Rivista l’altro giorno questa bella storia a sfondo ecologista.
Il film, impregnato di storia e di di tradizioni giapponesi, è ambientato durante gli anni della grande espansione urbanistica di Tokio, quando le colline boschive intorno alla città venero spianate e trasformate in quartieri residenziali.
I protagonisti della pellicola sono i tanuki (una sorta di procioni) che abitano queste zone che, minacciati dalla scomparsa del loro habitat naturale, iniziano a sabotare i lavori edilizi con tutta la loro volontà, facendo ricorso anche alla grande arte che hanno in comune con le volpi: il trasformismo e la capacità di creare stupefacenti illusioni ottiche.
La narrazione procede come una cronaca storica; ascoltare la voce narrante sembra quasi come leggere un testo specialistico che narra le varie fasi alterne di una vicenda che ha visto opposte due diverse dinastie durante un periodo storico turbolento e combattuto.
Al tempo stesso il film, a livello visivo, è potente ed immaginifico, con un sacco di meravigliose fantasmagorie create dai poteri dei tanuki che si svolgono sotto i nostri occhi, incantandoci.
Ingiustamente si tratta di uno dei film dello studio Ghibli meno noti.