Visto per la seconda volta in vita mia (la prima fu più di 20 anni fa, su Italia 1) grazie al bluray giapponese della King Records (audio italiano e sottotitoli giapponesi escludibili, un commento audio nell’idioma nipponico non sottotitolato ed una breve intervista a Jacopetti di 8 minuti; region free).
Ora capisco perché fu considerato il capostipite del filone mondo (nonostante di documentari sulle civiltà diverse dalla nostra ne avessero già prodotti a iosa in precedenza).
Il segreto del successo di Mondo cane sta nella varietas e nell’equilibrio. Gli autori furono in grado di capire che il pubblico desiderava essere intrattenuto più che informato, che era interessato a scoprire le culture altre ma soprattutto poiché era attratto dagli aspetti più insoliti e curiosi di esse.
Il film è una carrellata lunga quasi due ore di fatti straordinari; in questo contesto si alternano storie e vicende tra le più disparate, ognuna delle quali mette l’accento su un’aspetto diverso di questa nozione di insolito. Si passa dalle cose più brutali a quelle più grottesche, da quelle più appassionanti a quelle più tristi, da quelle più adrenaliniche a quelle più liriche e riflessive. È l’equilibrio di tutte queste componenti che ha reso il film davvero gradevole da fruire, decretandone il successo e facendo nascere di fatto un genere cinematografico.
Una curiosità:
@schramm la scena che descrivevi nel topic Pericolo negli abissi l’ho ritrovata paro paro in Mondo cane. Sei sicuro che non ti sei confuso?