Milano. Uomo di mezza età perde un affare molto importante; va in crisi, decide di licenziarsi dalla megaditta in cui lavora e in cui ricopre un ruolo molto importante per trasferirsi, insieme al suo stagista, il Giargiana (Airò), a Garroneddu in Sardegna dove ha acquistato un bar sulla spiaggia, il chiringuito del titolo. Il posto è bellissimo, ma la sua mentalità meneghina, pratica nonché arrogante, si scontrerà con quella degli orgogliosi, nonché un po’ troppo rigidi, locali (tra cui il mitico Benito Urgu) disinteressati a fare soldi ma a salvaguardare la flora e la fauna (lì le Carretta Carretta vanno a depositare le uova). L’intervento della moglie (Lodigiani) e del figlio pre adolescente sarà risolutivo
Mai avrei pensato di ritrovarmi a vedere un film del genere, ma complice il maltempo ho preferito non uscire di casa e cercando dalla scarsa disponibilità di film che offre Timvision ho trovato questo.
Il film, in sé, è divertente. Lanzoni è simpatico (fosse stato lo stesso negli anni settanta-ottanta avrebbe creato una maschera) per quanto un po’ derivativo (il continuo pronunciare ‘taaac’ di pozzettiana memoria oltre a non poter non ricordare Guido Nicheli). Il ritmo non manca (il film dura neanche un’ora e mezza) e gli attori sono bravi (eccetto l’inutile comparsata della insulsa Lamborghini, allora sugli allori, che fa se stessa). Tuttavia rimane il limite che nonostante sia girato in formato panoramico rimane un prodotto più adatto alle piattaforme che non al grande schermo. Al cinema incassato poco più di 700 mila euro nonostante l’uscita dicembrina. Certo, non riesco a capire come possano aver collaborato in cinque per dirigere un film simile (per TORA TORA TORA e IL GIORNO PIÙ LUNGO ne bastarono tre. Per VIA COL VENTO, quattro). Sprecato Bisio.