La tua presenza nuda! - What the peeper saw (James Kelley, 1971)

In effetti mi son sempre chiesto questo: quando nelle coproduzioni, nei documenti ufficiali appaiono registi di comodo, nessuno dei produttori o degli ispettori di produzione va sui set a controllare se effettivamente tecnici e maestranze son quelli riportati nei documenti ufficiali? Quindi, in teoria, magari la presenza sul set di questi registi o direttori della fotografia “di comodo” era in qualche modo richiesta, in vista di qualche ispezione o sopralluogo

1 Mi Piace

I crediti delle versioni dei singoli paesi sono elaborati in sede di distribuzione, quindi a film finito. Piuttosto, facciamo una scommessa: se esistono, ed esisteranno di sicuro, foto di scena di quei due film con la presenza in campo del “ciak”, vedrete che sulla lavagna-ciak i nomi dei registi sono Kelly e Hough. E questa ritengo che sarebbe una prova definitiva.

1 Mi Piace

Sono ignorante e quindi di queste cose me ne intendo poco: ma nella denuncia di inizio lavorazione film, allora non vengono menzionati i registi “di comodo” ma solo quelli effettivi?

Per @A_N : no scommesse non ne posso fare: martedì parto per la Turchia e devo risparmiare soldi. Tanto le scommesse le perdo sempre :smiley:

3 Mi Piace

Ma sai, nelle denunce di inizio lavorazione ci sono tante di quelle inesattezze (spesso volute)… Ad esempio, ho fatto personalmente dei controlli sulle date di inizio di lavorazione denunciate al Ministero e quelle reali, e spessissimo le prime sono false. Per quanto riguarda i registi, è vero quello che dici, e cioè che, in base al criterio delle quote di coproduzione, in molti casi il regista accreditato nelle denunce d’inizio lavorazione è il prestanome italiano. Ma questi documenti valgono, per così dire, ad uso interno italiano, e non credo che sia mai successo che qualcuno abbia denunciato la cosa. Il caso più celebre è quello di Amore piombo e furore uscito in Italia con la firma dell’aiuto-regista/prestanome Antonio Brandt e senza menzionare il vero regista Monte Hellman. Anni fa ho chiesto personalmente a Hellman di questa cosa. Lui allargò le braccia, abbozzò mezzo sorriso e sospirò… Così va il mondo, e così va (andava) il cinema…

4 Mi Piace

Scusate, ma era il Bianchi che si vantava di essere stato in America negli anni 60 a girare gli episodi de “Ai confini della realtà” e a provenire dal giornalismo, senza però specificare per quali testate scrivesse. Il Bergonzelli, a quell’epoca, era già un “affermato” regista con i suoi pirateschi e westerns senza infamia e senza lode.

1 Mi Piace

Sì certo, scusa. Era un banale lapsus calami che ho corretto. Ovviamente parlavo di Andrea Bianchi che diceva di aver diretto Ai confini della realtà.

3 Mi Piace

Un po’ come quando Giorgio Mille si spacciava per George Miller, regista della saga di Interceptor. Comunque erano anni in cui tutto era veramente " a ruota libera" e senza controllo. Se Andrea Bianchi poteva vantarsi di aver diretto Orson Welles (e senz’altro Carroll Baker e Adolfo Celi), Richard Conte ebbe la sciagura di capitare nelle mani di Elo Pannacciò (o Franco Lo Cascio), Arthur Kennedy in quelle di Bergonzelli e Van Johnson in quelle di Fabrizio De Angelis e cosi potrei continuare sino a notte fonda…

3 Mi Piace

Pura curiosità: come mai tale acredine nei riguardi di Bartolini?

Nessuna acredine nei confronti della persona, anche perché non so chi sia. Il suo libro sui thriller italiani l’ho trovato carente sul piano della ricerca storico-documentaria. Oggi gli archivi sono quasi tutti accessibili, ed è su questo terreno che bisogna lavorare per cercare di scoprire e scrivere cose inedite. Ma mi rendo conto che non tutti possono o sono in grado di farlo (costa tempo e fatica, è più comodo percorrere altre strade).

3 Mi Piace

esatto… carente dal punto di vista storico-documentaristico e un pò troppo infarcito di considerazioni e riflessioni da critico di cinema “che ha studiato”. Più che altro un pò uno sfoggio di stile, più che una fonte di informazioni storico-documentaristiche. Poi, oh, ben per lui che sa disquisire di cinema in termini alti ed accademici.

Ma, come dice @A_N , anche io preferisco un testo dove si scoprono cose inedite o testimonianze dirette di chi vi ha lavorato. Poi, de gustibus.

Il film rimane, comunque, veramente noioso :smiley:

3 Mi Piace

Grazie ad entrambi per le risposte. Io ho comprato il libro di Bartolini (il cinema giallo thriller) e sto provando la missione impossibile di trovare e guardare tutti i film da lui segnalati. La lista completa si aggira intorno ai 400 titoli e per il momento sono grossomodo sui 220: il problema è che molti film sono rarissimi o quantomeno di difficilissima reperibilità e infatti sto riscontrando numerosi ostacoli durante la ricerca… non so se anche voi avete il volume in questione, ma davvero certe pellicole sono quasi impossibili da trovare :frowning:

1 Mi Piace