Posseduta aka Succubus (1989)
Regia: Georg Tressler
Soggetto: Franz Seitz
Sceneggiatura: Georg Tressler, Franz Seitz
Cast: Pamela Prati, Andy VoB, Giovanni Frùh, Peter Simonischek.
Prod: Ita, Ger.
Chi ha visto questo anomalo erotico horror a forti tinte con la nostrana Pamela Prati? La storia è interessante, un bellissimo demone donna (una succube per l’appunto) cerca di corrompere l’anima di tre fratelli che vivono in una bucolica montagna tra boschi e laghi. Lo ricordo da una tele privata, piacevole per le ambientazioni, qualche brivido, ben girato e per le grazie della Pamelona generosamente esibite in discrete scene erotiche spesso sconfinanti nell’horror!
Coproduzione italo-tedesca!
L’ho pure recensito nel Nocturno forum, tanto per ammazzare il tempo. Onestamente l’avevo trovato noioso, anche se l’idea era curiosa e Pamelona nei panni del succubo aveva un certo non so che…
In verità, la Prati aveva il piglio luciferino adatto per simili ruoli. Anche nel fanta-horror Transformation, per esempio…
Ma da dove spunta fuori questo oggetto cinematografico così insolito?
Il film descrive con dovizia di particolari la vita semplice ed austera di tre pastori nelle montagne svizzere di fine ottocento, con un sacco di inquadrature semplicemente magnifiche dal punto di vista naturalistico ed un approccio quasi socio-antropologico che ricorda opere come Il falò di Fredi Murer.
In un accumulo di tanti piccoli dettagli si delineano, oltre allo stile di vita essenziale e bucolico dell’attività pastorale, anche il carattere dei tre protagonisti della vicenda.
Quando iniziamo a conoscerli meglio ed iniziano ad esserci familiari le loro attività, il loro modo di agire, i ritmi della loro quotidianità, ecco che il film inserisce l’elemento di alterità che stravolge tutto quanto e spiazza lo spettatore.
Dando un’occhiata alla filmografia del regista Tressler ci si rende conto che è un autore poliedrico, che per la maggior parte della sua carriera si è dedicato al cinema “alto”, di impegno sociale, realizzando anche tanti prodotti televisivi di qualità che sono stati un po’ il suo marchio di fabbrica. Ma in certi periodi non ha disdegnato incursioni nel cinema più smaccatamente popolare, con una predilezione per le pellicole erotiche.
Ed ecco che quindi questo Sukkubus diventa più intellegibile, rivelandosi un film di impianto storico-sociale con un innesto di erotismo e mistero che però non risulta “bastardo”, in quanto direttamente connesso con le tradizioni e le credenze popolari di quella società che sta venendo raccontata ed analizzata.
La Prati, estremamente iconica, sostanzialmente incarna una figura archetipica, un topos della tradizione; ed in quanto elemento simbolico le è sufficiente recitare col suo corpo nudo che si staglia sui pascoli dell’altipiano, sulle pietraie, sulle montagne innevate, senza il bisogno di proferire una sola parola.
E forse proprio per questo risulta così dannatamente efficace: perché non apre bocca e fa unicamente sfoggio del suo fisico da urlo e del suo sguardo da cacciatrice.
Film visto nell’ottimo bluray Subkultur entertainment, in tedesco con sottotitoli inglesi
Manco l’Inglese, stando al regista Enzo Milioni. Ma in questo caso son d’accordo con Frank: doveva recitare il ruolo della diavolessa e stare zitta la rendeva più inquietante, oltre che sensualissima.
Di faccia non m’è mai piaciuta. Per il resto… Curioso, comunque, che presero proprio lei. Voglio dire, una bonona anti attrice la trovavano anche in Germania.
Diciamo che nei miei ricordi da bambino/ragazzino, quando stava al bagaglino, ho sempre trovato che avesse un viso da travone
Qui invece effettivamente è più virago e cacciatrice, forse era anche un pochino più giovane rispetto alla Pamela Prati delle mie reminiscenze infantili.
Ho verificato, era Eden video.
E su missingvideo scopro anche serendipicamente che è appena uscito il dvd italiano per Oblivion, immagino sfruttando il master Subkultur (sperando che siano stati corrisposti i diritti per lo sfruttamento):
Sì, da Vecosell ho visto che era arrivata l’edizione in DVD. Fra l’altro, il mito a cui si ispira il film (la bambola di paglia che si anima mefistofelicamente, chiamata Sennentuntschi) ha ispirato un thriller/ horror tedesco di qualche anno fa, intitolato appunto Sennentuntschi.
Io possiedo questa versione in VHS. Certamente passa i 20 anni di età,ed è doppiata in italiano. Chiaramente la copertina non è minimamente rappresentativa del contenuto del film…