Onore e Guapparia (Tiziano Longo - 1977)

La versione vhs che tengo da TELESTUDIO 50, dura esattamente 1h e 25 e 32". è completa? grazie mille per conferma.
p.s.c’è solo lo stacco fine primo tempo di 6 secondi.

Finalmente sono riuscito a vederlo non e` che mi abbia entusiasmato molto poca azione e ritmo latitante comunque si lascia vedere tranquillamente

sì, in effetti non c’è poca azione, ma del resto non è un film d’azione, ma sociale…e cmq per fortuna se ne è ripreso a parlare in questo forum!!!:);):-p:cool:

E dunque parliamone.
E’ una sceneggiata, e non ci piove, sinceramente non ci trovo praticamente nulla del poliziesco. Sono daccordo con Caltiki, è una vera e propria esaltazione del “sistema vecchio stampo” e giurerei anche io che i soldi arrivavano proprio da lì, e il messaggio suona ancora più stonato alla luce della recente uscita di Gomorra.
Evabbè mi sono divertito, il film in sè non mi è dispiaciuto ma non posso certo trovarmi in linea con il messaggio espresso, sociale o meno, sicuramente un messaggio sbagliato.
La parte politica a me è suonata niente meno che un voler ulteriormente legittimare il “sistema” tutto. Per quanto sono convinto che un fondo di verità debba esserci nei contatti tra extraparlamentari e camorristi, di sicuro non era una questione di legittimazione reciproca, e di sicuro certi ideali di giustizia sociale non possono essere confusi con quelli di un delinquente qualsiasi.
Grande Pino Mauro, chiunque abbia il coraggio di sfoderare una simile phonatura e tali basette ha tutto il mio incondizionato rispetto.

Girato sulla scia, di grande successo, dei film dell’accoppiata Merola - Brescia…però Pino Mauro decisamente funziona meno di Mario Merola in questi frangenti. Leggenda vuole che Pino Mauro all’epoca era l’unico a concorrere per lo scettro nell’ambito di “sceneggiata napoletana” insieme al Re Mario Merola…ma cmq credo non sia mai riuscito a spodestarlo. Merola dice a Marco Giusti alla domanda su cosa ne pensava dei film del suo “rivale”…“QUA’ RIVALI…ERA LUI CHE VOLEVA CREARE STA COSA, NEL MIO CAMPO NON HO AVUTO MAI RIVALI!” :slight_smile:

1 Mi Piace

È vero il contrario: è stato il successo di “Onore e Guapparia” ad indurre Ciro Ippolito a produrre i film di Brescia/Merola, iniziando con “L’ultimo Guappo”.

In effetti Brescia subentra dopo, però Merola nel 73 aveva gia fatto “Sgarro alla camorra” di Ettore Maria Fizzarotti e quel film a detta dello stesso Merola ebbe un buonissimo successo ma poi nonostante questo cinematograficamente parlando sì fermo per molti anni prima di farne altri.Poi Onore e Guapparia e gli altri 2 di Pino furono lanciati insieme al filone Meroliano piu famoso.

Buon film, me lo aspettavo molto più rozzo e invece non ha assolutamente nulla da invidiare ai successivi prodotti della factory Brescia/Ippolito…se non la presenza di Merola, forse.
Ottimo l’inizio tipico da sceneggiata (“Don Gennà, cantatece 'na bella canzone!” “Ma no, dai…”) e il pistolotto pro-contrabbando. Qualche spunto interessante e per nulla banale e una quantità spropositata di pubblicità a Punt E Mes Fernet Branca acqua Pejo ecc.ecc. :smiley:

Ho cercato di studiare la meravigliosa pettinatura di Pino Mauro per tutta la durata del film e ancora sono perplesso…dove inizia il riporto? :confused:

Insomma da vedere, anche per l’ottimo finale, secco e coerente col resto del film.

