La moglie di mio padre (Andrea Bianchi, 1976)

http://www.cinematografo.it/bancadati/consultazione/schedafilm.jsp?codice=15761

Anno 1976
Durata 95
Origine ITALIA
Genere EROTICO
Specifiche tecniche NORMALE TECHNOSPES
Produzione KOALA CAPITOL
Distribuzione CAPITOL - CINEHOLLYWOOD
Vietato 18
Regia
Andrea Bianchi (White Andrew)
Attori
Jenny Tamburi
Gabriella Giorgelli
Adolfo Celi
Femi Benussi
Cesare Barro
Carroll Baker
Soggetto
Andrea Bianchi
Sceneggiatura
Andrea Bianchi
Fotografia
Franco Delli Colli
Musiche
Maurizio De Angelis
Guido De Angelis
Montaggio
Mariano Arditi
Antonio Lenzini, ricco industriale del Nord, ha sposato in seconde nozze Laura, una bellissima e giovane donna. Al ritorno di Claudio, figlio di Antonio, tra il ragazzo e la matrigna nasce una relazione di breve durata che però basta a far acquistare alla donna la coscienza della propria personalità e dei propri diritti. Quando Claudio riparte, Laura se ne va…

In dvd per la Cecchi Gori dal 16 gennaio:

16 gen 2008 LA MOGLIE DI MIO PADRE (1976) (Ita.mono - 16:9/Ws + trailer/note) / . / Regia: Andrea Bianchi / Cast: Femi Benussi, Jenny Tamburi, Carroll Baker, Adolfo Celi, Luigi Pistilli / Genere: Erotico / Distr.: Cecchi Gori / Prezzo di listino: 15,99 / Prezzo di lancio (ad esaurimento): 13,99

In digitale c’è il dvd giapponese con audio inglese.
In vhs la Cinehollywood

Film da riscoprire secondo me.Un Bianchi diverso dal solito.Scene abbastanza audaci con Celi, bellissima la Baker come al solito.

splendido il tema musicale dei fratelli De Angelis

Durata 1:28 e 32
Formato video 1,85:1
Nessun extra
Titoli in inglese (My father’s wife)
Nel complesso buono

Film molto gradevole con una splendida Carrol Baker (quarantacinquenne) nei panni (pochi) della matrigna.
Piccola grande delusione per i fan di Jenny Tamburi. Pur troneggiando sulla locandina (il suo nome è strillato per primo) alla bella e brava Jenny è riservata una particina (no sexy) piccola piccola nel finale. :frowning:

Buona la qualità del dvd CecchiGori.

Sono d’accordo è davvero molto bello.
Il film m’è garbato parecchio, tra l’altro è girato parzialmente nel milanese.

questo film mi ha davvero stupito: dal regista e dal cast che comprende anche Femi Benussi e Gabriella Giorgelli mi aspettavo una commedia sexy, invece è un film drammatico, benissimo recitato e anche ottimamente diretto, il migliore di Bianchi: da rivalutare assolutamente.

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Anche a me è piaciuto. C’è più di un parallelo con La Seduzione di Di Leo, anche personaggi simili (a parte la Tamburi, presente in entrambi i film ma con ruoli totalmente diversi), vedi Graziella Calvani, che nella Seduzione fa l’amica della Gastoni, borghesotta adulterina piuttosto disinibita, pari pari Femi Benussi in questo film. E a proposito della Benussi, qui è veramente “erotica”, per quanto mi riguarda ruba la scena pure alla Baker (altrettanto fascinosa comunque, a parte quella cofana di capelli che purtroppo le fanno in ogni scena).
Divertenti i siparieti tra Celi e l’amico psicanalista Luigi Pistilli, il quale, molto “professionalmente”, consiglia a Celi di andare a mignotte minorenni per risolvere i suoi “problemi”! :-p

Pure il finale un bel colpo di pistola e via richiama evidentemente La Seduzione, ma più in generale tutta la vicenda di tresca para-incestuosa nella cornice dell’italietta democristiana (anche se con Di Leo siamo in Sicilia mentre con Bianchi siamo in Lombardia).

