Non escludo il ritorno (Stefano Calvagna, 2014)

IMDb Wikipedia

Anno:
2014
Regia:
Stafano Calvagna
Con: Gianfranco Butinar, Enzo Salvi, Michael Madsen, Nadia Rinaldi, Franco Oppini, Stefano Calvagna, Danilo Brugia, Andrea De Rosa, Roberta Scardola, Rossella Infanti, Claudio Del Falco, Saverio Vallone, Stefania Marchionna, Ascanio Pacelli, Niccolò Calvagna

Film che narra gli ultimi anni di vita del “maestro” Franco Califano, già dal trailer però si può intuire il livello di mediocrità degli attori e del film in sè.
Nei panni del cantantutore un bravo imitatore come Butinar che, nonostante abbia un fisico troppo giovane e atletico invece del fisico un pò “sfatto” di Califano (e faccia sempre muovere la mascella :slight_smile: ) ha una voce praticamente identica.
Durata tutta la durata però ci si perde un pò tra i vari passaggi da un’epoca ad un’altra e alcuni personaggi scompaiono e poi appaiono senza capirne il vero motivo, nel cast anche una presenza internazionale ovvero l’attore feticcio di Tarantino Michael Madsen e alcune trash come il calciatore Luigi Di Biagio.
Di Calvagna non ho mai visto nulla ma pare abbia uno stile simile a quello di Renzo Martinelli :smiley:

Nel film non c’è alcun riferimento alla bellissima (secondo me) e poco fortunata canzone “Non escludo il ritorno” (scritta da Federico Zampaglione) che Califano portò a Sanremo nel 2005 e non si sente durante tutto il film forse per problemi di diritti.

Il trailer:

//youtu.be/YWg3AgcbByg

La canzone del 2005:

//youtu.be/hl7R9L9xuDA

Sono basito. Michael Madsen e er Cipolla. Calvagna è un pazzo totale.

Una di quelle cagate che Marco Giusti potrebbe adorare, penso. Da rivalutare tra 50 anni ecc.ecc.

Per me non è neanche trash, è proprio spazzatura.

E’ la stessa identica cosa che ho pensato dopo aver visto il trailer in tv tempo fa, ma poi devo dire che vedendo il film interamente ho un pò cambiato idea, ma probabilmente perchè ho guardato il film come se stessi vedendo un documentario sui difficili ultimi anni di vita di Califano e probabilmente l’interpretazione degli attori è passata in secondo piano.