Mare amore - Frammenti di storie d'amore (Angelo Pannacciò, 1985)

Una giovane coppia di turisti si dirige verso quello che si aspettano essere il paradiso del turismo, del divertimento e delle belle ragazze: Cattolica
Alloggeranno presso l’hotel Europa gestito da “Diogenio”, le aspettative vengono subito deluse da una città deserta… fino a che non arriva una squadra femminile di Windsurf capitanate dalla procace Luciana.

Angelo Pannacciò con lo Pseudonimo Angelo Pann torna in riviera Romagnola dopo l’insuccesso di Stesso Mare Stessa Spiaggia ambientato a Gabicce Mare e riporta con sé l’accoppiata oversize Franco Diogene e Luciana Turina.

Il film fa sinceramente acqua da tutte le parti, con una locandina che strizza l’occhio al genere erotico e riprese abusive di topless qua e là si rivela una crepuscolare commediola di storie estive.
Passava spesso nelle TV locali negli anni '80 e lo si guardava con una certa sufficienza.
Nel mio caso e in quello di altri forumisti compaesani non può fare a meno di risvegliare memorie e ricordi con luoghi e personaggi di quegli anni dorati.

Voglio ripercorrere con voi alcune screen e alcuni ricordi che mi ha risvegliato, lasciando questi scritti ai posteri.
Tanto per cominciare il film si svolge all’interno dell’hotel Europa Monetti, andavo a scuola con l’attuale proprietario e da bambino ci andavo spesso a giocare.

Nello stesso viale c’era uno dei due negozi di dischi della città gestito dal compianto Angelo, ma come vedete dalla foto la Turina e Diogene puntavano più all’oro che al vinile.

La discoteca TAXI, ci siete stati anche voi, è quella dove è stata fatta le serata dell’ Appuntamento a mano Armata, quella nel corso:

Sempre in tema disco, c’era anche lo Champagne, il mio ricordo va alle feste di carnevale ai tempi delle scuole elementari:

Alcuni frame sul lungomare di Cattolica pre sensi unici e pre piste ciclabili:

Questo era il Windsurf Day, evento stagionale, se giravi con la t-shirt col logo eri uno tosto, nel 1985 il vikingo con le vele da surf sull’elmo:

Qua invece la Turina fa ginnastica con le sue ragazze al parco Ventena di Cattolica di recente inaugurazione, attualmente è allo sfacelo:

Qua invece una compiaciuta Luciana Turina assiste l’insegnante di danza Erika Rifelli all’epoca insegnante di aerobica, oggi coreografa di rilievo internazionale.

Qui invece la Turina col direttore dell’Azienda di Soggiorno, interpretato un altro cattolichino Doc tale Mario Campagna, fotografo leggendario degli anni d’oro di Cattolica, sulle pagine facebook locali compaiono spesso sue vecchie foto dei VIP che frequentavano la Regina:

Inoltre si va anche per Gabicce, alcuni scatti nella riserva naturale del San Bartolo e a Gabicce Monte, dove la Turina si cimenta in una spericolata donwhill

Qui davanti l’ex ristorante Sorrento

Qui 5 minuti di silenzio, motobecane TMS 50cc sul panorama di Vallugola:

La moto era di questo ragazzino, side story con la ragazzina in rosa di destra:

Last But not Least, l’inizio del film, la cosa buffa è che i due ragazzi partono da Cattolica… per arrivare a Cattolica, passando per la Gola del Furlo:

Partenza, di fronte Staccoli:

Poi c’è questo cambio di inquadratura, l’unica location non identificata del film, sicuramente non Cattolica, @Lollauser ?

Riserva Naturale della Gola del Furlo:

Lungomare Pesaro - Fano

E finalmente a Cattolica:

Ultimo momento-nostalgia, il bar sotto Coca-Cola non esiste più, accanto c’era un altro negozio estinto “Agostini strumenti musicali”

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Sulla scia di “Sapore di mare”, quello che sembra essere un’ennesima e invisibile commedia giovanile d’ambientazione balneare. Pannacciò ci aveva già provato con “Stessa spiaggia stesso mare” e “Un’età da sballo” tutti e due del 1983, entrambi orrendi e inguardabili. Il Poppi lo stronca e sembra uno dei pochi ad averlo visto. Magari un giorno salta fuori…

Notare come nella locandina siano scritti minuscoli i nomi del cast. L’unico scritto un po’ più grande è il nome del regista!

