appena visto il BR della Oblivion arrivatomi stamattina.
Cominciamo col dischetto: buona qualità - perlomeno visto su uno schermo minidotato come il mio - con audio a volte che cala un pò e alcune scene/dialoghi in inglese sottotitolato che però non disturbano il ritmo soporifero della visione.
E il film… mah… si, un thriller psicologico/erotico (anche se il Pucili punta tutto più su questo ultimo aspetto nell’intervista, ma si sa…) dove di azione ce ne è veramente poca e niente. Anzi, proprio zero, a parte l’incipit iniziale - tra l’altro abbastanza ridicolo per come è “recitato”.
Una storia di rapporti ambigui tra padre e figlio, figlio e nuova ganza del padre, nuova ganza del padre e il padre, nuova ganza del padre e la vecchia moglie schiantata a inizio film. Con tutto quello che ne succede (ben poco, in realtà)… si, insomma, tutta pissicologia e pochissima azione
La Ekland recuta discretamente bene anche se a livello fighesco non mi dice assolutamente niente. Hardy Krüger discreto attore che fa il suo, ma chi si eleva negativamente sopra la media è il ragazzetto, Mark Lester, talmente odioso, freddo, disumanamente privo di qualsiasi emozione che sarebbe da prendere a calci in culo da qui fino a Timbuctù. Uùn ragazzetto di 14 anni che pare avere l’intelligenza, la profondità intellettuale e quasi matematica di un genio, veramente improbabile, per di più gelidamente arrapato come un De Sade (libro che, in effetti, pare leggere in una scena mentre la Ekland gli va a rompere le scatole nel bel patio di casa: oh, mai che abitino in un palazzone popolare degli anni '60, questi manfruiti) e sadico, contorto, perverso… insomma ce n’ha di tutte, quanto basta per augurargli tutto il peggio possibile. Sarebbe veramente da pigliarlo a schiaffi fino all’ultimo fotogramma. D’altra parte glie lo dice anche la Ekland che l’è un mostro, un fenomeno da baraccone. Effettivamente risulta improbabile in ogni cosa che dice e che fa. Ma se fosse stato il mio figliolo l’avrei buttato fuori di casa da un bel pò invece che viziarlo, coccolarlo, non chiedersi neanche chi sia o cosa faccia da parte di un genitore definito “vecchio” e “noioso” (un aggettivo, quest’ultimo, che ricorre spessissimo in tutte le dinamiche tra i vari - pochi - personaggi che interagiscono tra loro).
L’ultima scena finale - che ovviamente nun se dice - sembra girata in fretta e furia e buttata lì tanto per fare, ma c’ho goduto come manco alla mia prima chiavata e sinceramente non c’ho capito una mazza nelle spiegazioni finali, tutte costruite su mezzi dialoghi, frasi spezzettate, allusioni e “lo si sapeva, inutile stare a spiegare più di tanto ad onore degli spettatori”
L’aspetto erotico, tanto caro nei contenuti extra, sinceramente è morboso - ahò, un minorenne! oggi sarebbe da denuncia - ma di zero effetto erotico. Sarà che la Ekland è piatta cone il Tavoliere delle Puglie e la famosa scena di lei che si spoglia davanti al piccolo odioso è da lodare esclusivamente per il solo coraggio di averla girata ma non lo fà rizzare neanche con 10 pasticche di viagra. Film sinceramente morboso per alcune situazioni ma eroticamente inconsistente.
Che dire? Boh… non è neanche da considerarsi un film italiano, perchè a parte le solite, stucchevolissime musiche di Stelvio Cipriani (che zebedei…), e la co-produzione minoritaria di Zaccariello, sembra ormai appurato che sia più un affare tra inglesi in primis e tedeschi/spagnoli a seguire. Dello stile di Andrea Bianchi, qui, neanche l’ombra.
Sinceramente, più che deludente, abbastanza noioso con punte di vero fastidio. Sarà che i bambini-mostruosamente geni o semplicemente mostruosamente intelligenti nel cinema mi son sempre stati sui maroni. Poi alla fine c’ho ancora da capire se la tipa all’inizio è veramente morta per caso o qualcuno l’ha fatta fuori di proposito, perchè, come si dice verso il finale, “sembrano tutte bugie, negazioni di bugie”: ma, a 'sto punto, non me lo chiedo neanche più: passo avanti e via con qualcosa di più interessante.