Prostitute Killers (Sam Shu-Pui Ho, 2000)

Primi 30 secondi col botto fatti apposta per accalappiare lo spettatore. Una stanza spoglia, fotografia azzurrina, una donna viene gettata su un letto da tre uomini nudi che indossano maschere di animali; le strappano i vestiti e si gettano su di lei, inquadrature fuori asse con grandangolo che distorce, la violentano brutalmente tutti insieme, poi la soffocano con un sacchetto di plastica e la decapitano con un machete. Spruzzo di sangue. Partono i titoli di testa.

Chiaro che per i fan del CAT III questo incipit crea una certa aspettativa.
In realtà poi il filmetto si rivela un po’ debole, e a parte un altro paio di sequenze efficaci con parecchio gore la pellicola non offre molto di più.

È la storia di 3 amici che, a quanto si evince dallo spiegone finale (non sto neanche ad usare il tasto spoiler, tanto è esile e ridicolo il pretesto narrativo), siccome sono accomunati dal fatto di essere orfani e di non aver avuto le cure e le attenzioni affettuose di una madre sono diventati cattivi e si divertono a stuprare, seviziare barbaramente ed uccidere giovani prostitute.
Anche i pochi ed inevitabili snodi narrativi sono ingenui e puerili; ce lo potevano mettere un po’ più d’impegno a tirare in piedi una trama decorosa per giustificare ste due scene di sangue e un altro paio di scene di sesso.

Devo dire che essendo un tardo CAT III si vede molto più pilu rispetto a ciò a cui normalmente HK ci aveva abituati.

Film gratuitamente misogino, a livelli di idiozia.

Da vedere senza troppe aspettative, giusto per le due scene gore.

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