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Quasi dimenticavo di citare la corrosiva colonna sonora che ci accompagnerà per tutto il film tra un titolo di Italo Disco e l’altro:

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@Paolo_Tarsis avevo visto dopo e quindi integrato il tuo post, confermando le tue previsioni, non so cosa ha scritto il Poppi, ma credo di essere in linea col suo giudizio, se non col fattore nostalgia che è prettamente soggettivo :smiley:

Gli unici attori professionisti nel film sono Diogene, la Turina e Nerina Montagnani nel suo penultimo ruolo, ultima comparsata ne Il Ragazzo del Pony Express.

La location per cui mi tiri in ballo secondo me è a Pesaro di fianco alle magistrali:

C’è ancora pure l’edicola :wink:

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Si! confermo, di fronte l’hotel San Marco.
Questo invece è Gabicce Monte nel centro vero? Non mi torna l’edificio arancione…

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Si si Via Roma a Gabicce Monte
Quello arancione non torna neanche a me, l’avranno riportato poi all’edificio che c’è ora, di tipologia più contestualizzata

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Accettata dal l’imdb scheda del film: up to date

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Ripercorrevo i titoli di coda per alcuni chiarimenti e vedo il suddetto Campagna citato anche come fotografo di scena.

Inoltre nei sottotitoli compare anche l’animatore “La Gazzima” mai sentito nominare, ma presumo sia il tizio variopinto in questione, evidentemente Jimmy il Fenomeno era troppo high end per il film:

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Riguardo la scena di Gabicce Monte si conferma la teoria di @Lollauser , ho evocato un abitante locale: l’uomo più forte della galassia che mi conferma il palazzo arancione brutalista ristrutturato:

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Un messaggio è stato spostato in un nuovo argomento: Cerco Mare Amore

Posto una rece per farvi venir voglia di recuperarlo

Film di cui si auspica un recupero in blu ray restaurato in 4K e numerosi extra!!!

A conclusione di una carriera a dir poco sciagurata, il folignese Angelo “Elo” Pannacciò (1923-2001), accantonato il porno, tentò la strada del cinema nazional-popolare inserendosi nel genere “spiaggerello”, tornato prepotentemente in voga a partire dal 1982 con il vanziniano “Sapore di Mare” ambientato negli anni sessanta.

Dopo aver clonato l’archetipo in quel di Gabicce Mare con l’ultrascombicchierato “Stesso mare stessa spiaggia” (1983), consacrato all’unanimità come il film più brutto del filone, il compianto cineasta umbro, con un’ambientazione questa volta coeva al girato, propone nella confinante Cattolica una pellicola dove, almeno secondo le intenzioni, l’amore e i buoni sentimenti trionferebbero comunque, dovunque e a qualsiasi età.

Una serie di siparietti, tutti piuttosto casti, al fine di indirizzare il prodotto anche al mercato televisivo, nei quali si succedono i più scontati stereotipi dell’“italietta” in vacanza, tornata ad assaporare un po’ di benessere nel rinato “boom economico” (vero? fasullo? non sta a noi dirlo) dei “formidabili” anni ottanta. Un’Italia che, per darsi una veste cosmopolita, iniziava a importare e a scimmiottare, spesso acriticamente, abitudini e passatempi tipicamente americani (la ginnastica aerobica, i corsi di windsurf), senza minimamente curarsi di sconfinare nel ridicolo involontario, accentuando un innato provincialismo di fondo.

La trama, eufemisticamente risaputa, prevede la classica accoppiata di vitelloni che si dirige in Riviera Romagnola per far incetta di turiste straniere; l’arrivo di un pullman di studentesse di una scuola alberghiera, darà vita ai tanto attesi amorazzi estivi.

Desolante nella messa in scena, dominato dal più assoluto dilettantismo, il film non riesce nemmeno a funzionare come operazione nostalgica per coloro i quali, al pari del sottoscritto, hanno trascorso e vissuto in quegli anni e nei luoghi del girato le proprie vacanze estive. Romanticismo da “Baci Perugina”; clamorosi buchi di sceneggiatura (se così possiamo definirla); montaggio folle a cura del “famigerato” Vanio Amici (lavorò abitualmente con Ninì Grassia, vi lascio immaginare!!), con stacchi improvvisi e stranianti tra una scena all’altra; inquadrature men che amatoriali (sembra di assistere alla proiezione di certi filmini in superotto con i cuginetti in vacanza!).

