Otoshiana - Pitfall [Hiroshi Teshigahara, 1962]

[SIZE=2]Ennesimo capolavoro nipponico degli anni '60, quel decennio il Giappone ha sfornato una serie incredibile di pellicole che hanno pretese di essere racconti dell’orrore ma sfociano tranquillamente in lidi inclassificabili con dei risultati stranianti e peculiari.

È la storia di un minatore che decide di cambiare vita e lavoro ma si trova invischiato in una vicenda che mescola thriller, horror, il cinema di denuncia sociale e il drammatico in senso ampio. Elegante ed inquietante, la messa in scena è surreale e circondata da un senso di angoscia e terrore. Molto sentito è il senso di sporco, il caldo umido e soffocante è ben palpabile nel solido bianco e nero, tra l’altro il senso di straniamento e calura viene amplificato dall’assoluta freschezza e tranquillità dell’omicida in completo e guanti bianchi, non una goccia di sudore imperla la sua fronte. Paradossalmente sembra lui il fantasma.

Bello, un ‘must have’ per gli amanti del cinema giapponese di quell’epoca. L’ho visto nel bel cofanetto Criterion che attualmente si trova a prezzi esagerati ed offre un bellissimo master definito, altrimenti c’è la comunque buona edizione UK della Eureka! Qua il confronto: [/SIZE]http://www.dvdbeaver.com/film2/DVDReviews32/three_films_hiroshi_teshigahara.htm

Non ho visto il film in questione, che sicuramente metterò in want list, ma concordo sicuramente con la tua tesi… e, come mi sembra di aver già detto in qualche thread aperto da me relativo a film nipponici del periodo, credo che rivedendo tutti i film girati in giappone tra gli anni 60 e i 70 si dovrebbero ingrandire di un bel po’ i capitoli dedicati al cinema del sol levante all’interno dei vari manuali di storia del cinema, solitamente abbastanza striminziti e incentrati quasi esclusivamente sulla triade Kurosawa (che purtroppo, spiace dirlo vista la sua grandezza, ha involontariamente “cannibalizzato” il resto del cinema giapponese, un po’ come - con le dovute proporzioni vista la minore produzione - ha fatto Bergman con quello svedese), Mizoguchu e Ozu.

Fermati anche al primo, va, almeno qui da noi. Peraltro gli ultimi due sono piuttosto particolari, nel senso che, insieme a Naruse, hanno ritratto la società giapponese contemporanea con i suoi (innumerevoli) malesseri, a parte qualche breve incursione di Mizoguchi nel genere jidai-geki. Altri storici registi del sol levante, altrettanto validi e grandi, e penso a Kenji Misumi, Inagaki, etc., meriterebbero anch’essi una riscoperta.
Pitfall è uno dei tanti(ssimi) film classici giapponesi che ho in lista da vedere, anch’io come te. Lo vedrò, spero presto.