Il dvd è uscito anche in Italia, per la famigerata serie da edicola della Hobby & Work. Stasera se riesco faccio un confronto di screen con l’edizione americana…
Dunque del film di Damiani sono in circolazione tre edizioni.
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Il dvd della Hobby&Work
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Il dvd della Colosseo Film (audio italiano)
http://www.gentedirispetto.com/forum/showthread.php?t=8800
- Il dvd della BU (extra:intervista in italiano a Damiani/Nero, 15 minuti)
Fx fa delle belle cose, è sbagliato etichettarlo,per certi versi,come un canale solo maschile.
Questo film riesce ad avere un grande potenziale riguardo la denuncia sociale. Forse dovrebbe entrare meglio in certi argomenti,ma forse il film non lo ricordo molto.
il film è interessante e ben interpretato, però come detto da altri il finale lascia un pò così così. forse ci si aspettava un finale da dramma politico, ma spesso come nella vita gli intrighi più incredibili nascondono solo un paio di corna…
il giornalista del film amava la verità: sa benissimo che i criminali dai colletti bianchi avrebbero meritato di finire sotto inchiesta, ma ha preferito far scoprire a tutti il vero retroscena del delitto. perchè il giornalismo deve sempre raccontare la verità, anche se la verità si rivela poi semplice e magari poco interessante per i lettori.
il finale è abbastanza sconvolgente, non vi pare. Cmq è un film molto interessante, anche se a mio avviso non approfondisce tutti gli aspetti che tratta
più che altro rimane un punto interrogativo sulla figura del magistrato: non si capisce bene se era onesto fino in fondo o meno.
degli aspetti affrontati dal film ho trovato molto valido, e di una attualità enorme, ciò che damiani fa capire allo spettatore sul clima di abbandono che si manifesta intorno ai magistrati: perchè se anche il giornalista giacomo solaris era convinto, con indizi alla mano, che il giudice avesse collusioni con la mafia, sicuramente però il suo film-documentario diventa un alibi (per i disonesti) per attaccare i giudici e farli apparire persone che non esercitano il loro dovere con correttezza e imparzialità.
e tutto ciò porta ad un allontanamento, e forse anche a una contrapposizione, tra società civile e giudici (che sono invece i garanti dello stato di diritto, della giustizia e della legalità).
avrei preferito che damiani avesse allargato questa tematica a tutto il soggetto del film, costruendovi sopra l’intera storia.
in questo caso il titolo “perchè si uccide un magistrato” avrebeb acquisito un significato anche più importante: far capire che un giudice, e quindi la magistratura, iniziano a morire quando diventano i bersagli di un clima da guerra civile, che qualcuno imbastisce per delegittimarli dinanzi alla società civile.
film noioso e fiacco…o uno fa un film di genere o fa un film di denuncia sociale non sipuo mischiare tutto.e il bello è che ho anche 2 versioni dvd di sto film…ma…
forse damiani riteneva che sarebbe stato troppo banale dare al film la svolta consueta del magistrato vittima di un complotto tra potere politico e mafia.
lo ha concepito secondo me non come un film di mafia, ma come un giallo che ha sullo sfondo la società siciliana mafiosa.
cui però ha dato significati di impegno civile.
sicuramente il personaggio di franco nero subìsce un vero e proprio riscatto nella seconda parte del film: se all’inizio è un giornalista che non crede alla verità giudiziaria e ritiene che le coscienze si possono smuovere solo con servizi giornalistici ad effetto e sensazionalistici (qualunque cosa succeda), si rende conto successivamente che non è corretto sollevare sospetti e teorie se dietro non c’è la verità.
quindi il messaggio finale lo si può cogliere così: la verità sempre. non solo quando fa comodo o quando fa notizia.
sicuramente solaris cambia per tre motivazioni:
[SPOILER]1-la morte del giudice mediante assassinio lo colpisce.
2-poi vuole dimostrare alla vedova traini che le sue ipotesi sul conto del giudice erano vere: perchè non gli va che il suo lavoro venga etichettato come fasullo e calunnioso, e che il suo film passi come l’ispiratore di una mano omicida da parte di un vendicativo posteggiatore abusivo.
3-infine (quando scopre la verità) perchè non può sopportare che il suo film è stato accusato e manipolato proprio da un personaggio insospettabile che (dopo averlo visto al cinema) ne ha tratto invece idea per far uccidere il giudice per motivi personali.[/SPOILER]
certamente ha i toni del giallo,più che del film di mafia. Ma, in effetti, emerge molto più l’azione che il tema della mafia combattuta eroicamente dalla magistratura
Leggo divertito i commenti in questo thread perchè ho rivisto ieri questo bel film (a nessuno è tornato in mente “Il Caimano” di Moretti ?) e mi sono preso la briga di vedere anche la breve intervista a Damiani negli extra del dvd BU e noto che (me compreso) non ce n’è uno che ha beccato il vero spirito per cui Damiani ha utilizzato un Regista (e non giornalista come leggo) come protagonista di una storia con un finale così “spiazzante” e quindi anche il perchè di questo finale.
