Pod (M. Keating, 2015)


C’è chi ne ha detto un gran male ma per me questo Pod ha un suo fascino da non sottovalutare, per quanto spesso risenta un po’ del budget scrauso.

È una storia molto paranoica, con un ragazzo e una ragazza che vanno a trovare il proprio fratello che vive da solo nella casa sul lago, allarmati da una sua telefonata delirante. Sono preoccupati perché il ragazzo è reduce di guerra e ha manifestato parecchi problemi al suo ritorno in America.
Quando arrivano lì però la situazione degenera…

Per me non è male, innanzitutto dura pochissimo e per me questo è sempre un punto a favore (non si arriva nemmeno a 80 minuti) e poi c’è un buon crescendo drammatico, rovinato in parte da un attore assolutamente scarso che arriva nel finale (che poi è il regista Larry Fessenden, un autentico cane).
Anzi, un’altra cosa che mi ha parzialmente rovinato il film è stato lo spoiler di Netflix che nella presentazione del film mostra un frame che sarebbe stato meglio tenere nascosto.

Comunque, ripeto, per me non è un brutto film, è vero che è molto nervoso e molto urlato ma è giusto che sia così.

Il budget scrauso viene fuori soprattutto quando ci sono gli effetti speciali (pochi ma fatti maluccio) ma vabbeh, non sono il cuore del film che alla fine è una specie di versione derivativa (e poveristica) di Bug di Friedkin incrociata con un episodio di X-Files.