Mi chiamavano 'Requiescat'... ma avevano sbagliato (Mario Bianchi, 1973)

Mi chiamavano ‘Requiescat’… ma avevano sbagliato

Regia: Mario Bianchi
Anno: 1972
Durata: 85
Nazionalità: Italia \ Spagna
Cast: Sergio Ciani , William Berger , Frank Braña , Fernando Bilbao , Gilberto Galimberti , Celine Bessy , Francisco Sanz , Karin Well

Trattasi di un film discreto caratterizzato da scene piuttosto violente che lo rendono certamente più interessante e più accattivante, inoltre visto che il filone dell’Eurowestern si stava per esaurire Bianchi da sfogo più volte alla sua fantasia, dalla particolare pistola del protagonista al finale gotico.
Molto bravi i caratteristi che formano la banda di Machedo (W.Berger).
Dopo la visione del film, non ho capito cosa centra questo titolo…comunque…

lo vorrei vedere questo western…
lo diedero anni fa su una tv locale di Napoli, ma poi non l’ho più trovato…

Non è affatto male, ci sono un paio di scene di tortura meritevoli…western violento comunque!!!

finalmente ho capito…
non avevo letto bene il titolo ed ero convinto che REQUIESCAT fosse REQUIESCANT, quello del film di Lizzani, e non capivo cosa c’entrasse…ora si che ho capito :wink:

vista quest’oggi la versione passata su TeleNorba di questo film…
sinceramente me lo apsettavo più bello…si lascia cpmunque guardare abbastanza volentieri anche se, un po’ per mancanza di soldi e mezzi e un po’ per mancanza di impegno, non esalta mai…
belle e originali però la storia e i due protagonisti e alcune trovate (su tutte quella dell’arma che usa Alan Steel nel finale)

:wink:

Visionato oggi nel coloratissimo master di Telenorba. Che dire. Entusiasmante. Un western all’ italiana girato sul finire del genere…le locations, non a caso, versano in un malinconico sfacelo. Alan Steel (Sergio Ciani), qui nei panni del capitano nordista Jeff Mulligan, già noto peplum’s star, convince e mi confonde fisionomicamente dalle parti di Merli e Jeff Blynn. Vendetta su vendetta. Una storia senza redenzione. Un noir dalle atmosfere insolite, con una colonna sonora molto , ma molto particolare e facilmente dimenticabile, di cui è autore Gianni Ferrio. Alla sceneggiatura non dimentichiamo Vittorio Salerno ( fratello del più noto Enrico Maria), autore del Dallesandriano “Fango Bollente”, nonchè il rodato Alberto Cardone, da me considerato il regista degli “alfanumerici” (7 dollari sul rosso, 1000 dollari sul nero, 20000 dollari sul 7, 20000 dollari sporchi di sangue); Credo che il titolo si riferisca alla battuta che pronuncia il bandito Quintana all’ azione di giustiziare il nostro Mulligan, ma che però, viene fermato da Berger / Machedo. A me è piaciuto tantissimo, ma soprattutto, mi ha divertito. William Berger è un sadico scatenato, ma la sua banda è più consona ad un manicomio criminale che ad una canonica cella di reclusione. Lorenzo Robledo (che solo un anno dopo ritroveremo sceriffo in “I quattro dell’ apocalisse” di Fulci ), fa le prove tecniche da torturato, con il bandito “Quintana” di Musoliniana memoria, che lo tortura sadicamente strizzandogli i cosiddetti e marchiandolo a fuoco. Purtroppo nel 2001 il nostro Alan Steel si ritroverà al centro di cronache giudiziarie per essersi finto “giudice della Corte di Cassazione” in quel di Monterotondo…Comunque. Un gran bel western. Decisamente interessante la regia del buon Mario Bianchi. Da antologia la scena finale con Steel / Mulligan che appare e scompare come un fantasma, nel delirio di Berger / Machedo. Colpo di scena finale, la protesi usata per eliminare Machedo con i proiettili fatti ingoiare a Mulligan sotto tortura ad inizio film (Roma a mano armata, un anno dopo).. Per chi l’ ha visto: la sequenza finale ha indubbiamente richiamato ai miei percorsi visivi qualcosa dEL “Matalo!” di Canevari…non trovate? Abbraccio tutti ringraziando, come sempre, per lo spazio concesso.

Il Saggiatore

A me la parte finale ha ricordato non poco C’era una volta il westil flashback di Berger che spappola la mano di Ciani.

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Uscito in Germania in blu ray su licenza di Minverva Pictures in 1000 copie. Audio tedesco e italiano, zero extra. Prezzo altissimo, però sarà l’unica occasione per il collezionista di aver questo tardo western su un sopporto fisico…

Rivedendo il film mi ha stupito il fatto che ci voleva due sceneggiatori del calibro Alberto Cardone e Vittorio Salerno di riempiere un nulla di trama con violenze assortite per cui il film è noto… :smiley:
Comunque, un discreto fascino rimane per via delle locations spagnole (il villaggio di “Per pugno di dollari” a Hoyo de Manzanares in avanzato disfacimento), e le musiche a tinte jazz di Gianni Ferrio. 2,5 su 5

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Titolo italiano fuorviante che lascia presagire un western macchietta, il visto censura del resto è del marzo 1973, anni in cui di western seri se ne giravano ormai davvero pochi, questa pellicola di Mario Bianchi è un pò meno peggio di quello che la nomea del regista lasci pensare: certo le musiche ricordano più il funk della blaxpoitation, la trama non brilla certo per originalità e il ritmo non è tra i più forsennati, cionondimeno ci sono alcuni aspetti del film che ne risollevano leggermente le sorti.
Innanzitutto William Berger, come sempre istrionico e a suo agio anche nell’interpretazione dello psicopatico Machedo, e i caratteristi della sua banda, da Frank Brana a Lorenzo Robledo, da Gilberto Galimberti a Fernando Bilbao, tutti sadici e assetati di sangue; in secondo luogo la violenza spinta che dà un tratto caratteristico alla pellicola e che ne ha determinato in Italia il divieto di visione al cinema ai minori di 14 anni per le seguenti scene: 1) un maggiore dei nordisti viene costretto a bere l’inchiostro e ucciso con un colpo di pistola a bruciapelo; 2) il capitano Mulligan viene percosso con il calcio di fucile premuto, sul terreno con un piede, legato a dei pali e ferito alla mano; 3) un bandito viene selvaggiamente schiaffeggiato, percosso e quindi sdraiato su una tavola dove gli vengono distorti i testicoli e bruciato il petto con un ferro rovente; 4) il capitano viene anch’egli ferito con un ferro rovente; 5) l’amplesso di Machedo con la sua donna è particolareggiato e non compatibile con la sensibilità dei minori; 6) un bandito viene immobilizzato contro un palo con un colpo di forcone e trafitto.
Del film poco altro si salva e ci si domanda, come giustamente rimarcato da Michael_Schweitzer, quale apporto abbiano dato ben tre sceneggiatori (Salerno, Cardone e lo spagnolo Brochero) ad una trama ridotta all’osso e piena di incongruenze: Perché Machedo resta nella banca appena rapinata fingendo di essere stato derubato? Perché i fuorilegge si fanno palesemente vedere quando seguono Mulligan, dopo averlo liberato, per farsi portare sul luogo del bottino?)
Ottima la qualità video dell’uscita combo BR/dvd in edizione limitata a 500 copie della Cargo Records (per quanto priva di extra); uscita anche la colonna sonora del film (del tutto dimenticabile).
La cosa più bella alla fine rimane probabilmente la locandina del film, più dinamica del film stesso…
mi chiamavano requiescat

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