Lasciami Entrare / Låt den rätte komma in [2008-T.Alfredson]

http://www.imdb.com/title/tt1139797/

Visto stasera. Una Scandinavia decadente e spettrale fa da contorno all’ennesima rivisitazione. Devo dire di essere abbastanza soddisfatto, mi aspettavo un film poetico e si è rivelato tale anche oltre le aspettative. I due protagonisti hanno dato un’ottima interpretazione, gelida e sentimentale nello stesso tempo, negli stessi istanti. Gore dosato, in linea con il ritmo del film. Proprio quest’ultimo, banalmente, colpisce o delude. La sala, con presenti una decina di persone, era a tratti insofferente. Lo spettatore medio, abituato ad una TV che grida 24h su 24h, non gradisce totalmente ma se ci si lascia trasportare da quelle lande innevate si rimane rapiti. Proprio la rappresentazione di una Svezia periferica e con una vita sociale difficile(personaggi esplicativi) che citavo sopra mi ha preso, l’ho ritenuta ben contestualizzata con il resto. Qualche punto apparentemente non chiaro può essere presente, ma è possibile dare una propria interpretazione. Lunghetto come tempi ma la cosa non mi è pesata più di tanto. Tocchi originali possono notarsi più nell’incedere e nella tecnica registica che nella trama vera e propria. Non ho letto il libro da cui è tratto indi non saprei dire se la pellicola vi ha guadagnato o meno…

Finalmente ieri sera ho potuto godere di questo film che in tanti hanno osato definire l’horror (anche se poi non è che sia puramente horror, ma certe atmosfere riprendono quel genere) dell’anno appena trascorso. E avevano quasi quasi ragione. Silenzioso, pacato, delicato come la neve che cade per tutta la pellicola. Intimista quanto basta, sia nella narrazione che nella regia che abbonda di primissimi piani e dettagli come a voler isolare i personaggi dal contesto in cui vivono. I paesaggi o sono in campo lungo e vuoti di protagonisti o spariscono grazie alle immagini sempre strette intorno ai volti dei due ragazzini. Che vivono la loro storia indipendentemente da ciò che succede loro intorno. Forse un po banalotto il parallelismo tra la situazione della bimba vampiro e la ghettizzazione e solitudine che vive il ragazzo protagonista. Molti mormorii a fine film per l incedere lento del film. Tutta sta lentezza io non l ho notata sinceramente.

Visto ieri sera, che dire spettacolare.
Un film intenso, realizzato in maniera impeccabile, lento e cadenzato.
Molto molto bello, l’ennesima rivitazione dei vampiri ma oggettivamente ha fatto centro al 100%
Assolutamente da vedere.
Per Milano; io tutto sto parallelismo non ce lo vedo.

E’ evidente sin dai primi momenti in cui presentano la figura del ragazzino… e anche nel modo in cui si incontrano. Tutti e due soli, sotto la neve, vicino a quel gioco per bambini scemi. Entrambi hanno problemi familiari, lei evidentissimi, lui diviso tra la madre e il padre. Il bimbo che impara da lei a reagire con violenza a chi lo vuole isolare ancora di più. Vampiro come (auto)ghettizzato è lo stereotipo più frequente. Fatto salvo questo piccolo particolare il film è strepitoso.

Il ritmo cadenzato è il punto forte del film! La neve, simbolo di candore, ben si sposa con la rappresentazione. Probabilmente la sala mormora perché si aspetta(quante volte l’abbiamo notato?) dal film del genere cliché, violenze continue, ritmo ed in più gli viene propinato un trailer con bus assortiti, totalmente fuorviante, non rende affatto l’idea. Con questo voglio dire che è una pellicola da prendere in un certo modo… A tratti sembra proprio di sentire quel triste freddo oppure il calore dei sentimenti.
Milanoodia ha descritto abilmente nel dettaglio quello che io intendevo per incedere e tecnica registica, ci sono tocchi davvero di rilievo.

