A parte il mitico Manlio mi vengono in mente Giuliano Rosati, Don Tim (che, però, erano più ragazzi), Hofer, Alias, Busmani, Chiodetti e per il loro, si fa per dire, fascino ninettodavolesco Curia e Zarrillo. Altrimenti c’era Gaita che era pelosissimo (e Bianchi Fasani e Carrara che erano due cessi), ma passi pure lui. Poi c’era quel PP. Ma perché lo chiamavano? Non è tanto il fatto di essere sovrappeso e non più giovane, ma proprio perché dava l’idea di essere una persona sgradevole. Fosse stato almeno ben dotato! No, aveva un orribile pene piccolo e tutto rosso. Mah!
Piero Pieri. Sul libro “Luce rossa”, ci sono dati biografici e aneddoti, su Impellizeri buonanima. Ne risulta l’immagine di un tipo alquanto laido, e viscido. Ne ho un pessimo ricordo, personalmente, da quando lo vidi in “Inside Napoli” : denti marci, cazzetto ridicolo, panza evidente. E si scopava Moana Pozzi. Povera donna, che doveva fare per campare…
Bianchi Fasani era un tipo distinto. Carrara, no comment…
Ad ogni modo, nella “golden age” del porno italico, gli stalloni erano pochissimi. E dopo il 1984,largo soprattutto agli stranieri. Francesi, principalmente…
Piero Pieri rappresenta il peggior performer maschile italico. Se poi viene diretto da Arduino Sacco allora raggiungiamo il peggio del peggio.
Ricordo la sua prestazione ne Il racconto di Rosanda, doppiato in toscano.
Ah, dimenticavo Teresa altri desideri…
Torno a ripetere: perché chiamavano gente simile? Ho capito che non potevano essere tutti figaccioni come Cersosimo o eleganti come Chiodetti (che fotomodello lo fu per davvero), ma arrivare a questo…
Secondo me, perché la disponibilità di attori era scarsa e quindi prendevano quello che si trovava. Anche perché alcuni di loro erano degli esibizionisti, pur non essendo prestanti.
Un po’ come certe persone che si definiscono cuochi, che finiscono a lavorare in certi ristoranti, ma alla fine, cucinano peggio di certe casalinghe ( a livello di studente fuori sede)
Leggenda metropolitana vuole che la Lauri Filzi riuscisse a coinvolgere davvero chiunque (meccanici, lattai, idraulici e benzinai) e girando addirittura a casa sua con il mitico Pannacciò dietro la macchina da presa.
Vero, lo ricordavo diversamente.
Ho letto da qualche parte (forse sul libro di Napoli e Grattarola) che il Pieri provenisse dall’avanspettacolo più tristo e scalcinato.
Pagherei per tornare indietro nel tempo per assistere ad una delle sue esibizioni.
Confermo. Pieri era un “fantasista”. Ovvero nel mondo dell’avanspettacolo, uno che poteva tirare fuori cose geniali, o le più imbarazzanti puttanate. Credo proprio che il defunto Pieri, appartenesse a quest’ultima categoria…
Era anche un “intimo” di Polselli, facente parte della ristrettissima cerchia del suo entourage, comprendente gente del livello di Bruno Vani, Tano Cimarosa, Enzo Matassi e Salvatore Carrara, Dino Strano e l’ “attore” Raoul.