Volevo parlarne ma non sapevo dove, quindi non so se questo è lo spazio giusto, ho chiesto al buon Steed dove potevo postare e mi ha suggerito questa zona…
Però, visto che si tratta di una serie animata,potrò incorrere nelle ire degli admin,però provo lo stesso a postare.
Molti sapranno che, oltre ai fumetti, di Lupin III esistono tre serie animate, innumerevoli film, oav, speciali ecc.
Poi, nel 2012, qualcosa è cambiato e in Giappone è andata in onda -dopo ben 28 anni- una nuova serie, la quarta (una sorta di prequel; infatti, i quattro protogonisti si conoscono durante le puntate, ambientate nei primi anni Sessanta), che però è incentrata sul personaggio di Fujiko Mine. In questa serie qualcosa cambia e lei si mostra più riflessiva, sensibile, tormentata, pur continuando a vivere secondo il crimine, rubando e seducendo chiunque le capiti a tiro. Nel delineare questo personaggio si vede che in regia c’è una donna (Sayo Yamamoto), perchè solo una donna può ritrarla così, mettendola a nudo in tutti in sensi, ma senza volgarità. Una donna dipinta da una donna è la Fujiko Mine di questa serie.
Anche i suoi colleghi sono tratteggiati diversamente da come li si conosce, in una maniera più vicina al fumetto originale, ossia come delinquenti senza scrupoli e non una banda di allegrotti che ruba con raffinatezza. 13 episodi legati tra loro da un filo conduttore in cui si parla di una droga particolare, di esperimenti, di sette legate a lobby farmaceutiche, di complotti e della paura del comunismo (Fujiko conoscerà Fidel Castro e flirterà con lui, mentre si rischia la Terza Guerra Mondiale con la vicenda della Baia dei porci, dei russi e di John Kennedy!). Il tutto condito da atmosfere psichedeliche, disegni dai colori vistosi, musica jazz, opera lirica (la Tosca!) e sesso. Sì, perchè, l’eros è una delle colonne portanti di questa serie, in ogni sfumatura.
Lupin, che ha un ruolo solo marginale, vive solo per i propri scopi e non ispira grande simpatia, specie quando afferma che Fujiko potrebbe servirgli per alleviare la sua noia. Jigen, invece, è ancora più tormentato dal suo passato di guardia del corpo killer e perseguitato da un’idea d’amore legato alla sofferenza. Non a caso finisce per fare sesso in una bara con una di origine italiana di nome Cicciolina(!), a cui in passato ha ucciso il marito(ma le cose non stanno così) e che ora ha tendenze suicide. Goemon, poco più che adolescente, pur essendo il solito schivo, non vive di sola meditazione e di disinteresse per le donne (sempre apparente, in quanto, in ogni serie o in qualche film c’era sempre una liceale che lo turba, facendogli venire voglia di usare la spada; non quella, l’altra). Qui no, è molto più simile a un comune mortale e si innamora perdutamente di Fujiko, con cui si fidanza (e si delinea la verità, ossia che lui è il suo uomo e non Lupin, cosa che di tanto in tanto verrà fuori nelle tre serie e nei film, se si nota bene). Persino Zenigata è diverso da come lo si conosce: non è un poliziotto pasticcione, imbranato e segretamente dalla parte di Lupin, ma un uomo dai modi spicci (fa sesso con Fujiko nel suo ufficio, anche se non si vede nulla…però si sente, eccome!) e non si cura di sparare spesso a colui che insegue da tempo. Poi c’è Oscar, androgino giovane aiutante di Zenigata e segretamente innamorato di lui da quando era stato salvato, ragazzino, da quest’ultimo (odia Fujiko da quando si è fatta il suo capo; quindi anche l’omosessualità ha uno spazio, qui). I personaggi sono disegnati a volte in maniera abbozzata (specie durante i momenti d’azione, soprattutto la barba di Jigen e Goemon intero, orribili), a volte in modo più accattivante (Jigen, senza cappello, mostra degli occhi splendidi, mentre Zenigata è un figo con la mascella stile Alfio Marchini; Fujiko è molto procace e Lupin ha il ghigno fisso da canaglia). Negli episodi finali vengono svelati tutti gli intrecci che legano la storia, che prende, sinceramente, una piega molto macchinosa (ma i giapponesi, si sa, sono maestri di pippe mentali), sebbene sia comunque interessante. Una serie definitiva, insomma, che circola coi sottotitoli in italiano e che, nel nostro Paese, di sicuro non vedremo mai nella nostra lingua. Facciamocene una ragione