Motel Woodstock (Ang Lee, 2009)

Il film racconta la genesi del famoso festival musicale del 1969 raccontate dal punto di vista di Elliot Tiber (dal cui libro Tracking Woodstock il film è tratto).
Tiber e i suoi genitori gestivano uno scalcinato Motel a Bethel nello stato di New York e facevano fatica a pagare il mutuo. Quando si accorse che un festival musicale era stato rifiutato da una località non molto distante pensò di proporre agli organizzatori di farlo a Bethel (era anche il presidente della camera di commercio di quella piccola cittadina per cui i permessi non sarebbero stati un problema dal momento che avrebbe fatto figurare il festival di woodstock come parte di un festival di musica classica da lui organizzato ogni anno e che era già stato approvato).
Come location dell’evento vennero scelti i pascoli della fattoria di Max Yasgur poco distanti dal Motel di Tiber che divenne base operativa degli organizzatori del festival nonchè biglietteria principale (finchè a causa della enorme richiesta il festival non divenne gratutito). Quindi iniziano i preparativi, iniziano a vedersi i primi hippies finchè il festival non inizia e la vita di Tiber e della sua famiglia cambieranno per sempre.

Allora, le cose più belle sono la fotografia, sbiadita, chiaramente un omaggio al famos film-documentario sul festival di Woodstock. La scenografia è ottima, rende tantissimo l’idea e unita alla fotografia contribuisce ad un risultato di iper realismo che di solito film celebrativi di eventi storici non hanno. Costumi perfetti anch’essi. In pratica la messa in scena non ha una sola sbavatura, persino le facce dei vari personaggi sono assolutamente credibili.
La cosa che manca è una trama cinematografica, un qualcosa che crei della tensione emotiva, un’aspettativa e un apice. Non c’è. Perchè? Perchè manca il festival. Il frutto di tutto il racconto del film non c’è. Ne sarebbe bastata anche una sola scena, non c’è il palco, il concerto, i musicisti, hendrix, janis joplin, gli who.
Ci sono dei bellissimi piani-sequenza della carovana di gente che sta andando al concerto, c’è l’atmosfera di peace and love, la gente nuda, le scivolate nel fango. Tutto bello, ma cavolo, il concerto? SI sente della musica in lontananza, te lo fanno annusare ma non te lo danno, e siccome chi va a vedere un film su woodstock ci va soprattutto per la musica, allora è sbagliato non dargliela e non fargliela vedere. Bastavano degli inserti di filmati d’epoca.

Alla fine quindi un po’ noiosetto, un po’ lungo, anche se in molte parti è anche divertente e bello da vedere. Un voto? 6 meno meno, sarebbe bastato poco per un 7.

Io non l’ho trovato nè noioso nè lungo, anzi l’ho gustato davvero tanto!
Questo film ha solo una pecca… non si vede nemmeno un secondo del concerto…
eccheccazzo, almeno un minutino potevano far vedere le riprese originali…
Comunque molto carino, divertente e apprezzabile!