Interessante articolo di Bocca su Napoli:
Interessante e…terribile!Tanto che mi sorge un dubbio-provocazione:anzichè “inviare l’esercito”,Napoli non andrebbe piuttosto recintata e dichiarata “territorio indipendente”?Tipo la New York del film di Carpenter,per capirci…Se qualcuno ha soluzioni più(o anche meno) “sensate” per la “questione Napoli”,lo dica pure.
Banlieue 13?
- Schiaffare al gabbio i politici collusi con la camorra
- Togliere le famiglie più disastrate da quei cessi di palazzoni fatiscenti privi di luce e acqua dove sono costrette a vivere
- Levare dalla strada i ragazzini
- Trovare un lavoro a chi non ce l’ha
- Troncare le manine ai boss che continuano a infilarle nell’edilizia (fonte assai più redditizia della droga, come per la mafia in Sicilia)
- Legalizzare il gioco d’azzardo (un bel repulisti con le bische clandestine)
- Prendere atto di quanto sia fallimentare la politica di Bassolino
- Piantarla di dar retta alle cazzate dei giornalisti (Napoli è sempre stata così, la violenza e la povertà non sono un fatto talmente nuovo da giustificare gli allarmismi)
definire utopistico tutto cio è un eufemismo. manco il mago zurlì con la bacchetta di stocazzo riuscirebbe.
Allora si fottano. L’esercito non serve a una minchia, e i Napoletani resteranno con le pezze al culo e le pistolettate.
ci vorrebbe maurizio merli come in napoli violenta
Ci avevo pensato, in effetti. Mi sa che stasera me lo riguardo.
Legge marziale:un superprefetto alla Mori non guasterebbe, peccato che in uno stato democratico (?) non sia possibile.
Tutti i politici (o quasi) si sono alzati per gridare allo scandalo di fronte alle parole di Putin (ha detto che l’Italia è la culla della mafia): nessuno che abbia detto che è la verità. Eh, signori…
Avete mai sentito un governo mettere tra i primi punti del suo programma la lotta alla criminalità organizzata, che ammazza e soffoca almeno metà del paese? macché!
Le parole mafia, 'ndrangheta, camorra, sacra corona unita non esistono più… eh, beh, certo: la mafia non esiste…
Sì, ma Putin che dà dei mafiosi a noi italiani è come il bue che dà del cornuto all’asino.
è una questione di mentalità…perchè, ad esempio, un ragazzo di 18 anni deve andare a fare il manovale quando puo guadagnare 10 volte tanto facendo la guardia a un carico di brown sugar?
D’accordo, ma questo non cambia nulla.
“Bisogna convivere con la mafia” (Pietro Lunardi, ministro della Repubblica, 2001).
Intendeva “bisogna convivere con Berlusconi”, è un lapsus. O forse no.
Cambiano i governi ma la solfa non cambia…
Purtroppo la lotta alla mafia da parte dello Stato, che raggiunse il suo culmine con il maxiprocesso allestito dal mitico pool antimafia guidato da Caponnetto, con Falcone e Borsellino, pare sia definitivamente cessata.
Le speranze poi sono morte del tutto al termine del processo Andreotti, che ha visto la fine di Caselli come magistrato antimafia.
Siamo nella palude. Quello che vorrei vedere è la stessa indignazione che ci fu quando furono trucidati Falcone e Borsellino, un moto di ribellione nel Paese e a maggior ragione nelle zone più infestate. Quello che vorrei vedere è un presidente del consiglio che vada in tv e dica: “Daremo lotta senza quartiere a tutte le mafie”. Anche quest’ultimo non l’ha mai pronunciato, e la mafia continua a prosperare indisturbata.
I problemi a mio avviso non risiedono solo nella mafia e nella camorra. Anch’io penso che alla base ci sia sostanzialmente una questione di mentalità… l’articolo di Bocca linkato da Almayer, per quanto duro, secondo me punta il dito dalla parte giusta.
Non è mai iniziata davvero, direi. Falcone e Borsellino erano eroi; ma alla fine chi doveva appoggiarli non lo ha fatto, lasciandoli soli contro la malavita organizzata. La camorra e la mafia si combattono eliminando alla radice i problemi che rendono possibile il loro attecchire; problemi che ho elencato e sulla cui soluzione potete anche parlare di utopia, il risultato non cambia. O eliminiamo la sottocultura che nel Mezzogiorno (il discorso non riguarda solo Napoli) ha sempre favorito il degrado e il germogliare dei clan malavitosi, o tutto resterà come adesso.
E’ una mentalità che nasce dalla miseria. Perchè a un giovane deve essere preclusa altra possibilità nella vita al di fuori del fare il manovale sottopagato? Tanti guaglioncelli oggi crescono sulla strada, vivono in condizioni di estrema povertà, i genitori non li mandano a scuola e lo stato non interviene. E’ così che nascono i manovali della criminalità organizzata, ficchiamocelo in testa; non è che i meridionali nascano col gene del lassismo e dell’antistatalismo, semplicemente lo stato li ignora salvo ricordarsi di loro in tempo di elezioni. Ci si indigna quando nei quartieri napoletani la folla insorge contro i poliziotti che inseguono uno spacciatore; ma dove cazzo sono i medesimi poliziotti quando i negozianti pagano il pizzo alla camorra? Dov’è lo stato quando un poveraccio va a chiedere giuistizia alla camorra perchè chi gli ha violentato la figlia non è stato punito dalle autorità (non è un’invenzione del Padrino, ‘ste cose accadono davvero)? Vi rendete conto che a Messina gli abitanti di un quartiere degradato vedevano nel boss locale l’unico in grado di mantenere l’ordine e tenere lontani spacciatori e teppisti, visto che le forze dell’ordine non provvedevano? E’ in queste condizioni che si vive a Napoli e in tante altre zone del Sud. Inorridiamo di fronte a quel che vediamo, ma nessuno vuole affrontarne davvero le cause sociali. Era un fenomeno diffuso già all’indomani del Risorgimento: tutti a lamentarsi del brigantaggio, e nessuno che si domandasse come mai i liberatori piemontesi fossero considerati con disprezzo dai meridionali.