La tua presenza nuda! - What the peeper saw (James Kelley, 1971)

Per ora le uscite della Oblivion si son dimostrate di altissima qualità e non penso che per questo film ci sia un calo sul reparto visivo. Il trailer mi dice poco, può essere messo lì giusto per farsi una idea, probabilmente si troverà nel comparto extra in qualità sciccosa. E anche le foto… boh… bisogna vedere se son frame presi dalla copia restaurata o pre-restauro.

D’altra parte parlano di gross spese per il restauro della pellicola e quindi mi aspetto, anche questa volta, un prodotto di elevata qualità

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C’è un pò da aspettare, 25 giugno. Per ora è aperto il pre-order.

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Difatti il film lo diresse James Kelley, non Bianchi.

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Infatti mi aspeterei che attori e marstranze sul set neanche sapessero chi fosse Andrea Bianchi…misteri dell cinema minore

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appena visto il BR della Oblivion arrivatomi stamattina.

Cominciamo col dischetto: buona qualità - perlomeno visto su uno schermo minidotato come il mio - con audio a volte che cala un pò e alcune scene/dialoghi in inglese sottotitolato che però non disturbano il ritmo soporifero della visione.

E il film… mah… si, un thriller psicologico/erotico (anche se il Pucili punta tutto più su questo ultimo aspetto nell’intervista, ma si sa…) dove di azione ce ne è veramente poca e niente. Anzi, proprio zero, a parte l’incipit iniziale - tra l’altro abbastanza ridicolo per come è “recitato”.

Una storia di rapporti ambigui tra padre e figlio, figlio e nuova ganza del padre, nuova ganza del padre e il padre, nuova ganza del padre e la vecchia moglie schiantata a inizio film. Con tutto quello che ne succede (ben poco, in realtà)… si, insomma, tutta pissicologia e pochissima azione

La Ekland recuta discretamente bene anche se a livello fighesco non mi dice assolutamente niente. Hardy Krüger discreto attore che fa il suo, ma chi si eleva negativamente sopra la media è il ragazzetto, Mark Lester, talmente odioso, freddo, disumanamente privo di qualsiasi emozione che sarebbe da prendere a calci in culo da qui fino a Timbuctù. Uùn ragazzetto di 14 anni che pare avere l’intelligenza, la profondità intellettuale e quasi matematica di un genio, veramente improbabile, per di più gelidamente arrapato come un De Sade (libro che, in effetti, pare leggere in una scena mentre la Ekland gli va a rompere le scatole nel bel patio di casa: oh, mai che abitino in un palazzone popolare degli anni '60, questi manfruiti) e sadico, contorto, perverso… insomma ce n’ha di tutte, quanto basta per augurargli tutto il peggio possibile. Sarebbe veramente da pigliarlo a schiaffi fino all’ultimo fotogramma. D’altra parte glie lo dice anche la Ekland che l’è un mostro, un fenomeno da baraccone. Effettivamente risulta improbabile in ogni cosa che dice e che fa. Ma se fosse stato il mio figliolo l’avrei buttato fuori di casa da un bel pò invece che viziarlo, coccolarlo, non chiedersi neanche chi sia o cosa faccia da parte di un genitore definito “vecchio” e “noioso” (un aggettivo, quest’ultimo, che ricorre spessissimo in tutte le dinamiche tra i vari - pochi - personaggi che interagiscono tra loro).

L’ultima scena finale - che ovviamente nun se dice - sembra girata in fretta e furia e buttata lì tanto per fare, ma c’ho goduto come manco alla mia prima chiavata e sinceramente non c’ho capito una mazza nelle spiegazioni finali, tutte costruite su mezzi dialoghi, frasi spezzettate, allusioni e “lo si sapeva, inutile stare a spiegare più di tanto ad onore degli spettatori”

L’aspetto erotico, tanto caro nei contenuti extra, sinceramente è morboso - ahò, un minorenne! oggi sarebbe da denuncia - ma di zero effetto erotico. Sarà che la Ekland è piatta cone il Tavoliere delle Puglie e la famosa scena di lei che si spoglia davanti al piccolo odioso è da lodare esclusivamente per il solo coraggio di averla girata ma non lo fà rizzare neanche con 10 pasticche di viagra. Film sinceramente morboso per alcune situazioni ma eroticamente inconsistente.

Che dire? Boh… non è neanche da considerarsi un film italiano, perchè a parte le solite, stucchevolissime musiche di Stelvio Cipriani (che zebedei…), e la co-produzione minoritaria di Zaccariello, sembra ormai appurato che sia più un affare tra inglesi in primis e tedeschi/spagnoli a seguire. Dello stile di Andrea Bianchi, qui, neanche l’ombra.

Sinceramente, più che deludente, abbastanza noioso con punte di vero fastidio. Sarà che i bambini-mostruosamente geni o semplicemente mostruosamente intelligenti nel cinema mi son sempre stati sui maroni. Poi alla fine c’ho ancora da capire se la tipa all’inizio è veramente morta per caso o qualcuno l’ha fatta fuori di proposito, perchè, come si dice verso il finale, “sembrano tutte bugie, negazioni di bugie”: ma, a 'sto punto, non me lo chiedo neanche più: passo avanti e via con qualcosa di più interessante.

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Recuperato il dvd della Oblivion che mi prometterò di riguardare a breve nel nostro idioma. Il buon Davide Pulici conferma le mie congetture. Il film lo diresse effettivamente James Kelly, come confermato anche da Roger Fratter. Il Bianchi’s touch è infatti del tutto assente.

