Presa elettrica (Randy Taguchi)

(la copertina è quella della versione inglese, ma è pressoché identica all’edizione italiana).

Quando il fratello di Yuki viene trovato nel suo appartamento in stato di decomposizione avanzata, la donna cerca di saperne di più: Taka si è rinchiuso volontariamente in casa lasciandosi morire di inedia. Vicino al cadavere c’è soltanto la spina di un aspirapolvere attaccata ad una presa elettrica. Yuki comincia così ad indagare tra le pieghe del suo passato e gli abissi della sua psiche. Dopo aver svelato il mistero della morte del fratello, scopre di avere in sé uno strano potere, quello di vedere le malattie nei suoi partners e di rigenerarli attraverso il sesso. Ma come può sopravvivere una sciamana sessuale in un mondo ipertecnologico? Lo stato di trance è una forma di delirio o soltanto un modo per staccare la spina? Le personalità medianiche sono forse ciò che rimane oggi della spiritualità?

Dopo un inizio assolutamente strabiliante e folgorante, la storia è un climax ascendente all’incirica fino a metà libro, poi prosegue in un progressivo calando, nonostante alcuni buoni momenti e rivelazioni. Più che inverosimile, ad un certo punto la storia diventa faziosa e caotica e un po’ tirata per i capelli.
Comunque un buon libro che mi sento di consigliare.