Morte al Cinevillaggio - Umberto Lenzi

Segnalo che Giovedì 8 Luglio Umberto Lenzi presenterà il suo nuovo libro alla Libreria del Cinema di Roma. Presenti anche Carlo Lizzani, Marco Giusti e Irene Bignardi.

Ma mi sembra che il Maestro mi stia diventando un filino ripetitivo, almeno a livello titoli…

Tornano gli stessi personaggi dei due libri precedenti, suppongo…

Si direbbe di sì…
“Febbraio 1944. L’investigatore privato Bruno Astolfi è incaricato dal commendator Giuseppe Baglioni Garlaschi, facoltoso imprenditore capitolino, di proteggere l’esuberante figlia Paola, che ha seguito marito, l’attore di dubbia fama Lino Plisman, a Venezia, dove la neonata Repubblica Sociale di Mussolini ha fondato in fretta e furia il cosiddetto Cinevillaggio”, una sorta di surrogato di “Cinecittà”. Sullo sfondo di un regime decaduto e moribondo, puntellato dalle armi dell’esercito nazista, si alternano freneticamente omicidi, orge, amori e tradimenti, in una singolare danza macabra che vede coinvolti attori e registi, produttori e giornalisti, avventurieri e spie, donne bellissime e uomini senza scrupoli, pezzi grossi e pesci piccoli. Non mancano neppure, tra i tanti personaggi, due bislacchi militari aspiranti comici ancora sconosciuti: Walter Chiari e Ugo Tognazzi. Dopo un’avvincente sequela di colpi di scena, Astolfi assicureri l’assassino alla giustizia. Ma non sarà questo l’ultimo colpo di scena"

Eh be’ se si tratta di una serie la ripetitività è inevitabile… Patricia Cornwell son più di vent’anni che la mena con autopsie e serial killers.

No ma io volevo solo riferirmi ai titoli, non ai contenuti, che per altro conosco solo per aver letto il primo episodio…oh non mi mettere in cattiva luce col Maestro che poi mi maltratta come Tigrero a Cattolica:D

Beh, è ovviamente una trilogia che prosegue nel tempo, questa volta la guerra ormai agli sgoccioli, c’è Salò, per cui lo scenario si sposta da Cinecittà al Cinevillaggio. E m’incuriosisce l’approfondimento storico su questo lato, se n’è parlato ben poco, solo Brass lo toccò con Senso 45, è uno dei lati meno conosciuti della storia cinematografica italiana.

Infatti la Cornwell è roba da casalinghe di voghera ormai :slight_smile:

Ma come scrive Lenzi? A livello di prosa intendo non di intreccio.

Ecco che ne penso io (e Paolo) riguardo ai due precedenti romanzi:

http://www.gentedirispetto.com/forum/showthread.php?20921-Umberto-Lenzi-a-Torino-presenta-il-suo-libro-Terrore-ad-Harlem&p=240345&viewfull=1#post240345
http://www.gentedirispetto.com/forum/showthread.php?14988-Delitti-a-cinecitt-(Umberto-Lenzi)&p=179932&viewfull=1#post179932

Grazie. Ho chiesto perchè quando si parla di certe figure può esserci la tendenza a mitizzare a priori ogni loro opera.

Il Lenzi scrittore a me piace molto, scrive in un italiano elegante senza risultare noioso o pedante, è informatissimo e ambienta in maniera storicamente perfetta il racconto, e tratteggia in maniera approfondita i personaggi. Insomma, i primi due sono degli ottimi gialli storici.