Oscar 2009: anticipazioni e commenti

21/2/2009 (15:2) - IL GIALLO
Oscar, online la lista con i vincitori
Ma l’Academy nega: è solo un falso
Il documento firmato dal presidente dell’Academy e sul web parte la caccia. Gli organizzatori della kermesse: si tratta di uno scherzo. Tra i vincitori Kate Winslet e Mickey Rourke

http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/spettacoli/200902articoli/41250girata.asp

LOS ANGELES
Sistemi di sicurezza invalicabili, massima segretezza. La blindatissima cerimonia degli Oscar sembra perfetta, ma sul web circola una misteriosa lista. Forse si tratta di una falla nel sistema, forse di uno scherzo. Ma il documento con i nomi dei vincitori c’è e gli internauti fanno a gara per consultarlo. L’elenco top secret è firmato da Sid Ganis, presidente dell’Academy of Motion Picture Arts and Science. Sembra autentico sotto tutti i punti di vista. Gli organizzatori, però, lo mettono subito al bando: «E’ un falso».

Il portavoce dell’Academy, Leslie Unger, continua a ripetere alla Bbc che è solo uno scherzo: «Il documento è una truffa». «La lista- aggiunge- viene resa nota durante la cerimonia e solo due persone conoscono i nomi di tutti i vincitori». «Il presidente dell’Academy- conclude- non è a conoscenza di questa informazione e quindi il documento è una burla».

Nella lista si fa il nome di Kate Winslet come migliore attrice per il suo ruolo in “The reader”, di “The milionaire” come film dell’anno e di Mickey Rourke come migliore attore. A Heath Ledger andrebbe il premio per la categoria miglior attore non protagonista. Danny Boyle, invece, sarebbe il “re” della regia. Infine, la statuetta per migliore attrice non protagonista andrebbe a Amy Adams. Non è la prima volta che in Rete circolano insistenti voci o falsi documenti sui vincitori di importanti rassegne cinematografiche.

Gli organizzatori dei Golden Globes, appena il mese scorso, sono stati costretti a chiedere scusa per un errore grossolano apparso sul loro sito. Online, vicino al nome di Anne Hathaway era spuntato un asterisco per decretarne la vittoria come miglior attrice. In realtà il premio è andato a Kate Winslet, che quest’anno ha ricevuto anche la nomination agli Oscar. L’attrice di The raeder è stata nominata, in questi anni, altre cinque volte, ma non è mai riuscita a portarsi a casa una statuetta. Speriamo che questa volta la lista non sia del tutto falsa e che la bella Kate metta le mani sul tanto desiderato Oscar.

ma una prova sul campo dimostra che l’impresa non e’ impossibile
Come imbucarsi alla notte degli Oscar
L’americano Scott Weiss c’è riuscito e ci ha girato perfino un documentario «Crashers»

