La notte dei fiori (Gian Vittorio Baldi, 1972)


Regia:
Gian Vittorio Baldi
Con: Dominique Sanda, Hiram Keller, Macha Meril, Giorgio Maulini, Jurgen Drews, Micaela Pignatelli
Musiche: Peppino De Luca
Anno: 1970…Baldi riprese questo tema(la follia n.d.r.) ne La notte dei fiori (1971), in cui sviluppò la candida e dolorosa vicenda di una ragazza hippy, che, abbandonata in aperta campagna, mette al mondo il suo primo figlio in assoluta solitudine, mentre in quello stesso tempo, in una “villa della morte” si compie un atroce e incomprensibile massacro (questa parte del film fu suggerita all’autore dall’uccisione, per opera di una setta satanista, dell’attrice Sharon Tate, moglie del regista Roman Polansky).

http://italian.imdb.com/title/tt0188961/

qualche giorno fa forse anche un mese o due…
avevo trovato un ragazzo in un famoso programma peer to peer che voleva spedirmi codesto films…
poi non l’ho piu’ sentito… avete mai visto sto film ragazzi?
magari se sono fortunato legge codesto “thread” e ci becchiamo il filmazzo…:cool:

film terrificante. il nulla mischiato col nulla

Troppo manicheo il giudizio di @IOCHISONO !

Se è vero che il film risulta estremamente dilatato e si dilunga nel girare intorno sempre allo stesso punto, è anche vero che di cose apprezzabili e da salvare ce ne sono.

Innanzitutto l’atmosfera contestataria ma interpretata in chiave intimista, leggera e morbida. La fotografia soft riempie le sequenze coi due hippies con una soffusa luce variopinta e colorata, pare di sentire il profumo dei fiori in certi momenti.
Il cuore del film, la lunga parte centrale costituita dal racconto, è una critica al divismo, al consumismo applicato allo show business; un j’accuse indirizzato alla società dell’immagine e dell’apparenza in opposizione ai rapporti veri ed autentici tra gli individui. Una critica stucchevole quanto vuoi, ma caratteristica di quei tempi, in cui i giovani passavano il loro tempo a disquisire di politica e questioni sociali tanto quanto quelli di oggi lo trascorrono a parlare di influencers… Non me la sentirei di puntare troppo il dito sui primi piuttosto che sui secondi.

Inoltre, il film adotta deliberatamente elementi del linguaggio sperimentale, può essere considerato sotto alcuni punti di vista un’opera underground di avanguardia, quindi non deve stupire se non soddisfa alcuni standard della narrazione cinematografica tradizionale, risultando disomogeneo, discontinuo, didascalico, ridondante. Sono “difetti” impliciti al suo essere svincolato da strutture di rappresentazione predeterminate.

Mi ha colpito molto inoltre, trovandomi impreparato e dunque facendomi un grande effetto, la sequenza che immortala integralmente il parto, col neonato che fuoriesce dalla vagina della madre.

Insomma, non dico che sia un film pienamente riuscito (difficilmente ciò accade per opere a cavallo tra l’underground ed i circuiti commerciali) ma sicuramente non è tutto da buttare.

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Gradirei vederlo :slight_smile: @Frank_n_Furter … gli hippy-movies mi gustano sempre

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