Nessuno si è accorto che le pischelle danesi che Celi e Pistilli si trastullano a un certo punto parlano romanesco? :confused: quando Celi torna improvvisamente a casa col presentimento che la moglie lo stia lasciando, abbandonando il tetto coniugale

Bello anche il delirio visionario di Celi che si immagina la moglie a lesbicare con la Tamburi (sarà vero o è tutta sua immaginazione?)

secondo me il film tradisce un po’ le aspettative, dovute soprattutto a un cast veramente di prim’ordine
generosissimi i paragoni con il film di Di Leo, due categorie diverse sotto tutti i punti di vista
quello di Bianchi è grezzo e prevedibile e non regala mai un momento di tensione, il finale sembra quasi tirato via
quanto alle musiche, belle ok, ma non sono riciclate? quanto meno da Il Marsigliese e Milano trema

dvd CG passabile, senza extra

le musiche dei De Angelis credo che questa volta non fossero riciclate.

ricordi male …

sì infatti i pezzi da Il Marsigliese e Milano trema ci sono di sicuro
mi domandavo se ce ne sono anche altri, ma quei 2 sicuramente

beh ma io mi riferivo ai temi principali del film, non a qualcosa che si sente ognitanto come avviene praticamente sempre nelle soundrack dei De Angelis, a meno che non volete considerare riciclata anche quella de Il cittadino si ribella perchè si sente Dune buggy o quella di Squadra antifurto per il brano London town

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Posto una mia rece per chi fosse interessato al recupero di uno dei prodotti migliori di questo “oligarca” della serie Z

La tardona con il giovanotto alla maniera di Andrea Bianchi

Andrea Bianchi (1925-2013) è stato un regista sul quale si è detto e parlato troppo poco, forse anche per una (comprensibile) ritrosìa del personaggio a far parlare di sè e dei suoi films. Spuntato praticamente dal nulla alla soglia della cinquantina, licenziò nel corso dei settanta una congèrie di pellicole di infimo livello ma che avevano l’indubbio merito di carpire con apprezzabile immediatezza i gusti e i desiderata di noi poveri spettatori delle terze visioni, principali fruitori dell’allor fiorente cinematografia di genere.

Innestandosi nel filone inaugurato dal samperiano “Grazie zia”, il nostro rivisita alla sua maniera il tema “giovanotto con donna matura”, avvalendosi con nostra grande e piacevole sorpresa, di un cast di tutto rispetto, dominato dalla “strana” coppia Adolfo Celi e Carroll Baker.

Antonio Lenzini (Adolfo Celi) è un industriale cinquantenne sposato in seconde nozze con l’avvenente Laura (Carroll Baker) che non riesce a soddisfare sessualmente. Convinto dall’amico medico Carlo (Luigi Pistilli) che il suo problema è solo psicologico, decide di far rientrare in Italia il figlio Claudio (Cesare Barro) avuto dalla prima moglie, allo scopo di affidargli la gestione dell’azienda e di avere quindi più tempo libero a disposizione da dedicare a Laura. Il giovane, oltre a trastullarsi con Patrizia (Femi Benussi), moglie fedifraga e annoiata di Carlo, intreccia, come del resto era ampiamente prevedibile, una relazione, tutt’altro che platonica, con la bella Laura.

Una trama risaputa e trattata millanta altre volte, nella quale Andrea Bianchi, totalmente avulso da ogni velleità autoriale e con innato senso del trash più cristallino, fotografa involontariamente ma non per questo con minore efficacia, la crisi dell’istituzione familiare e lo squallore di certa piccola borghesia di provincia.

Al di là di una sceneggiatura zoppicante, vergata dal Bianchi in accoppiata con Massimo Felisatti (assai più a suo agio nel giallo) e di alcuni topòì squisitamente bianchiani come le inquadrature traballanti, la macchina da presa posizionata nei posti più assurdi (persino nell’abitacolo delle automobili per non pagare l’occupazione di suolo pubblico) e il montaggio eseguito con l’accetta, il film non può definirsi scevro di quelle soluzioni bizzarre e stranianti, in grado di appagare a pieno lo spettatore in cerca di emozioni forti.

Coadiuvato da interpreti straordinari, il Bianchi ci immerge in una visione weirda e politicamente scorretta del mondo reale ma assolutamente aderente in quanto tale a una credibile quanto gretta quotidianità.

Un insolito Adolfo Celi si mette incredibilmente in gioco nel ruolo di vecchio impotente; decisamente fastidioso nell’esibire un bolso corpaccione in performances erotiche dai connotati oltremodo spinti, attribuisce a Laura le colpe dei suoi insuccessi nel tàlamo coniugale, il tutto secondo clichès mai del tutto sopìti di certo machismo insensibile e troglodita. Di penoso realismo risultano poi essere l’approccio nei confronti della Baker guidato dai fumi dell’alcool, seguito da un inevitabile “Mi fai schifo!” da parte di quest’ultima, nonchè la preghiera rivolta al figlio, ormai deciso a tornarsene all’estero, di non lasciarlo solo, dichiarandosi anche disposto a condividere con lui l’affascinante consorte.

