La Signora di Wall Street - Joe D'Amato, 1989

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Titolo: La Signora di Wall Street (High Finance Woman)
Nazione: Italia/Usa
Anno: 1989
Genere: Erotico
Durata: 89’
Regia: Joe D’Amato
Cast: Tara Buckman, Charlie Edwards, Louie Elias, Paul Van Gent, Dan Smith, Sashin Sardot, Julia Howard, Richard Frank Sume, Robert Alberta, Marshall Butt, Moses Gibson
Produzione: Filmrage
Distribuzione: Ascot Video/Video Search Of Miami

Ispirato a Wall Street di Oliver Stone, è uno di quegli erotici “americani” un tanto al chilo di Massaccesi, produzione low budget, attori presi al mercato del pesce di Los Angeles, dialoghi scritti sull’autobus mentre andava sul set, inquadrature fatte 'ndo cojo cojo. Non è tutto così, ma buona parte è così. La lei è Tara Buckman, regina dei serial tv americani (Kojak, Chips, Quincy, Agenzia Rockford, Buck Rogers), una bionda sulla quarantina, non bellissima ma con un fisico scolpito. Ambientazione che strilla anni '80, sul pacchiano andante (i vestiti e le acconciature sono al limite del kitsch), con i computer praticamente uguali al Sapientino Clementoni, che ininterrottamente producono il rumore di un modem 56k.

Insopportabile la “splendida colonna sonora firmata da Piero Montanari” (come recita la didascalia sul dvd), una continua musichetta irritante che soggiace ad ogni scena, ad ogni dialogo. Ovviamente nei momenti erotico-romantici scatta virulento il sax…e non c’è niente da fare, negli erotici c’è spesso 'sta fissa del sax, che secondo loro è la morte sua quando arrivano cosce e tette, ma francamente anche no…

Il protagonista maschile, praticamente Ken di Barbie, è mal digeribile, un incrocio tra un paracarro, la Carrà e i gemelli di The Barbarians & Co. Paradossalmente, l’erotismo è l’aspetto meno riuscito; l’impressione è che Massaccesi, faìna irriducibbbile, giri un’unica scena di sesso tra i due protagonisti, la spezzetti e la rivoghi per tutti i 90 minuti, facendo finta che siano situazioni diverse (ottimizza?). Ogni tot, vediamo i due, sdraiati, sempre nella stessa posizione, che copulano, per altro senza un minimo di variante o fantasia, tutto sempre uguale, con inevitabile effetto bromuro. Belle tette lei, per carità, però per essere un erotico è un po’ pochino. A completare il tutto, un po’ di antani di fanta finanza, così, per far vedere che il gergo tecnico lo masticano come le loro tasche, mica sono lì a pettinare le bambole.

Max Giusti su Stracult toppa il titolo originale (che è l’altisonante High Finance Woman e non Wall Street Woman,come dice lui)