io ho pensato più a eva man, la somiglianza somatica non manca e anche il fatto che riesca a ridestare il figlio mi ha poi fatto pensare in tal senso
Se ricordo bene nel film la Prati era un’ex-spogliarellista
Capisco il risentimento di Zardoz che davanti a un capolavoro così si sente citare nonno Libero.
È una coproduzione con la Spagna (molto carino il manifesto iberico) e il grande Lino ci tiene a far vedere chi siamo. Non gli basta scatenarsi in due ruoli…
…dà una schiarita alla voce per cantare “La moglie è meglio in bianco / l’amante è meglio al pepe / ed il marito cotto aglio, olio e cime di repe”! Che meraviglia… giustamente ad una compilation così non si poteva che dare un titolo simile…
Risentimento,no. Offesa e irritazione, sì. E non vale solo per questo film. Bensì per l’intero lavoro, svolto da Banfi all’interno della commedia. Anzi, “commediaccia”.Teniamocela stretta…
l’ho rivisto ieri dopo un’intercettazione tardonotturna di una vita e mezzo fa su teleoristano (unico ricordo nitido che conservavo: banfi che dice all’ufficiale giudiziario sìsì, pignora pignora…!! e nel fare il braccio a 90 colpisce il prete) e forse complice la respingente bruttezza del film non ricordo un dettaglio simile…
Tu sei cattivo! Mi hai costretto a vedere un pezzo del film al telefono per controllare… sacrilegio!
Ai 40:58, mentre attendono Sonia alla stazione in auto (devo poi scoprire chi sono quelle che escono prima di lei - sì ma alla tv) il prete dice chiaramente a Peppino che faceva la spogliarellista.
E confermo pure, se amate Banfi, IMPERDIBILE!
Ah, lasciami aggiungere un particolare “curioso”: compare Raf Baldassarre, originario di Giurdignano, paesino a pochissimi km da dove vivo; la figlia fu compagna di liceo della mia ex-cognata… io tutto contento… la figlia non voleva manco sentir nominare i film che faceva il padre…
il problema non da poco è che banfi qua dentro è una tigre che si dimena all’interno di una gabbia vuota. ce la mette tutta e oltre nel fare quel che gli riesce meglio: sbraita scalpita strepita rimeggia lazzeggia smorfieggia volgareggia, ma davanti a sé non ha un regista, attorno non ha un film e deve poggiare su una storia esile come il pene di un moscerino e una sceneggiatura che era lusso se raggiungeva le tre pagine. io amo banfi, ma vederlo così scialacquato e immolato sul nulla mi dà terribilmente ai nervi.
la spogliarellista come allerta su un passato poco limpido della futura sposa del figlio conferma il nullo spessore della sceneggiatura. potrebbe adombrare giusto un prete o un bigotto di un paesino di provincia degli anni 70 e banfi, sebbene per meschini tornaconti testamentari, gli risponde difatti qualcosa tipo “che sarà mai, chi non ha avuto le sue esperienze, se lei ne ha avute tante è pure meglio”. a me piace assai più pensare che si stesse per commistionare con un transessuale. purtroppo resta un’ipotesi, se tarantini l’avesse abbracciata avrebbe dimostrato un bel colpo d’ala registico.
Rispetto i tuoi gusti, ci mancherebbe…
Io casco dalla sedia per le risate.