2 Mi Piace

A mio avviso i soldi non arrivavano dalla famosa parte sbagliata. Non stiamo mica parlando di un film come Il Latitante, vera esaltazione del cosiddetto sistema.Che c’entra poi Gomorra e la degenerazione dei tempi attuali?
Forse sarò di parte, ma io continuo a sostenere che questo film non sia l’esaltazione della mala di allora. E’ una sceneggiata, punto e basta e come tale rispetta la formula Isso,essa o ‘o malamente. E’ inutile negare come la gente sia convinta che Pino Mauro fosse considerato il male. E’ evidente che confondere la realtà dalla recitazione è una cosa molto comune…
Quanto a Merola, avevo visto quella sua intervista in cui diceva di non avere i rivali:alla presunzione non c’è mai fine e Merola era un grande presuntuoso.
I capelli di Pino in quel periodo?Ahah,beh, fanno sorridere pure a me,hanno del ridicolo, ma almeno ancora li aveva;oggi molti per una stempiatura si rasano a zero.
Come dice Nemesi, l’Ultimo Guappo viene davvero dopo, nel 1978.

Infatti nel film Emy Salvador dice a Garbetta:“Volete un Fernet Branca?”
Se non è pubblcità questa…

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E dunque parliamone.
E’ una sceneggiata, e non ci piove, sinceramente non ci trovo praticamente nulla del poliziesco. Sono daccordo con Caltiki, è una vera e propria esaltazione del “sistema vecchio stampo” e giurerei anche io che i soldi arrivavano proprio da lì, e il messaggio suona ancora più stonato alla luce della recente uscita di Gomorra.
Evabbè mi sono divertito, il film in sè non mi è dispiaciuto ma non posso certo trovarmi in linea con il messaggio espresso, sociale o meno, sicuramente un messaggio sbagliato.
La parte politica a me è suonata niente meno che un voler ulteriormente legittimare il “sistema” tutto. Per quanto sono convinto che un fondo di verità debba esserci nei contatti tra extraparlamentari e camorristi, di sicuro non era una questione di legittimazione reciproca, e di sicuro certi ideali di giustizia sociale non possono essere confusi con quelli di un delinquente qualsiasi.
Grande Pino Mauro, chiunque abbia il coraggio di sfoderare una simile phonatura e tali basette ha tutto il mio incondizionato rispetto.

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Girato sulla scia, di grande successo, dei film dell’accoppiata Merola - Brescia…però Pino Mauro decisamente funziona meno di Mario Merola in questi frangenti. Leggenda vuole che Pino Mauro all’epoca era l’unico a concorrere per lo scettro nell’ambito di “sceneggiata napoletana” insieme al Re Mario Merola…ma cmq credo non sia mai riuscito a spodestarlo. Merola dice a Marco Giusti alla domanda su cosa ne pensava dei film del suo “rivale”…“QUA’ RIVALI…ERA LUI CHE VOLEVA CREARE STA COSA, NEL MIO CAMPO NON HO AVUTO MAI RIVALI!” :slight_smile:

È vero il contrario: è stato il successo di “Onore e Guapparia” ad indurre Ciro Ippolito a produrre i film di Brescia/Merola, iniziando con “L’ultimo Guappo”.

In effetti Brescia subentra dopo, però Merola nel 73 aveva gia fatto “Sgarro alla camorra” di Ettore Maria Fizzarotti e quel film a detta dello stesso Merola ebbe un buonissimo successo ma poi nonostante questo cinematograficamente parlando sì fermo per molti anni prima di farne altri.Poi Onore e Guapparia e gli altri 2 di Pino furono lanciati insieme al filone Meroliano piu famoso.

Buon film, me lo aspettavo molto più rozzo e invece non ha assolutamente nulla da invidiare ai successivi prodotti della factory Brescia/Ippolito…se non la presenza di Merola, forse.
Ottimo l’inizio tipico da sceneggiata (“Don Gennà, cantatece 'na bella canzone!” “Ma no, dai…”) e il pistolotto pro-contrabbando. Qualche spunto interessante e per nulla banale e una quantità spropositata di pubblicità a Punt E Mes Fernet Branca acqua Pejo ecc.ecc. :smiley:

Ho cercato di studiare la meravigliosa pettinatura di Pino Mauro per tutta la durata del film e ancora sono perplesso…dove inizia il riporto? :confused:

Insomma da vedere, anche per l’ottimo finale, secco e coerente col resto del film.

