Pandemia. C’è un nuovo virus che colpisce i freni inibitori, chi si ammala non è considerato responsabile delle proprie azioni e si lascia andare alle sue più basse pulsioni. Liti, stupri, omicidi, violenze di ogni tipo. Il virus colpisce un grosso grattacielo, sede di una finanziaria che viene messo in quarantena per 8 ore. Al suo interno gli impiegati impazziscono. Uno di questi e un’avvocatessa hanno così l’opportunità di regolare i conti con i dirigenti dell’azienda…fino all’amministratore delegato
E’ l’ultimo film in mio possesso con Samara Weaving e dopo 4 visioni posso confermare che l’attrice si è data a questo ruolo di bella un po’ pazza con la mano pesante. Qui è un’avvocatessa nevrotica ,che alla fine arriverà alla follia, in tailleur che va giù di martellate e che usa una sparachiodi
Il film è ovviamente una commedia action dal sapore indipendente, un po’ come gli altri film che ha fatto. Tutti abbastanza liberi, folli e sopra le righe
Il film è catartico per tutta quella classe media che passa la pausa pranza (e non solo) a fantasticare su quali torture medioevali riporterebbe in auge per il proprio capoufficio e più di qualche collega
Si trasforma ben presto in un videogioco con l’impiegato e l’avvocatessa che devono vendicarsi dell’amministratore delegato e prima di tutti i vari quadri intermedi. Una sorta di picchiaduro su celluloide che ripercorre lo schema videoludico, con i vari livelli da salire (ambientato in un grattacielo, iniziano tipo dal sotterraneo e devono arrivare all’ultimo piano), i vari sgherri da menare (gli altri impiegati) e i mostri di fine livello sempre più forti (i vari dirigenti) e persino gli oggetti da collezionare…i badge dei suddetti dirigenti da prendere per poter salire i piani del grattacielo. Via via fino al temutissimo A.D.
Nulla di nuovo quindi, se non l’infinita riproposizione di uno schema anni 80
A mio avviso però manca qualcosa. A me è sembrato che la pecca sia l’indecisione sulla strada da prendere
E’ un film indipendente che può tranquillamente partecipare a tutti i festival mondiali, uscire in dvd, all’estero può anche uscire nei cinema di seconda e terza visione, nelle nuove grindhouse, sulle piattaforme come netflix ecc…ma resta sempre un film indipendente
Non adatto al grande pubblico mainstream (secondo me almeno) e che trasuda cinema indie da tutte le parti
Io credo sia non considerabile “serio” da un certo tipo di pubblico
D’altra parte da un film così, già solo dalla trama, io mi aspetterei personaggi e frasi cool, un modo magari giovane e innovativo di girare, magari videoclipparo ecc…invece il film procede come col freno tirato
Le scene action alla fine non sono neanche troppe e nemmeno troppo sanguinolente. Mi dispiace,ma ci può stare…forse c’era la paura che il film passasse per una trashata…e non si voleva il pubblico del trash
Ok, niente splatter…forse non si voleva che il pubblico andasse troppo sull’horror e sul ridicolo con effettacci da bassa macelleria…
Le colluttazioni sono girate con bel ralenty bisogna ammetterlo…ma non basta. Forse non si voleva che passasse per The Raid 3 ambientato in ufficio e che passasse come un picchiaduro con nulla da dire. Va bene…posso capire anche questo
Almeno però mettici un po’ di tamarria… Cioè, un film che si chiama “Caos”, in cui hai la Weaving in tailleur che un bel momento prende la sparachiodi e sai già che sta per andare a fare un macello in un ufficio…è d’obbligo che tu la faccia guardare in MDP e le faccia dire almeno la frase della vita
Nemmeno quello. E un po’ di tamarria non è reato, è stata sdoganata quantomeno da Rodriguez. Ok, non ti chiami Rodriguez e hai paura ad osare e non metti nemmeno un po’ di roba tamarra? Alla fine cosa resta?
Secondo me un film incompiuto, riuscito in parte, che avrebbe potuto fregarsene e premere molto di più su certi elementi, tanto sarebbe comunque sempre rimasto un film indipendente.
Invece i personaggi tra un pestaggio e l’altro continuano a fare noiosi discorsi da ufficio
Anche l’importante passaggio che scatena l’attrito tra i personaggi, secondo me, andava sviluppato e spiegato meglio. Sarà anche colpa dei sottotitoli amatoriali, ma non siamo tutti manager in carriera e in pochi minuti ci mostrano una sorta di fregatura in ambito legale finanziario usando termini e trucchetti non proprio immediati da capire.
Per dire che il film da un lato cerca di avere una sua quasi serietà da film mainstream, dall’altra poi si prendono a martellate ecc e il risultato finale non è nè carne nè pesce
Troppo sopra le righe, bizzarro, indipendente per un pubblico mainstream e troppo frenato per quello degli action e dei film tamarri, alla fine scontenta un po’ entrambi o quantomeno ti fa dire “si però, manca un qualcosa”