Mondo Cane (Gualtiero Jacopetti e Franco Prosperi, 1962)

Visto per la seconda volta in vita mia (la prima fu più di 20 anni fa, su Italia 1) grazie al bluray giapponese della King Records (audio italiano e sottotitoli giapponesi escludibili, un commento audio nell’idioma nipponico non sottotitolato ed una breve intervista a Jacopetti di 8 minuti; region free).

Ora capisco perché fu considerato il capostipite del filone mondo (nonostante di documentari sulle civiltà diverse dalla nostra ne avessero già prodotti a iosa in precedenza).
Il segreto del successo di Mondo cane sta nella varietas e nell’equilibrio. Gli autori furono in grado di capire che il pubblico desiderava essere intrattenuto più che informato, che era interessato a scoprire le culture altre ma soprattutto poiché era attratto dagli aspetti più insoliti e curiosi di esse.

Il film è una carrellata lunga quasi due ore di fatti straordinari; in questo contesto si alternano storie e vicende tra le più disparate, ognuna delle quali mette l’accento su un’aspetto diverso di questa nozione di insolito. Si passa dalle cose più brutali a quelle più grottesche, da quelle più appassionanti a quelle più tristi, da quelle più adrenaliniche a quelle più liriche e riflessive. È l’equilibrio di tutte queste componenti che ha reso il film davvero gradevole da fruire, decretandone il successo e facendo nascere di fatto un genere cinematografico.

Una curiosità:

@schramm la scena che descrivevi nel topic Pericolo negli abissi l’ho ritrovata paro paro in Mondo cane. Sei sicuro che non ti sei confuso?

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