A mio avviso i soldi non arrivavano dalla famosa parte sbagliata. Non stiamo mica parlando di un film come Il Latitante, vera esaltazione del cosiddetto sistema.Che c’entra poi Gomorra e la degenerazione dei tempi attuali?
Forse sarò di parte, ma io continuo a sostenere che questo film non sia l’esaltazione della mala di allora. E’ una sceneggiata, punto e basta e come tale rispetta la formula Isso,essa o ‘o malamente. E’ inutile negare come la gente sia convinta che Pino Mauro fosse considerato il male. E’ evidente che confondere la realtà dalla recitazione è una cosa molto comune…
Quanto a Merola, avevo visto quella sua intervista in cui diceva di non avere i rivali:alla presunzione non c’è mai fine e Merola era un grande presuntuoso.
I capelli di Pino in quel periodo?Ahah,beh, fanno sorridere pure a me,hanno del ridicolo, ma almeno ancora li aveva;oggi molti per una stempiatura si rasano a zero.
Come dice Nemesi, l’Ultimo Guappo viene davvero dopo, nel 1978.

Infatti nel film Emy Salvador dice a Garbetta:“Volete un Fernet Branca?”
Se non è pubblcità questa…

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Veramente bello, dallo svolgimento lineare e pulito (peccato non si possa dire lo stesso della VHS Capitol che ho visionato :mad:) tipico della sceneggiata classica, con il triangolo base ‘‘Isso, essa e o’malamente’’ al quale Longo aggiunge colpi di genio come il fidanzatino extraparlamentare simil-Miguel Bosè che parla più che come un libro stampato come un ciclostile di Lotta Continua. Ottimo cast, su tutti trionfa ovviamente il grandissimo Pino Mauro con le sue massime e i suoi indimenticabili basettoni. Détta, inoltre, tutti i topoi del genere della cinesceneggiata che esploderà l’anno dopo: cantate al ristorante, il contrabbando di sigarette come panacea contro la disoccupazione ('na cascia 'e sigarette e sfama 'na famiglia, come canterà in seguito Nino D’Angelo) nuova camorra che insorge contro i vecchi guappi, fuorilegge romantici.
Credo anch’io che il film sia stato finanziato dai contrabbandieri napoletani, ma non è certo l’unico esempio nel cinema italiano.

Sono assenti per fortuna i tocchi di ridicolo involontario ultrafolkloristici presenti invece nei- pur apprezzabili- film della premiata ditta Merola/Brescia/Regnoli/Ippolito, a parte l’abbigliamento di Giggino O’Barone e quello da Fonzie di Forcella di Pino Mauro.
Grande il finale da western campano, con il classico duello curtiello cu’ curtiello.

Ho appena finito di vederlo e confesso che per cercare il topic ero andato a botta sicura su tutto il resto giacché del poliziesco c’è piuttosto poco. Temevo che mi sarei annoiato o che avrei interrotto la visione ed invece sono arrivato alla fine senza problemi. Concordo praticamente con tutto ciò che è stato precedentemente scritto, azione poco o niente, molta critica sociale “leggermente” di parte, il vecchio ed il nuovo che si affrontano (e qui ho trovato diverse analogie con piedone lo sbirro, dove guarda caso il nuovo si chiamava Ferdinando o’ barone) nei modi più svariati e con quest’ultimo che soccombe nel duello rusticano alla fine. Una giovanissima patrizia pellegrino nel cast che zampetta a passo di danza e terza apparizione per il piccolo massimo deda. Pino Mauro basettato e con le camicie con i becchi lunghi rispecchia in effetti la moda dell’epoca e fa la sua figura. Da vedere, anche perché è appunto antesignano delle produzioni Brescia/merola.

linkazziius :slight_smile:

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Mi sono imbattuto per caso mentre cercavo dati tecnici sui motoscafi blu dei contrabbandieri in questo articolo che definisce il contrabbando come “La Fiat del mezzogiorno” tanto per fare incazzare @Caltiki

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Assurdo il doppiaggio di Giuseppe Rinaldi su Mauro (così come su Merola e Nunzio Gallo d’altronde). Che senso avevano queste scelte? Interpretavano loro stessi.