Gran bel film sulla solitudine, opportunamente travestito da horror. E girato anche molto bene, la sequenza della piscina è a dir poco spettacolare. Bravissimi i due marmocchi.

Mi dispiace di non essere d’accordo con voi ma mi sento in dovere di rompere (il silenzio? il ghiaccio? ok rompere e basta) per solidarietà con tutti i tritapallati, io per primo (e spero non l’unico), da questo inutile film. LASCIAMI ENTRARE alias “fatemi uscire” (dalla sala) a parte gli scherzi l’ho trovato un pò deboluccio, belle le ambientazioni e belle alcune scene ma noiosamente lungo e sempliciotto, poco di originale e di coraggioso, tipico prodotto IKEA, economico e di qualità standard. Ma che morale della solitudine vuole raccontare? e che c’entra l’horror? Accettare la complicità di un assassino (tremendo ed inarrestabile) perchè si è soli e senza coraggio mi sembra una cosa poco edificante. Sinceramente non ho capito cosa gli autori volessero dire con questo serioso film altalenante dove l’ultima scena pare comico-grottesca. Poi perchè la scelta dell’età prepuberale? Che richiama simbolicamente il tragitto dalla fanciullezza alla maturità tramite la consapevolezza sessuale (come magistralmente rappresentato nel film ceco “Valerie and her week of wonder” altra storia diversa di vampiri) quando nel finale la maturità del protagonista si manifesta con un’atteggiamento infantilmente criminale da Alex di Arancia meccanica con tanto di ID liberato.
Di peggio non potevo dire di questo povero film innocente, vogliate scusarmi ma mi sono semplicemente vendicato dei 7,80 euro che mi ha ciulato ammorbandomi.

Il film non è affatto banale. Cos’ha di horror? Non saprei, una storia a base di vampiri e sgozzamenti non la etichetterei come favola per bambini ma tant’è. Cosa c’entra la solitudine? Tutto. Non c’è personaggio del film che non ne soffra: i due bambini, i genitori di O.(rivelatrice la scena in cui Oskar esce e la mamma resta da sola davati alla tele, commentando con voce triste l’accaduto), il vecchio Renfield della situazione (e il finale lascia pochi dubbi sul fratto che un tempo lui fosse un bambino sperduto come Oskar, che è destinato a seguire la sua stessa sorte), l’istruttore di ginnastica ospite in terra straniera… poi ognuno lo valuti in base alla propria sensibilità e i propri gusti.

Dico qualcosa di noto. La solitudine, l’alienazione, l’imposizione di diversità sono i temi classici di una certa sponda vampirica: se da un lato è sempre esistito il succhiasangue fascinoso alla Lee dall’altro è consolidato quello alla Murnau o alla Herzog, che fanno al caso nostro. Appunto per questo io la ritengo una riuscita rivisitazioine in chiave moderna del suddetto tema, quindi solitudine presente e raccontata. Aggiungo che per questo non ritengo originale il tema di base della pellicola ma il modo di ambientarlo, farlo sentire, raccontarlo. In campo cinematografico non tutti hanno saputo per strutturarlo. Io poi ho sempre ritenuto horror qualsiasi storia di vampiri, Polidori in primis.

Si , si vede che è un horror, intendevo dire che anche senza l’aggiunta di elementi orrorifici la desolazione che trasmette il film è penetrante (tra l’altro fa ben capire perchè in quella culla di civiltà ci sono più suicidi). Per dire una sciocchezza avrei trovato più originale che invece di una vampira fosse stata la figlia di un boss di Secondigliano, la valenza sarebbe stata la stessa. Certo, la solitudine in questo film è tutto, un pò troppo imposto per i miei gusti.
Chiudo dicendo che questo film ha cose buone e cose meno buone, quelle meno buone mi hanno impressionato di più … del resto stavo in mezzo ad una platea di ragazzine che si aspettavano il seguito di Twilight!!