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siamo in due, tre se ci mettiamo anche il regista
per il resto totalmente d’accordo con il giudizio negativo, due palle incredibili

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In base agli ultimi commenti è dunque confermato che il film NON venne diretto da Andrea Bianchi? Se non si è trattato nemmeno di una co-regia alla fine diventa solo un film straniero e non un thriller made in Italy…

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alla fine diventa solo un film straniero e non un thriller made in Italy…

No, c’è la coproduzione italiana di Giuseppe Zaccariello con la sua Cemo Film. E’ per quel motivo (le quote di coproduzione) che il film è stato firmato in Italia da Andrea Bianchi.

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Personaggio misterioso e apparentemente spuntato dal nulla questo Andrea Bianchi che alle soglie della cinquantina si catapultò direttamente dietro la macchina da presa. Andrebbero approfonditi i rapporti con lo Zaccariello in quanto pare che in realtà il Bianchi provenisse proprio dalla produzione (lo scovai come direttore della produzione nei titoli di testa in “Caravan Petrol” (1960) dall’omonima canzone di Renato Carosone. Regia di Mario Amendola

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Certo però che la scena finale, affrettatissima e anche un po’ confusionaria per come è girata, potrebbe lasciare qualche sospetto che Andrea Bianchi non ci abbia messo lo zampino. È solo una impressione, eh

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Forse hai ragione. L’ho trovata anch’io molto poco…“britannica”. Potrebbe essere l’unica cosa che abbia girato. Mah vallo a sapere!

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Ricapitolando: regia di James Kelley, co-produzione italiana, musiche di Stelvio Cipriani. E Andrea Bianchi in tutto questo? Su wikipedia gli viene attribuita la sceneggiatura e la regia nella versione italiana, mentre nel libro di Claudio Bartolini (il cinema giallo thriller italiano, 2017) si ipotizza solo il montaggio per l’edizione nostrana. Guardando però i crediti del dvd edito da Oblivion nel 2023 viene riportato il doppio nome (Bianchi - Kelley) alla regia…
Qualcuno sarebbe in grado di sbrogliare definitivamente questa matassa?

Probabilmente Andrea Bianchi non era neppure sul set…

La stessa cosa (più o meno) è successa con L’isola del tesoro, diretto da John Hough ma firmato in Italia da Bianchi.

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Nell’'Isola del Tesoro" ci sono delle immagini che lo ritraggono sul set. Se la trovo ve l’allego. Bianchi ha anche affermato di aver avuto anche dei battibecchi con Orson Welles, che pretendeva di girare le scene come voleva lui. A suo dire e al fine di trovare il giusto compromesso, girava le scene come voleva Orson Welles e poi girava le stesse scene come invece voleva lui, per poi montare solo queste ultime. Sarà vera sta storia?https://www.google.com/collections/s/list/Sg4K3zu2NRyANWVJVREadA/bQ6nknCU1Ds

Posto l’immagine direttamente in forum a futura memoria (non si sa mai):

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È una di quelle cose inconcepibili, e NON CREDIBILI, per un cinefilo. Ma, forse, è davvero accaduta. Il becero scalzacani Bianchi… che dirige il TITANO Welles?! Tipo, chesso’, Francesca Dellera che insegna dizione a Meryl Streep… :stuck_out_tongue_closed_eyes::open_mouth::grimacing:

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È una di quelle cose inconcepibili, e NON CREDIBILI, per un cinefilo.

Appunto, non credibili. Sapevo dell’esistenza di quella foto, e infatti nel precedente post avevo detto “la stessa cosa (più o meno) è successa…”. Che L’isola del tesoro sia stato diretto da Bianchi è smentito da tutte le fonti ufficiali internazionali (e per favore non citate come fonti i libri di Bartolini o di altri, le cui elucubrazioni critiche, ancorché magari interessanti, non hanno alcun valore documentario dal punto di vista storico).

Comunque sia, avete letto l’intervista a Bianchi nel vecchio libro di Michele Giordano? Raccontava, tra le altre cose, di aver diretto negli Stati Uniti quasi tutta la serie di Ai confini della realtà. :flushed: C’era un thread in questo forum (o in quello di Nocturno) dove io e Luca Rea ci sbellicavamo dalle risate di fronte a questa e ad altre incredibili panzane…

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Azzardo una ipotesi (che non stà nè il cielo nè in terra): e se Andrea Bianchi si fosse fatto fotografare su quel set - e magari anche su quello di La tua presenza nuda - giusto per dare una parvenza di credibilità al suo presunto ruolo di co-regista?

Comunque… tornando al giallo in questione… effettivamente l’ultimissima scena stacca veramente troppo come stile, modo in cui è stata girata e montata, con il resto del film: pare abborracciata, girata in fretta e furia e montata ancor peggio. E se esistesse una versione inglese con finale diverso (ipotesi: il piccolo odioso che se ne va via tranquillo) e nella versione italiana hanno voluto invece terminarla in modo negativo facendo girare questa “coda” al nostro AB?

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Azzardo una ipotesi (che non stà nè il cielo nè in terra): e se Andrea Bianchi si fosse fatto fotografare su quel set - e magari anche su quello di La tua presenza nuda - giusto per dare una parvenza di credibilità al suo presunto ruolo di co-regista?

Questo è già più sensato. A mia conoscenza, comunque, non esistono foto di Bianchi sul set di La tua presenza nuda. Attendo smentite, e sono sempre pronto a ricredermi se emergeranno fonti attendibili (non i libri di Bartolini).

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