L’uomo che verrà
Un film di Giorgio Diritti. Con Alba Rohrwacher, Maya Sansa, Claudio Casadio, Greta Zuccheri Montanari, Stefano Bicocchi, Eleonora Mazzoni, Orfeo Orlando, Diego Pagotto, Bernardo Bolognesi, Stefano Croci, Zoello Gilli, Timo Jacobs - Drammatico, durata 117 min. - Italia 2009.
[LEFT] http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=59557
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Applausi all’“Uomo che verrà” di Giorgio Diritti, che racconta l’eccidio di Marzabotto
Un film contro la guerra, che mostra anche la crudeltà dei partigiani
L’orrore della strage nazista
dolore e commozione al Festival
Il regista respinge le accuse di revisionismo: “Nessuno sconto alla brutalità tedesca”
E polemizza con Del Noce: “Altro che mantenuti, pensi al suo stipendio…”
mi è piaciuto molto, magari non un capolavoro come è stato scritto ma certamente un film da vedere
il regista sa toccare le corde giuste per emozionarti senza ricorrere ai facili espedienti che un film del genere presenterebbe a chili
personalmente ho anche apprezzato tantissimo il lavoro sull’ambientazione e le atmosfere che mi hanno fatto pensare all’infanzia dei miei genitori e in particolare di mia madre, nata da quelle parti in una famiglia contadina e povera
Io invece tutto sto film riuscitissimo non l’ho trovato.
Mi è sembrata la pellicola giusta al momento giusto nei canali giusti. Credo si aspettassero di più a livello di incassi.
riuscitissimo no, infatti ho scritto che non è un capolavoro
ma tutt’altro che furbo
se vuoi puntare agli incassi (cosa peraltro lecita) fai una cosa alla Giordana
e non lo giri in dialetto bolognese sottotitolato
Visto ieri sera in dvd, non posso che essere d’accordo con questa recensione:
“Dove il film di Diritti si rende la vita difficile e dal lato spettacolo. E’ vero che la vita di campagna è scandita dalle stagioni, non dai minuti, come la vita di città. Mai è qui che vive chi dovrebbe vedere il film. Difficile mostrare la monotonia, prima del dramma, senza annoiare? Basterebbe sfrondare il film, che è di due ore. Meno di un’ora e mezzo bastava a John Ford e Raoul Walsh per storie a sfondo rurale dove alla fine tanta gente veniva ammazzata.” (Maurizio Cabona, ‘Il Giornale’, 22 ottobre 2009)
Ovvio, impossibile non pensare a Ermanno Olmi e al suo L’albero degli zoccoli, i personaggi sono bravissimi, le riprese perfette, anche nel mostrare quasi con pudore la morte, il film è necessario per ricordare certe stragi di cui non molto si è detto. Ma forse un po’ troppo lungo.