Infatti nel mio primo intervento l’ho definito “film sulla solitudine travestito da horror”. Con l’esempio della figlia di un boss malavitoso hai colto l’essenza del film: una favola gotica il cui scopo non è tanto spaventarci o disgustarci (benchè situzioni orripilanti non manchino) quanto piuttosto trasmetterci il senso di desolazione e abbandono citato sostanzialmente da tutti i partecipanti a questo thread (il che vuol dire che probabilmente il regista è riuscito nel proprio intento).

un film forse troppo prolisso e tedioso

non dico che sia un brutto film ma siamo molto lontani dal mio mondo (ampio già di suo)

la scelta dei due ragazzini non mi ha convinto molto, specialmente il maschietto che è stato salvato solo dalla sua fisicità giacchè in ambito recitativo è a livelli molto bassi

Appunto… Come dicevo, sul soggetto di fondo ci troviamo d’accordo. Ed a proposito di originalità rivolto le carte(solitudine—>vampiri/vampiri—>realizzazione mai trattata) e dico che un film di succhiasangue con una BASE davvero innovativa è forse irrealizzabile… Probabilmente non c’è più nulla da cavarci.

E’ la narrativa dell’orrore attuale che sembra incapace di rinnovarsi, sposando vecchi archetipi di comodo. E’ dai tempi di Martin che il genere vampiresco è rimasto fermo al palo, per quanto mi riguarda; ovviamente attendo smentite dagli aficionados, sennò di che discutiamo? :slight_smile:

Sono rimasto affscinato da questa pellicola, per il suo incedere lento e cadenzato nelle desolate lande svedesi, per la rassegnata disperazione dei suoi due protagonisti, dovuta in primis alla solitudine per essere in qualche modo dei diversi non accettati, irrimediabilmente diversi anche fra loro ma così affini. Peccato sia uscito travestito da horror e post twilight, la confusione è stata inevitabile e il pubblico in sala era quanto di peggio potessi apsettarmi, teenagers burini a far casino.
Il film non è certo perfetto, ma come dire mi ha stregato, non vedo l’ora di poterlo vedere in lingua originale!

Qui a Torino l’hanno dato al Massimo, dov’era già stato proiettato in lingua originale in occasione del Festival. Pubblico di norma selezionato, ma un gruppetto di tamarrini adolescenti aveva fatto il proprio ingresso in sala, iniziando con gli atteggiamenti burini e molesti. Il coro di vaffa che si son beccati li ha intimiditi e zittiti all’istante; il che conferma la mia opinione sulla necessità di scegliere attentamente le sale dove andare a gustarsi un film (oramai è rarissimo che mi rechi al Medusa, frequentato dal peggio dei cafoni perdigiorno della società sabauda).

Splendido, particolarissimo film horror dello svedese Tomas Alfredson.

Oskar, un ragazzino di 12 anni, si innamora di Eli, una sua coetanea, che poi scoprirà essere una vampira…
Eli lo aiuterà nel vendicarsi contro i soprusi di un gruppetto di bulli, compagni di scuola che tentano di annegarlo nella piscina scolastica
Ambientato nel 1982, in un sobborgo periferico di Stoccolma.

Guardatelo, merita. A mio avviso è un capolavoro.

Qualcuno riesce a spiegarmi che cosa significa la scena in cui il fanciullo vede le parti intime del vampiro ed esse sembrano recise o meglio rinsecchite?

Forse vuol dire che il vampiro è moooooolto più vecchio di quanto l’aspetto faccia supporre. Ciò risulterebbe evidente dal legame col suo Renfield autoimmolatosi per salvarla; magari quando l’ha conosciuta era un bambino anche lui.

Qualcuno che ha letto il libro, devo solo capire se realmente o per tirarsela, mi diceva che lì il vampiro è un maschio castrato, quindi l’immagine mostrerebbe la recisione. Ad avvalorare c’è anche il fatto che la vampirella parla al fanciullo sulla possibilità che non sia una ragazza. Io invece, al momento della visione, ho interpretato come asessualità del soggetto, anche in questo caso sarebbero spiegate le parole della protagonista.