Curioso il fatto che il giudice di questo film (non conosco il nome dell’attore) abbia lo stesso nome (Traini) di quello interpretato da un integerrimo Franco Nero che si scontra con Martin Balsam in Confessione di un commissario di polizia…, quasi ad indicare il percorso di un giudice inizialmente “tutto d’un pezzo” e determinato nei suoi ideali di giustizia che - col tempo - arriva a contaminarsi persino collaborando con loschi politicanti di provincia invischiati con boss mafiosi e trafficoni vari.
puoi dirci in sintesi cosa damiani ha detto sul significato del film e del finale?
Un banale movente passionale dietro l’omicidio di un alto magistrato
Ipotesi piuttosto velleitaria
Il film prende spunto dal precedente Confessione di un commisario di polizia al … e dalle polemiche suscitate dalla pellicola, fino ad ipotizzare una sorta di corresponsabilità morale del regista friulano nei gravi fatti di sangue successivi.
Quindi il regista di Perchè si uccide un magistrato, una sorta di alter ego, indaga sulla morte del giudice in qualche modo diffamato dalla sua pellicola, scoprendo una verità diversa da quanto ipotizzato precedentemente (quasi un passo indietro rispetto all’intero filone cinematografico del cosidetto ‘impegno civile’)
Della serie: a pensar male, a volte, si fa proprio un gran peccato e non sempre ci si azzecca…
capisco. interessante sicuramente ma damiani poteva ricorrere ad un’altra soluzione per la conclusione. è stata un’occasione un pò mancata perchè l’inizio e la prima parte sono ben promettenti.
Gran bel film con ottimi interpreti. Non mi è dispiaciuto neanche il finale, anche se capisco le critiche.
In fondo non è neanche tanto distante da molte situazioni reali che si vivono (o si sono vissute) da quelle parti con la mafia che non è in primo piano ma finisce per fare da sfondo ad altre questioni. Lo dice come battuta anche uno dei personaggi del film: la mafia non esiste.
ho rivisto con enorme piacere questo bellissimo film di Damiani, per me addirittura fra i suoi migliori, non capisco questo topic pieno di “film loffio”, noioso ecc. ma dove??
il cast è favoloso, grandissimi Catenacci e Zamuto, molto bella la musica di Riz Ortolani
anche il tanto vituperato finale personalmente l’ho apprezzato
Rivisto ieri dopo tanto tempo nel buon dvd Medusa. Meno intenso e coinvolgente di altri titoli dello stesso Damiani, resta però un ottimo film che merita senza dubbio la visione.
La cosa migliore a mio avviso è l’interpretazione della moglie del magistrato offerta da Francoise Fabian. Bene anche Franco Nero (anche se io sono di parte, perchè lo trovo sempre bravo), e eccellente Elio Zamuto.
Fuori ruolo Renzo Palmer (davvero non riesco a vederlo come mafiosetto siciliano), e scadente la figura e l’interpretazione del biondo dottore. Sul magistrato ho il dubbio che Damiani abbia in qualche modo voluto
calcare la mano sul trucco, per renderlo grottesco e poco credibile. Ma sono mie supposizioni.
Il limite del film è che forse risulta essere un pò troppo costruito a tavolino, un pò troppo a tesi: il regista, l’intellettuale in generale, messo sul banco degli imputati, e poi la sua difesa, la sua morale, la sua battaglia,
la definizione del suo ruolo. Tutto realizzato benissimo, da grande regista, ma ne fanno un pò le spese le emozioni, il pathos.
Sul finale, non trovo niente da ridire. Al contrario, mi è parso una delle cose migliori del film.
Il buon Cosmo mi trova d’accordo, da un certo punto di vista il finale, spiazzante, ha il suo bel perché tutti lì indaffarati a capire se è stato il tal politico o il tal altro, il guardiamacchine o il dializzato per ordine di qualcuno e zac, era una “banale” storia di corna che rende originale quella che comunque è un’ottima pellicola, ben diretta, ben interpretata, soffre un paio di rallentamenti ma rimane ad alti livelli. Molto ben fatto come già scritto il duetto tra il regista carnefice e la vedova, due che dovrebbero evitarsi come la peste per ovvi motivi ed invece sono praticamente sempre insieme. Solaris/Nero, grande attore per me, ha sul groppone una sola vera colpa, aver fatto posare la pistola all’amico palmer che per colpa di questo non riesce a difendersi nell’agguato .