La notte del mio primo amore

Boh, io non vedo uno scenario simile nel cinema italiano. Io continuo a vedere, purtroppo, produzioni che mirano allo status di “opera d’arte”: i registi, in Italia, si atteggiano a intellettuali che non si vogliono sporcare le mani col cinema “popolare”, non c’è niente da fare…è un male che è diffuso in molte forme culturali prodotte nel nostro paese…
Piuttosto che sorbirmi una Comencini o un Ozpetek a vita, a questo punto sarei persino favorevole a una serie di teen-horror come li chiami tu.
Io ho trovato profetiche e lungimiranti le parole di Avati, che tempo fa, parlando del cinema italiano, disse che la rinascita poteva passare con un ritorno al cinema popolare.
Ripeto per l’ennesima volta, non sarà un capolavoro, ma è un film-provocazione che “spacca” il mercato italiano dominato dagli intellettualoidi.
Poi, ribadisco la mia idea, per fare un buon film oggi un po’ di soldi bisogna investirli. Se devo poi confrontare Blair witch con il film di Pambianco, beh, preferisco quest’ultimo.

Vero, anche perchè per fare del cinema “popolare” (soprattutto se spettacolare), ci vuole la tecnica e torno al discorso di prima: manca il modo di fare pratica. Molto più facile fare film di chiacchere e giocare sullo psicologico.

E’ certamente qualcosa di nuovo ed inaspettato, ma l’entusiasmo per me è fine solo alla sorpresa.

Vero: infatti i registi-intellettualoidi a mio avviso son proprio quelli che non sanno l’abc della tecnica cinematografica. Il mio pensiero torna sempre a Mario Bava: in poco tempo girava un film, sapeva infatti cosa girare e come girarlo. Questi della “nouvelle generation” italica per produrre film di “chiacchere” ci mettono anni (Comencini docet)…e alla fine, belli orgogliosi pensano di aver partorito un capolavoro, e in pompa magna vengono accolti dagli articoli vergati dai critici nostrani, storicamente propensi allo snobismo e contraddistinti da una spocchiosa “puzza sotto il naso”.

Senza andare troppo Ot, io a Pesaro dovrei andare il 26 e il 27.

Tu che l’hai visto in sala, che ne pensi? Secondo Germano era un prodotto che avrebbe avuto più senso per il mercato Homevideo, soprattutto per la resa in un grande schermo.
Al di là di tutto, è comunque raro leggere un’intervista ad un regista nostrano che cita, per dirne uno, Mattei. Non che questo possa scagionarli, ma mi piacerebbe veder nascere una nuova schiera di giovani registi legati ai film di genere (un altro è Infascelli, coi suoi ali e bassi, pregi e difetti) in opposizione alle Mucinaggini .

Te ne parlerò in termini abbastanza schietti: 6-7 abbandoni anzitempo, il che forse dovuto al fatto che la gente si apsettava un altro tipo di storia…
Nonchè una folta schiera di ragazzine che ad ogni scena del “bel tenebroso” palestrato ridevano e sghignazzavano come pazze…
Il bello è che stavano attaccate al povero Germano per via della distruzione elettronica dei posti a sedere…
MI sarebbe piaciuto alzarmi e gridare verso le ragazzine: “Quello che avete accanto ha scritto la sceneggiatura perciò…”
Personalmente cmq ho notato anche io che verso la fine non capiva molto per via dell’oscurità pressochè totale di alcune scene…
E se devo essere onesto fino in fondo mi ha più colpito l’anteprima di Chiudi gli occhi sul grande schermo che questo film in uno schermo gigante…