Maschi e Femmine (Augusto Caminito e Francesco Scardamaglia, 1972)

Erroneamente annoverato tra le file dei mondo movies, questo film a episodi va invece fatto rientrare a mio avviso nel genere drammatico, sebbene coi mondos condivida alcuni elementi caratteristici: l’impianto di fondo votato all’analisi di alcuni aspetti della società, una varietas di ambientazioni esotiche e la presenza di un commento recitato da una voce narrante.

In realtà però ogni episodio (a parte quello dedicato a barboni e tossicomani, che davvero ha un anima documentaristica e ricalca lo stile degli epigoni di Jacopetti) è genuinamente fiction, senza che si provi a spacciarlo per uno spaccato di realtà. Le vicende narrate vengono presentate come ispirate a fatti reali, e nulla più.
Assistiamo alle vicende di:

  • un impiegato milanese che cerca rifugio dal caos e dai ritmi forsennati della città fuggendo in Polinesia
  • una ragazzina Thailandese costretta a prostituirsi per aiutare economicamente la famiglia
  • una ragazzina che vive con disagio le coercizioni e le rinunce imposte dalla rigida educazione luterana impartitale dal padre
  • i succitati reietti della società, tossicomani e homeless, in varie parti del globo
  • un’esule della repubblica popolare cinese che ad Hong Kong finisce in un giro di prostituzione per pagare i trafficanti che dovrebbero far arrivare clandestinamente il fratellino (e che invece viene avviato a sua volta alla prostituzione minorile)
  • una commessa giapponese che risponde alla frenesia della vita moderna trovandosi tre amanti coi quali si trastulla nelle diverse parti della giornata
  • un complessato maschio latino de borgata che riversa sulla moglie le sue fantasie sessuali contorte

L’ultimo episodio l’ho trovato il meno riuscito, quasi macchiettistico.
Il resto del film invece ha un teneore molto più alto, in alcuni casi anche lirico e poetico, grazie anche alla bella fotografia che sa incorniciare in modo magistrale i suggestivi paesaggi esotici.
L’episodio migliore a mio avviso è quello, intensissimo e tragico, della ragazzina inglese.

Un film interessante, ingiustamente caduto nell’oblio.

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E dove si trova?

Circola un telecinema tra i collezionisti

anche secondo me, soprattutto per il finale inaspettato
comunque anche gli altri episodi non sono malvagi, solo avrei apprezzato un filo conduttore un po’ più solido e coerente, mentre invece sono storie eterogenee messe insieme in modo un po’ forzato

Eh… :roll_eyes:
Non pretendo il dvd e non pretendo il blu-ray, ma anche da un servizio a pagamento dove poterlo vedere sarebbe cosa buona. Invece niente.

Appena visto, grazie Robby, e pensando al vm18 credevo divedere chissà cosa. In realtà quanto a erotismo è molto contenuto (ci sono un po’ di seni, di glutei e, in un breve caso, di passera ma vista di sfuggita) e, di fatto, si può dire che non c’è praticamente sesso. Gli episodi polinesiano e inglese, il più triste, sono castissimi. Sicuramente girato nel 1969 (nell’episodio italiano vanno a vedere in prima visione METTI UNA SERA A CENA anche se è impossibile capire di quale cinema si tratta). E’ divertente leggere che la motivazione del vm18 non è data dalla ragazzina 14enne che comincia a prostituirsi (anche se l’attrice sembra più grande) o dall’episodio dei reietti americani, no, ma dai giovani giapponesi che si strafanno di etere e dal suicidio (non mostrato direttamente) della giovanissima inglese. Episodio, ripeto, castissimo. Mah! Oltre la voce narrante di Paolo Ferrari c’è Oreste Lionello che doppia il personaggio di Gavino e il conduttore radiofonico (di cui sentiamo solo la voce). Sarei curioso di sapere chi doppia il giovane milanese del primo episodio (sempre che la voce non sia proprio la sua).

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