Margin Call - J.C. Chandor, 2011

http://www.imdb.com/title/tt1615147/
http://www.cinematografo.it/pls/cinematografo/consultazione.redirect?sch=53970

Primo film per il regista, ed esordio col botto. Perche la storia, ispirata al crac Lehman Brothers, e drammaticamente vera, e la tensione stile thriller fanno sembrare all’acqua di rose anche Gordon Gekko; grazie a cio s'e beccata la nomination all’Oscar 2012, nonche all'Orso d'Oro a Berlino. Il merito e anche di un cast corale eccezionale, ricorda molto la potenza di Glengarry Glen Ross: Jeremy Irons, Kevin Spacey, Zachary Quinto, Demi Moore, Simon Baker, Stanley Tucci, Paul Bettany,Mary McDonnell, tanto per citare solo i nomi piu` importanti. Da vedere, una mazzata sulla crisi del 2008.

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sono rimasto estasiato da questo film, intenso e duro. Recitazione a livelli di eccellenza, molto sobria, misurata, compita (andrebbe proiettato in loop nelle scuole italiane di cinema).

La storia ti inchioda alla poltrona nonostante fondamentalmente tu non capisca un’acca di quello che i personaggi dicono, a meno che tu non sia un addetto ai lavori. Il gergo è di finanza supercazzolata con sbirigudi e terapia tapioca, strettissimo; roba che Wall Street di Oliver Stone è Bambi. E la grandezza di Margin Call è proprio quella, se riesce a ipnotizzarti come fosse un thriller hitchcockiano pur parlando di ricapitalizzazione, mercato, azioni, prodotti assicurativi e brokeraggio, significa che: 1) l’esordiente Chandor ha le palle a forma di spread; 2) gli attori sono dei grandissimi.
Mi ha fatto un gran piacere ritrovare anche Demi Moore, che, seppur pelle e ossa, mantiene inalterato il suo fascino.

Delizioso come tutti i vari dirigenti della “società”, di livello in livello, si affrettino a precisare che di finanza non ci chiappano granché e vogliano la pappardella spiegata piano e chiaramente, come ad un bambino di 6 anni (lo dice Jeremy Irons, gran capo faccendiere supremo). L’idea è proprio che questi gran giocatori di Monopoli abbiano fatto esperimenti da piccolo chimico per anni, senza avere la minima idea degli effetti collaterali e delle conseguenze, per poi lasciare il pianeta nello sterco fino al collo, tra indebitamenti, bolle e proiezioni sbagliate.

Tanto bello quanto glaciale film sulla crisi, in particolare sui mutui subprime, prende come un thriller, anche se si sa fin da subito chi è il “cattivo”, qui assassino dell’economia globalizzata. Per quanto possa essere romanzato, rende dannatamente bene il modo in cui Wall Street gioca da sempre con la vita delle persone. Cast stellare, in cui non svetta nessuno, tanto quanto sono tutti in parte, belle musiche, tese, angoscianti. Il girato completamente digitale rende perfettamante il distacco con cui “questi signori”, tra un Aston Martin, un elicottore, e una Brownstone di lusso, decidano il destino di milioni di persone.
Scena straziante Spacey dal veterinario col cane…, chi ha animali sa di cosa parlo.

BD perfetto, resa gliaciale, come dev’essere in questo caso.