Visto ieri questo discreto film dell’esordiente Molaioli.
Lo aspettavo da tempo, un pò perchè si diceva fosse un ottimo noir, un pò per Toni Servillo, cui mi legano le comuni origini campane.
Dunque: ottima la prova di Servillo, che giganteggia dall’inizio alla fine del film, attore in grado di esprimere un universo con una semplice smorfia, meno buono il resto (che le due cose siano legate?), fatte salve le apparizioni di Gifuni e della Bonaiuto; forse un pò scontato lo sviluppo giallo, discreto l’accompagnamento sonoro, a tratti ingenua la mano del regista.
Un 6+, insomma.
Sono molto curioso pur io perche a venezia se ne è parlato nei modi più vari. C è chi ha perfino definito la prestazione di Servillo ‘sottotono’. In molti mi hanno parlato di sviluppo giallo molto banale.
Ieri sono stato ad un incontro con il regista ed il produttore del film (Nicola Giuliano della Indigo). Avrebbe dovuto esserci anche Servillo, ma impegni teatrali gli hanno impedito di essere presente; turbamento fra il pubblico (soprattutto femminile) accorso più che numeroso. L’incontro, quindi, ha assunto una piega diversa, essendosi incentrato più sul film in sè e sul fare cinema oggi che sulla ottima prova di Servillo.
In sintesi, si è detto che:
il film è rimasto a lungo senza un titolo definito; produttori e regista volevano evitare di richiamare il titolo del libro cui è ispirato (Lo sguardo di uno sconosciuto) per evitare che gli spettatori all’uscita si chiedessero chi diamine fosse sto sconosciuto; ad un certo punto si era pensato a “Vieni a a casa mia”, ma poi qualcuno è rinsavito;
tutto è stato prodotto a costi bassi e grazie ai finanziamenti statali (e qui battibecco con un tizio che faceva notare come questi soldi vengono concessi per opere che spesso non escono); si è riuscito a coinvolgere attori noti e ben pagati sia per la validità della storia sia per la presenza di Servillo, considerato nell’ambiente un mostro sacro;
Molaioli ha deciso di esordire con un giallo perchè affascinato dal libro di cui sopra, pur essendo conscio che poteva andargli molto male (pare il film abbia incassato bene nel primo w-end); è amante del cinema di genere.
Lui. Nel film in oggetto interpreta il personaggio di Roberto.
Me lo ricordo per “Un amore perfetto” (Mio personale thrash-cult ggiovane dei nostri tempi)
Sopresa alla 53esima edizione del premio cinematografico
Dieci David a La ragazza del Lago
Solo tre riconoscimenti per Caos calmo, tra i quali quello ad Alessandro Gassman come attore non protagonista
Va bene che i premi lasciano spessissimo il tempo che trovano… ma se un film che arriva appena alla sufficienza come La ragazza del lago prende 10 David allora significa che il cinema italiano è davvero arrivato alla frutta
Visto 2 sere fa in dvd, a me e piaciuto moltissimo. Sorvillo giganteggia, bravissima Valeria Golino, belle le musiche e le riprese; ho anche apprezzato quello di ambientare il film in un posto che non fosse la classica citta, anche se all’inizio viene il sospetto di trovarsi di fronte ad un Twin Peaks all’amatriciana. Che poi sia un giallo “diverso”, e non uno alla Bava, ci mancherebbe. Ma trovo ottusa questa mania di voler paragonare ai mostri sacri degli anni 70 (in un contesto produttivo/finanziario completamente diverso) i film odierni. Allora c’era un certo tipo di cucina, adesso c’è questa, apprezzo entrambi e me la godo.
Visto 2 sere fa in dvd, a me e piaciuto moltissimo. Sorvillo giganteggia, bravissima Valeria Golino, belle le musiche e le riprese; ho anche apprezzato quello di ambientare il film in un posto che non fosse la classica citta, anche se all’inizio viene il sospetto di trovarsi di fronte ad un Twin Peaks all’amatriciana. Che poi sia un giallo “diverso”, e non uno alla Bava, ci mancherebbe. Ma trovo ottusa questa mania di voler paragonare ai mostri sacri degli anni 70 (in un contesto produttivo/finanziario completamente diverso) i film odierni. Allora c’era un certo tipo di cucina, adesso c’è questa, apprezzo entrambi e me la godo.
Sono d’accordo con Almayer. E’ un giallo atipico, molto lento, sereno nonostante la storia non molto felice. Ci sono molte storie e sotto storie tristi. Personalmente ho apprezzato molto l’idea di ambientare il film ai piedi della montagna. Ne esce un film tranquillo, forse lento, ma che rasserena l’anima con una fotografia delicata ed autunnale. Servillo molto bravo, capisco che qualcuno lo giudicherebbe sottotono ma l’idea era di inquadrare un commissario alle prese con un caso più grande di lui e della sua fragile situazione familiare. Contorno di personaggi molto azzeccato, non ho apprezzato le figure del fidanzato della ragazza del titolo e del procuratore, forse troppo ancorati agli stereotipi televisivi da cui provengono. Ottime le prove del matto e di suo padre.
L’ho visto appena uscito, e sostanzialmente concordo con il tuo giudizio.
Debbo dire che, di Molaioli, ritengo Il gioiellino un film maggiormente riuscito rispetto a questo.
Secondo me e’ stato un film veramente ben fatto, stupende ed inusuali le location fantastici gli attori, ottimo Servillo detective un po’ atipico , le musiche superlativa!!!