LOS ANGELES (USA) - L’antieroe americano del giorno si chiama Scott Weiss e ha realizzato il sogno che tutti hanno avuto almeno una volta: imbucarsi ai party con le star hollywoodiane, alle cerimonie più prestigiose. Fino all’evento degli eventi, la notte degli Oscar. Per capirci, perfino Oriana Fallaci, nel libro «I sette peccati di Hollywood» del 1958 appena ripubblicato, raccontava per diverse pagine la difficoltà di riuscire a entrare a una delle ambitissime feste. Weiss, non contento, ha completato il «Grande Slam delle imbucate» regalandosi il Ballo del Governatore, la festa del dopo-Oscar a cui devono partecipare tutti i vincitori. Un vero professionista dell’ingresso a scrocco: oltre a scattarsi una foto con i divi, si è concesso qualche chiacchiera con i vari Daniel Day-Lewis o Javier Bardem che la situazione offriva. Talmente infallibile, che la potente Academy quest’anno si è dovuta abbassare a chiedergli se per favore avesse potuto tenersi alla larga dalla cerimonia di stanotte. Ma il punto è: come diavolo ha fatto a neutralizzare ripetutamente tutti ma proprio tutti i controlli? E soprattutto: ognuno di noi potrebbe riuscirci?
PERFINO TROPPO HOLLYWOODIANO
- Weiss c’è riuscito con la faccia di bronzo degna delle zingarate di «Amici Miei», e la meticolosità utilizzata da Clooney&Pitt in «Ocean’s Eleven» per sbancare i casinò di Las Vegas. Ex-attore di quarta fila, Weiss è un perito immobiliare, con l’hobby giovanile di imbucarsi. Hobby rifinito all’americana, pagando 1000 dollari per un seminario privato sulla materia con un tizio che presentava un programma sulla tv pubblica americana. Primo approccio è al party di Tom Cruise in onore dello sbarco di Beckham a Hollywood. Vi mette piede facilmente, rubacchia delle foto e lascia. Così facile che decide di passare la linea d’ombra dell’imbucato, per diventare un quasi invitato. Emmy, Grammy, Golden Globe, entra dappertutto. Una volta con i suoi due amici parcheggia il Suv vicino al teatro della premiazione: in macchina ha i cartoncini colorati per simulare il pass per il parcheggio, vino ed eleganti calici per interpretare la parte dell’invitato che rientra dopo essersi assentato per una sigaretta, e soprattutto scanner e Photoshop. Esce dalla macchina e fotografa il pass di un funzionario dell’organizzazione. Venti minuti dopo entra in teatro con il suo perfetto lasciapassare. Un’altra volta, fotografa l’interno dell’hotel giorni prima della cerimonia: studia le entrate, e viola la sicurezza senza bisogno di falsificazioni. Per i Grammy sfiora l’assurdo: il logo che contraddistingue il badge lo copia dalle figurine in vendita in edicola.
AGLI OSCAR FALSIFICANDO LA NOMINATION - Ma soprattutto Weiss riesce ad espugnare gli Oscar. Solo il piano meriterebbe una nomination alla miglior sceneggiatura. Studia tutte le entrate per un mese, per riuscire a passare i controlli come fosse un’assistente di produzione uscito un attimo per recuperare dei documenti. Ma il desiderio è di sedersi in platea da invitato, come un membro dell’Academy. Ed ecco il colpo di genio: passa in rassegna le foto dei quasi 6000 appartenenti aal’Academy finché non trova un suo (quasi) sosia, tale Alexander Petrov, regista d’animazione russo. Si allena a parlare russo per settimane, poi il giorno degli Oscar tutto avviene secondo i piani: impersona l’assistente di produzione fino ai controlli per l’ingresso in platea poi si libera del badge e diventa il regista russo. Prima si gusta la cerimonia, poi partecipa al ballo del governatore Schwarzenegger. Tutto filmato: da una collana con telecamera nascosta, e all’esterno dalla troupe di un suo amico appostata da una casa di studenti di fronte al teatro (Hollywood Boulevard non è come si pensa, qui intorno ai teatri abita gente comune, perfino ostelli). Il risultato è un documentario, “Crashers” – letteralmente «Imbucati». Hollywood non l’ha ancora comprato, ma intanto l’Academy ha deciso di mostrarlo come training pochi giorni fa a tutti i membri della sicurezza.
PROVA DIRETTA: ATTRAVERSO I CONTROLLI - Non rimane che verificare sul campo gli insegnamenti di Weiss. Intendiamoci: niente di elaborato, nessuna falsificazione, né tantomeno proveremo a entrare nel tempio del Kodak Theatre durante la premiazione. Ma a 48 ore dal gran spettacolo ci siamo chiesti: «Senza alcuna preparazione, ma con i modi e il colpo d’occhio giusti, fino a dove si può arrivare?». Weiss sostiene che il trucco sia interpretare bene la parte, muoversi sul posto come chi abbia il diritto di farlo, perché generalmente la security non ha intenzione di scocciare chi sta lavorando. Andando in giro per l’impianto di sicurezza, ci si rende subito conto di una cosa: la maggior parte degli addetti sono persone comuni, forse assunte solo per l’occasione. Non hanno addosso l’attitudine del poliziotto, ma piuttosto l’atteggiamento dell’amico a cui chiedi di tenerti d’occhio la valigia per un minuto. E’ una festa anche per loro: se chiedi di fare una foto dietro le quinte, guardano intorno per accertarsi di non essere controllati, e poi loro stessi ti scostano il tendone. La cerimonia si tiene al Kodak Theatre, accanto al Chinese Theatre, quello con le impronte delle star nel cemento. L’intero isolato è stato chiuso al traffico, il tappeto rosso e gli spalti che accolgono le star occupano la strada e sono off-limits, ma nel perimetro c’è un percorso transennato a debita distanza, aperto a tutti, perché ci sono i negozi e perché il Kodak è tutt’uno con l’Hollywood and Highlands, un centro commerciale. Il parcheggio dello shopping centre è lo stesso riservato alla produzione degli Oscar, dai negozi si cammina direttamente davanti all’entrata interna del teatro. Poi il percorso è bloccato, ma ci si avvicina tantissimo. Il pass per l’Oscar è di vari colori a seconda delle mansioni. Quello principale, per la produzione, è di colore giallo. Da un amico che lavora nell’industria cinematografica ci facciamo prestare un lasciapassare di un evento avvenuto qualche giorno fa. Nulla a che vedere con gli Oscar, ma nella forma e nella tonalità di colore il pass ricorda proprio quello per la grande notte. Camicia, giacca sportiva e borsello: non proprio un colletto bianco, ma al di sopra dello standard americano medio, siamo vestiti come uno che sta lavorando in giro. Tutta la produzione dello show è tra il teatro e il tappeto rosso, ma ci sono anche i camioncini delle varie tv, nonchè quelli del catering o del fiorista, che in questo lembo di strada non ci entravano. Attraverso un vicolo proprio di fronte all’entrata del teatro, si sbuca in una via parallela, chiusa per ospitare proprio questi aspetti tecnici. Le transenne a un capo del vicolo d’accesso sono state messe da parte per velocizzare le operazioni.
IL VICOLO DI FRONTE AL TEATRO - Ecco allora la nostra strategia d’ingresso: accedere al teatro direttamente dalla strada sarebbe troppo evidente; ma accedervi come uno indaffarato che sta arrivando a passo sicuro da questa via, sarebbe molto più credibile. Imbocchiamo il vicolo, niente. Sbuchiamo in mezzo ai minivan della Abc e delle altre tv, e riceviamo un’occhiata dall’uomo all’entrata. Ma noi facciamo squillare il telefono appositamente, e mentre continuiamo a camminare sicuri fingiamo una chiamata ad alta voce in italiano. Risultato: per la guardia diventiamo routine, forse un giornalista internazionale. Perdiamo un quarto d’ora girando tra i moduli, senza mai esibire un’espressione incuriosita, simulando di tanto in tanto una telefonata o degli importanti appunti da prendere. L’importante è farlo non in mezzo al nulla, ma neanche troppo vicini a nessun camioncino in particolare. Per dare l’idea a chi guarda di sfuggita di appartenere a qualche luogo, ma a nessuno in particolare. A un certo punto una guardia, una donna nera sulla cinquantina dall’espressione simpatica, si avvicina interessata. Il pass è girato sul retro, unica maniera per dissimulare, ma un’occhiata un minimo più attenta ci friggerebbe. E invece la guardia ci ha solo sentito parlare al telefono in italiano, e vuole raccontarci della sua vacanza in Sicilia. Ottimo, nessun altro attorno baderà più a noi dopo. Questo terreno è conquistato, è il momento di tornare indietro e provare a entrare nell’area del red carpet, dove si svolge la gran preparazione. Percorriamo il vicolo sicuri, anche se solo all’apparenza. Non incrociamo nessuno, non è necessariamente un bene. Non si può esitare quando si sbucherà davanti alle transenne. Ci siamo. A quattro passi dalla guardia, ci precede un giovane delegato di produzione con ricetrasmittente che chiede se sia la sua entrata. Ci accodiamo, e poi ci smarchiamo per accedere, quasi un po’ infastiditi per la perdita di tempo. La guardia gira lo sguardo verso di noi, che invece che tirare dritto ci giriamo leggermente a destra: un tecnico fa dei gesti a un altro tecnico, a qualche metro da lui ma in linea d’aria dietro di noi. Bingo: facciamo finta di rispondere con un accenno sicuro e puntiamo verso di lui. Il tecnico neanche ci bada, la guardia sembra rassicurata e torna ad occuparsi del delegato di produzione, noi siamo in zona franca. Tagliamo attraverso gli spalti riservati ai giornalisti, ed eccoci sul tappeto rosso. Molti giornalisti stanno registrando degli interventi, continuiamo a muoverci come se stessimo raggiungendo i colleghi. Un breve giro ricognitivo per salutare il tappeto rosso, e poi si punta al teatro. La grande entrata, liscio. L’atrio con le statuette giganti, liscio. Manca solo riuscire a entrare nell’auditorium vero e proprio. Ma l’ingresso è iperselezionato, c’è perfino il metal detector. Bisogna essere realisti. A pochi metri, ci fermiamo sul posto: ampio gesto come chi ha madornalmente dimenticato qualcosa, e giriamo i tacchi. Va bene così. Hollywood è comunque espugnata.
Tancredi Palmeri
22 febbraio 2009

