Dall’autore di Femmine carnivore, un dramma bellico dall’insolita e affascinante ambientazione.
Un manipolo di soldati cecoslovacchi della legione straniera ha disertato e sta attraversando il deserto per andare a raggiungere le truppe alleate sulla costa del mediterraneo. Un aereo con a bordo una pattuglia nazista li individua e li attacca. Ne segue uno scontro a fuoco, i cecoslovacchi hanno un morto e dei feriti, l’aereo tedesco precipita più lontano.
Entrambe le formazioni militari si dirigeranno verso un’oasi segnata sulle mappe, per non morire di sete e di stenti in mezzo al deserto.
Una volta arrivati lì, troveranno l’oasi abbandonata, perché il pozzo si è prosciugato.
Dinamiche di sopraffazione e violenza psicologica da homo homini lupus, acuite dalla presenza letale e beffarda del più ineluttabile dei nemici, la sete, che induce allucinazioni, fa perdere lucidità e impedisce di ragionare razionalmente.
Quasi un dramma da camera , l’oasi è una location che obbliga i soldati delle due fazioni a stare insieme e a convivere, con dinamiche spesso portate all’esasperazione e con tutte le conseguenze psicologiche del caso.
Se già normalmente la guerra è un’aberrazione priva di senso, l’idea di combattere una guerra proprio in mezzo ad un deserto come questo appare davvero una cosa demente e deleteria.
Il film circola grazie ad una copia (compare ogni tanto il logo Tower in alto a sinistra) recentemete trasmessa da un canale del digitale terreste (una certa show tv, mai sentita nominare prima), dalla qualità purtroppo davvero scarsina, pixel grossi e fastidiosi e problemi di deinterlacciamento.
Fu distribuito all’epoca della sua uscita in Italia dalla Airone Cinematografica (specializzata nell’importazione di film est europei), anche se imdb ignora tutto ciò.