Cillian Murphy si presta a questo adattamento cinematografico del quasi omonimo romanzo breve, che tratta di uno scandalo noto in Irlanda e decisamente meno da noi: quello delle “case magdalene”.
Il regista è il belga Tim Mielants, che vedo essere tra le altre cose regista delle serie The Terror e Peaky Blinders.
Oltre a Murphy troviamo la onnipresente Emily Watson, brava come sempre (per quanto è possibile giudicare ovviamente vedendolo doppiato).
Sono capitato completamente a caso a vedere domenica questo film, eravamo andati al cinema per la commedia francese coi due fratelli musicisti, poi abbiamo visto il faccione di Murphy campeggiare (furbescamente) sul manifesto, e abbiamo virato su questo film senza saperne nulla.
Decisione giusta a metà, per quanto mi riguarda.
Niente da dire su messa in scena, fotografia, musica. Tutto tecnicamente ineccepibile e pareva di stare veramente nella non così ricca Irlanda degli anni 80.
Però il film ha un problema: scorre via fluido come un foglio di cartavetrata premuto con forza contro un altro foglio di cartavetrata…il ritmo è leeeeeeeeeento e, complice anche la mia stanchezza, mi sono addormentato almeno 3 volte.
Una lentezza secondo me ingiustificata, con infinite scene incentrate su un Cillian Murphy granitico, che probabilmente vogliono spingerci a tutti i costi ad empatizzare con lo stato interiore del suo personaggio, ma senza riuscirci.
O perlomeno questo è l’effetto che ha fatto a me, anche perchè la mia compagna di visione invece l’ha gradito, e non è certo qualcuno che vive di film di Tarcoschi (così come io del resto non sono uno che vuole solo roba che va a 100 all’ora costantemente).
Peccato perchè quando effettivamente succede qualcosa, per quanto poco, il film funziona tantissimo secondo me.
In definitiva non posso darne un giudizio negativo nonostante mi abbia fatto scendere la prostata per lunghi tratti.
Se vi interessa il tema e l’ambientazione, dategli una chance, potreste amarlo.