Dal canto suo la Baker, moglie insoddisfatta ed economicamente dipendente, vela il suo sguardo con la tristezza di chi, costretta a sprofondare in produzioni sempre più povere e scalcinate, aveva subito l’onta dell’abbandono dei sets hollywoodiani dopo i clamorosi “flop” di “Jean Harlow, la donna che non sapeva amare” (1964) e “La doppia vita di Sylvia West” (1965). Bellezza sfiorita, signora elegante della porta accanto d’un condominio signorile, sogno proibito dal fisico da casalinga ma proprio per questo ancor più “da urlo”, mostra un certo imbarazzo a relazionarsi con protagonisti del nostro cinema minore; memorabile rimane l’incontro con la carrarese Gabriella Giorgelli, nei panni di una laida prostituta da strada dal marcato accento romagnolo. Nella lercia stamberga utilizzata dalla nostra per ricevere i clienti, impartirà all’impellicciata e sostenuta Laura consigli e lezioni di “bolognese” per stuzzicare il consorte ma che si riveleranno totalmente inefficaci nell’evitare a quest’ultimo l’ennesima “cilecca”.

Proseguendo nella visione, il Bianchi si rende maestro nell’equilibrare il girato infarcendolo di cadute di tono di delizioso “cattivo gusto”: tra queste non possiamo non citare la “scappatella” del Celi e del Pistilli con due “prezzolate” spacciatesi per turiste danesi. Definite dal Pistilli “danimarchette” (sic!), trasfigureranno un improbabile accento scandinavo in un assai più probabile sguaiato romanesco, alla notizia di esser “mandate in bianco” dai nostri due brizzolati “dongiovanni”.

Tra gli altri interpreti, seguiamo sempre con piacere l’istriana Femi Benussi, vera e propria reginetta della nostrana serie Z, che abbandona il classico ruolo della cameriera per quello altrettanto poco impegnativo di borghesuccia facilona e superficiale. Oltre ai piccanti convegni amorosi con il Barro, nulla più che un insignificante lungagnone dalla basletta cavallina, ricordiamo un indimenticabile convivio in cui la nostra, ergendosi icasticamente a protagonista della serata, declamerà a ruota libera e in maniera quasi delirante, “calembour” agghiaccianti per volgarità e becerume, seguiti dal plauso compiacente e divertito degli attempati e squallidi invitati. Freddure come “cosa vorrebbero le mogli che i loro mariti non abbiano? Sessant’anni! Cosa vorrebbero invece che abbiano? Le corna!” e altre amenità simili, non possono non far gridare al sublime ogni esteta dell’orrido degno di tale nome.

Jenny Tamburi, amica del cuore e confidente di Laura, trascorrerà con quest’ultima una vacanza sulla neve, seguita da un’inaspettata avventura saffica, prodromica di un tragico e straniante finale.

Si conclude così in maniera coerente una pellicola facente parte del periodo migliore dell’oggi compianto cineasta romano che sarà tra i primi a reagire alla crisi cedendo, a partire dalla fine dei settanta, alle lusinghe della pornografia tout court.

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Incredibile come Celi o Pistilli accettassero certa roba. Almeno Montagnani faceva commedie; questo invece è un film ‘serio’. E le donne sono o puttane o frigide. Ma pure le attrici (in particolare Femi che ha recitato in vere porcherie) come facevano ad accettare certi film senza che dicessero mai ‘questo fallo fare a tua sorella’. A volte si accettavano ruoli con fin troppa leggerezza (pensate a Ria De Simone in LA BOLOGNESE). Uno dice ‘bisogna contestualizzare’. D’accordo, ma molti cinematografari (anche ‘alti’) rifiutavano di vedere la donna che non fosse ‘o troia o sposa’ per dirla con Ligabue (la facilità con cui facevano scene in cui le donne venivano schiaffeggiate). La loro reazione al femminismo.

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Mette ancora più tristezza il fatto che la Baker, fosse coinvolta in prodotti simili. Povera donna, e povera attrice… :pensive:
P.S. Ancora viva, per inciso. 92 anni…

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Se non sbaglio fu il suo ultimo film prima del ritiro.

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Sicuro? Mi pare fosse “Lezioni private” (altro film da recuperare ovviamente in versione uncut) con il quale si congedò dal Belpaese.

Fu proprio LMdMP. LEZIONI PRIVATE ha come v.c. la data del 29/10/75, mentre il film di Bianchi ha come data 20/7/76.

Poi tornò in America. Stufa dei nostrani filmetti di merda, degradati e degradanti… :us::shushing_face::cry:

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