Sul versante interpretativo, accanto a giovani carneadi dalla recitazione terribile, fortunatamente mai più rivisti (anche se qualche pulzella mi è parsa caruccia), si muovono penosamente i “pesi massimi” del cinema italiano Franco Diogene e Luciana Turina, recuperati dal precedente “Stesso Mare Stessa Spiaggia”. Nel rivestire i rispettivi ruoli dell’albergatore “Diogenio” (sic!) e di Luciana (che fantasia!!) un’improbabile maestra di danza accompagnatrice delle ragazze, entrambi evidenziano il proprio imbarazzo a recitare il “non copione” pannacciano; i continui “…bene, bene!”, “…certo, certo!” e “…giusto! giusto!”, si alternano a soluzioni improvvisate in maniera talmente pietosa da risultare persino indegne della peggior recita da asilo infantile. Vedasi al riguardo il ricevimento in albergo dei due protagonisti da parte del Diogene, il quale, non sapendo nè cosa dire, nè come andare avanti, ripete a raffica e a sproposito motti e proverbi di rara idiozia (praticamente le prime scempiaggini che gli vengono in mente!); l’invito della Turina rivolto a una fanciulla della scuola di nome Silvia, scoperta in atteggiamenti non esattamente platonici con uno dei protagonisti, a comportarsi come una ragazza “posata” (cosa!!!); lo scambio di bigliettini nel finale tra i nostri due grassoni con il Diogene che si rivolge alla Turina con l’appellativo “…la mia farfalla!” (non direi proprio!) e lei che gli risponde “…alla mia foca gemella!” (roba da puro sculto!!). Da antologia del trash la “downhill” della Turina in bicicletta sulle strade di Gabicce Monte, con la poveretta talmente goffa da lasciar presagire di dover cadere rovinosamente da un momento all’altro.

Inutile e strampalato il personaggio della vetusta Nerina Montagnani nella parte della nonna dell’albergatore Diogenio, con la nipote Valentina, che le tiene compagnia raccontando barzellette agghiaccianti che non fanno ridere nessuno. Ne riveste il relativo ruolo Elizabeth Tulin (al secolo Elena Fusco), compagna all’epoca del Pannacciò e abituale musa del suo ultimo periodo di exploitations e pornazzi (ancorchè mai formalmente impegnata in scene esplicite), che qui vediamo anche in qualità di aiuto-regista.

Tra alcuni storici personaggi dell’azienda turistica di Cattolica, puntualmente riconosciuti da attenti recensori, segnalo la presenza di certo “Gazzima” (chi era mai costui?), animatore vestito da clown che nessuno si fila e che rimane scolpito come quintessenza di demenzialità a imitazione povera (il che è tutto dire!) di Jimmy il Fenomeno quando ci deliziava con l’interpretazione del “portachiavi” al “Drive In”.

Apprendo dai titoli di coda la partecipazione anche del tal Michele Falzone, agghindato con tanto di frac, nel ruolo assurdo di un violinista da ristorante che dopo due sole note stonate di numero chiede subito l’òbolo ai malcapitati avventori. Esilarante non vi pare? Neanche Buster Keaton sarebbe arrivato a tanto!!!.

Per accontentare tutti i palati, memori del recente “Tempo delle Mele”, si innesta anche una storiellina tra due tredicenni fatta di stucchevoli abbracci e innocenti bacetti. Da ricordare uno scambio di saluti ultratrash tra i due piccioncini con lei che si congeda con un “Ciao John Travolta!” e lui che le risponde “Ciao Jennifer Beals!” (che carini!!!).

Condiscono il tutto, brani italo-danzerecci dell’epoca, nonchè il tormentone “Mare amore, amore al mare” firmato dal “mitico” Paolo Ormi, abitual sodale di Gianni Boncompagni e futuro compositore di quell’istigazione alla pedofilia che fu la trasmissione “Non è la Rai!”, che a riproporla oggi penso si finirebbe tutti dietro le sbarre!.

Di limitatissima distribuzione e subito scomparso dalla circolazione (chissà come mai?), auspichiamo di codesto “capolavoro” un recupero in blu-ray con restauro in 4k e numerosi extra!

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