Diciamo che le false anticipazioni non sono andate poi così lontano dagli effettivi oscar consegnati. Forse perchè hanno preso la strada più ovvia selezionando i favoriti, forse perchè così false non sono, in ogni caso vi invito a confrontare le due liste.

Delusione “Il curioso caso di Benjamin Button” con le sue 13 nomination
Otto premi Oscar per Millionaire
Miglior attore Sean Penn per Milk e migliore attrice Kate Winslet per The reader

LOS ANGELES - A Los Anglese ha vinto l’India. Il ragazzo di Mumbai ce l’ha fatta. “The Millionaire”, l’originale favola in stile Bollywood diretta dal regista inglese Danny Boyle ha ottenuto l’Oscar come miglior film, sbaragliando le grandi produzioni americane, da “Frost/Nixon” di Ron Howard a “Il curioso caso di Benjamin Button” di David Fincher. La pellicola, che ripercorre l’incredibile vita di una ragazzo nato negli slums indiani, ha ottenuto in tutto otto statuette: miglior film, miglior regia, miglior fotografia, miglior montaggio, miglior colonna sonora, miglior canzone originale, miglior sceneggiatura non originale, miglior missaggio del suono.
IL PRODUTTORE: «UN VIAGGIO STRAORDINARIO» - Il produttore Christian Colson sul palco del Kodak Theatre con tutto il cast e la troupe, ha ricordato come questo film sia frutto di un piccolo miracolo: «E’ stato un viaggio straordinario, iniziato senza star, senza soldi, ma con una sceneggiatura incredibile e un genio come regista». Ed è stato proprio Boyle, ex ragazzo punk inglese, che si fece conoscere al pubblico con un film molto poco politicamente corretto come “Trainspotting”, la star della serata, tanto da arrivare a saltare letteralmente di gioia sul palco quando ha ricevuto la statuetta come miglior regista.
SEAN PENN E KATE WINSLET MIGLIORI ATTORI - Quasi scontate le statuette ai due attori protagonisti, Sean Penn per “Milk” e Kate Winslet per “The reader” di Stephen Daldry. Il primo nel film di Gus Van Sant ha offerto una straordinaria interpretazione del leader del movimento gay americano Harvey Milk, primo politico americano dichiaratamente omosessuale, che fu ucciso nel 1978. Il film ha ottenuto anche la statuetta per la miglior sceneggiatura originale. La Winslet, già vincitrice quest’anno di due Golden Globe, ottiene il suo primo Oscar per l’interpretazione dell’ex guardia nazista Hannah Schmitz, che l’attrice impersona nel film dai trenta ai sessant’anni. «Già a un anno sognavo questo momento - ha affermato emozionata l’attrice inglese - al posto della statuetta tenevo in mano uno shampoo ed è allora che ho preparato il mio discorso di ringraziamento».
GLI ALTRI PREMI - Commovente il momento della statuetta come miglior attore non protagonista al defunto Heath Ledger: a ritirare l’Oscar per l’interpretazione di Joker ne “Il cavaliere oscuro” è stata la famiglia dell’attore australiano scomparso un anno fa. Emozionatissima era invece Penelope Cruz per l’Oscar come migliore attrice non protagonista del film di Woody Allen “Vicky, Cristina, Barcelona”: pur essendo amatissima a Hollywood l’interprete spagnola non aveva mai avuto riconoscimenti ufficiali. Il grande sconfitto di quest’anno è sicuramente il film di David Fincher “Il curioso caso di Benjamin Button”, interpretato da Brad Pitt: arrivato alla notte degli Oscar con 13 nomination, ha ricevuto solo tre premi minori: scenografia, trucco e effetti speciali. Tra i premi “tecnici” “Il cavaliere oscuro” ha vinto per miglior montaggio del suono, “La duchessa” per i costumi. Come prevedibile il premio per il miglior film d’animazione è andato al robot “Wall-E”, mentre l’Oscar per il miglior film straniero è stato assegnato al film giapponese “Departures”.

23 febbraio 2009

Il commento di Mereghetti

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Io mi ritengo moderatamente soddisfatto: speravo che Benjamin Button (un film, ovviamente imho, ruffiano e paraculo fin dal trailer) non prendesse i premi per cui era candidato e per fortuna ha racimolato solo Oscar nelle categorie ‘minori’. Meritato quello di Penn come quello di Ledger… la Cruz sinceramente non saprei (non ho visto l’ultimo Allen), la Winslet, anche se magari questo non sarà il suo film migliore, dopo sei nomination se lo meritava cmq.

Per il resto mi auguro che dopo l’exploit del film di Boyle qualcuno intervenga sull’errore marchiano del doppiaggio italiano: non vorrei prendermi il dvd che contenesse un errore di tale odiosità, magari ripetuto nei subs italiani! :mad:

Un po’ mi dispiace per Rourke, ma avendo già preso il premio a Venezia e ai Golden Globe credo possa comunque ritenersi soddisfatto.

Premetto che non ho ancora visto Milk, ma a me Rourke e Langella piacevano parecchio…
Belle le parole di Penn dedicate allo sconfitto Mickey Rourke

Lo sapevo che benjamin button non avrebbe vinto praticamente niente!!!
Se wall-e non avesse vinto credo che sarei andato ad occupare la sala!!!

Niente da rimproverare, alla fine, ogni premio è meritato, ma proprio nessuna sorpresa…

A cosa si riferisce Mereghetti? non ho mica capito…

Eccoti la spiegazione Lollo
http://www.cineblog.it/post/14934/ancora-polemiche-per-the-millionaire-sono-musulmani-scappiamo

l’hanno detto anche stasera al telegiornale. da quel che ho capito verranno distribuite nuove copie corrette.
personalmente non credo che sia un errore fatto volontariamente, però errore rimane ed è giusto che venga corretto e che in dvd sia corretto.