscena alla recitazione, l’atmosfera, la fotografia la fotografia e le scene d’azione, e pure i riferimenti a quel contesto storico.
Però di base è un giallo investigativo, e come detto quella parte per me funziona solo grazie alla suggestione del contorno, ma non spicca per scrittura.
Boh, sarà che è passato del tempo dalla visione, però questo è il mio ricordo.

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molto bello per tutti i motivi che avete detto, in particolare l’ambientazione post franchismo e i mutamenti sociali che fanno da sfondo alla vicenda
la somiglianza con True Detective è un altro punto di forza ma penso che, soprattutto sul piano estetico, la serie Hbo vinca a mani basse

è ancora per qualche giorno su RaiPlay

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