L'invasione (Yves Allegret, 1970)

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Regia: Yves Allégret
Attori: John Fordyce, Lisa Gastoni - Marina, Orchidea De Santis, Marella Corbi, Enzo Cerusico - Piero, Elio Marconato, Marzio Margine, Giancarlo Prati, Eva Thulin, Michel Piccoli - Marcello, Ruggero Miti, Mariangela Melato, Tony Trono

In una sera di pioggia, che lo ha costretto a rinunciare al week-end, Marcello, un architetto “arrivato” con una bella moglie splendida casa, molti soldi e, infine, una cattedra all’università, riceve la telefonata di un allievo che chiede ospitalità per sé e per un gruppo di amici, per discutere di alcuni problemi. Marcello, che si considera un democratico, accetta. Presentatisi in dodici - nove giovani e tre ragazze - gli studenti però rinunciano ben presto a un qualsiasi scambio di idee col “professore”: per passare all’aperto dileggio. Non contenti di ciò gli mettono a soqquadro la casa, irridono ai simboli del suo benessere e, infine, gli insidiano la moglie…

Proiettato anni fa alla Festa del Cinema di Roma.

I ricordi della De Santis:

http://www.italiataglia.it/search/dettaglio_opera

La VIII Sezione della Commissione di Revisione Cinematografica revisionato il film e sentiti i rappresentanti della società produttrice sospende il giudizio ed invita ad effettuare i seguenti tagli: tagliare completamente i due campi lunghi dell’amplesso carnale fra i due giovani di fronte agli invasori, lasciando solo il primo piano. La Commissione constatato che sono stati effettuati i tagli suggeriti esprime parere favorevole per la proiezione in pubblico a condizione che ne sia vietata la visione ai minori degli anni diciotto in quanto il film nonostante i tagli è controindicato alla sensibilità dei minori.

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Dev’esser molto interessante, l’hai già visto?

Non l’ho ancora visto. E’ imprescindibile per gli amanti del design anni Settanta.

Anche in Francia è inedito in digitale.

Beh, allora boom! va visto assolutamente.
Yves Allegret peraltro è il fratello minore di Marc Allegret, che recita nell’appena visto Il sangue e la rosa.

Penso di averlo visto negli anni settanta su una rete locale o su Capodistria è un film valido e interessante. Ricordo con un certo orrore la scena in cui i ragazzi letteralmente attaccavano una splendida Lamborghini Miura un simbolo assoluto. Lo rivedrei con piacere. Se non ricordo male esiste la vhs francese.

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ti ricordi qualche dettaglio di questa scena? attaccavano ossia rompevano?

Ricordo che saltavano sulla macchina insomma qualche botta ma non la distuggevano anche perchè anche all’epoca la Miura costava molto.

Ah, ok, si son contenuti, insomma… già mi stavo immaginando una scena in stile Silvio Orlando ne Il portaborse, dove distrugge a suon di mazzate una bmw cabrio rossa.

La Lamborghini comunque non la distruggono, si limitano a circondarla e uno sale sul cofano, ma con molta attenzione :smiley:

Il film è pesante, e a mio parere anche irritante come tutti i film che hanno tentato di descrivere i giovani italiani contestatori del '68. Allegret aveva oltre 60 anni quando ha girato il film, ed era completamente staccato dalla realtà giovanile del periodo. Anche in questo caso i giovani sono descritti come una massa di imbecilli, ipocriti ed infantili, a tratti semi-animaleschi.

Onestamente sembra più la ripresa di uno spettacolino off del periodo, che non un film. Piccoli en travesti poi è al di là dell’imbarazzo.

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Proprio la scena della Lamborghini nel blog di Orchidea De Santis:

Grazie della segnalazioni dei ricordi della De Santis. Belli e interessanti. Oggi un Miura una vera icona del genio italiano veleggia da eur 1.300.000 eur 3.000.000.:smiley:

Io l’ho trovato un film potentissimo, ruggente, sorretto da una colonna sonora da paura di un Riz Ortolani in acido che dà davvero il meglio di sé (forse la sua migliore OST di sempre).

È vero che i giovani contestatori vengono descritti come assolutamente chiusi al dialogo ed al confronto, disponibili soltanto alla provocazione senza il minimo interesse a trovare un punto di mediazione… Ma forse all’epoca una buona parte della popolazione li percepiva così, e probabilmente una parte di essi realmente si poneva così di fronte al nemico borghese e capitalista.
D’altra parte spesso quando si guardano i film sessantottini militanti ciò che arriva allo spettatore non sono tanto i valori ed il punto di vista politico, quanto una pesantezza dialettica che affossa qualsiasi interesse nei confronti del messaggio di cui la pellicola si fa ambasciatrice (per quanto io possa considerarlo un messaggio in linea con la mia visione e generalmente valido).

In questo L’invasione comunque non si giudicano i valori che i contestatori portano, se mai lo spettatore è portato a dubitare di questi ragazzi per le modalità con cui mettono in atto la propria protesta.

Ciò non toglie che il film mi ha tenuto incollato, mi è arrivato, mi ha catturato, anche grazie alla bravura degli interpreti coinvolti nel progetto (oltre a Piccoli anche la Melato, la Gastoni, la De Santis e un superbo Enzo Cerusico).

Un’arancia meccanica della contestazione.
Una visione bisogna pur concedergliela, da recuperare.

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